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Terremoto, 150mila euro per l’Idria: «Entro Pasqua la fine dei lavori»

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© Foto Biancavilla Oggi

Novità in arrivo per la comunità parrocchiale “Santa Maria dell’Idria”, guidata dallo scorso 30 giugno 2019 dal parroco don Giovambattista Zappalà, peraltro appena riconfermato dall’arcivescovo Salvatore Gristina a capo del XIII vicariato Biancavilla – Santa Maria di Licodia.

La novità più rilevante riguarda l’inizio dei lavori della chiesa, chiusa al culto – come già risaputo – a causa del terremoto dell’ottobre 2018. L’avvio delle opere (finanziate per 150mila euro dalla Cei) molto probabilmente avverrà a metà novembre. La durata è stimata in 6-7 mesi. Si tratta di interventi di consolidamento, resisi necessari dopo la scossa sismica di magnitudo 4.6 che ha creato danni a Biancavilla, tra cui all’Idria, dove fin da subito si era verificata la caduta di calcinacci sulla strada. Un’immagine eloquente del dramma vissuto dai biancavillesi che aveva fatto il giro dei tg e dei giornali nazionali.

«I lavori –spiega padre Zappalà a Biancavilla Oggi– dovrebbero durare 6 mesi circa, ma speriamo di aprire la chiesa entro Pasqua. Sono a carico della Conferenza Episcopale Italiana attraverso il fondo derivante dall’8×1000 e verranno eseguiti da una ditta di Siracusa con il biancavillese e parrocchiano dell’Idria, ing. Pietro Furnari, su scelta della curia diocesana di Catania».

La loro conclusione rappresenteranno per la comunità parrocchiale dell’Idria l’inizio di una fase di rinascita. In quest’ottica è inserita l’apertura dell’oratorio parrocchiale, che avverrà domenica 3 novembre. Ci sarà un gruppo di animatrici che farà giocare e pregare tutti i bambini e ragazzi che vorranno partecipare.

«Iniziamo l’oratorio –fa sapere padre Zappalà– per gli adolescenti e i preadolescenti, con la guida di sei giovani ragazze, nei locali accanto alla chiesa, perché purtroppo non abbiamo altri spazi. Sto cercando di avviare, inoltre, il gruppo giovani “dopo-cresima”, anche se ancora si è presentato un numero molto ridotto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il capitano Cipolletta: «La mafia qui attecchisce, ma Biancavilla cambierà»

Il saluto del comandante dei carabinieri, trasferito a Brescia: lascia in eredità il blitz “Ultimo atto”

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© Foto Biancavilla Oggi

«Biancavilla rappresenta un territorio che soffre di alcune problematiche, legate al fenomeno mafioso. Un fenomeno che attecchisce laddove purtroppo c’è ancora diffidenza nei confronti delle istituzioni e del lavoro degli investigatori. Ma tutto questo passerà perché c’è voglia di cambiamento. C’è un rinnovato interesse per la cosa comune».

Il comandante dei carabinieri della compagnia di Paternò, capitano Gianmauro Cipolletta, parlando nell’aula consiliare di Biancavilla, non nasconde la cruda analisi di un territorio a vivacità mafiosa, ma lo fa, salutando la città con un accorato ottimismo.

A chiamarlo al palazzo comunale è stato il sindaco Antonio Bonanno per rendere omaggio ad un uomo dell’Arma che ha conseguito brillanti risultati nel nostro territorio e che ora, dopo quattro anni dal suo insediamento, è destinato al trasferimento a Brescia.

«È inutile negarlo – ha detto il capitano nel suo intervento, affiancato dal mar. Francesco De Giovanni, comandante della stazione di Biancavilla – questo è un territorio nel quale delle persone, solo perché hanno un determinato cognome e nome, si permettono ancora di entrare nelle attività commerciali e chiedere, senza nessun titolo, del denaro per niente. Lo fanno con la paura, la minaccia, le intimidazioni».

Ma la risposta dello Stato non è mancata. Il cap. Cipolletta ricorda il blitz “Ultimo atto”, che nel settembre 2023, ha falciato il riorganizzato clan di Biancavilla con a capo Pippo Mancari u pipi, figura che evoca antichi fasti criminali degli anni ’80. «Un’operazione importantissima, dal punto di vista prettamente tecnico-investigativo, che è servita a disarticolare il clan esistente», ha sottolineato il comandante.

La notte dell’«Ultimo atto»

Un centinaio di carabinieri – quella notte del 13 settembre 2023 – hanno bussato alla porta di casa di presunti mafiosi, trafficanti di droga ed estortori, mentre sui cieli di Biancavilla sorvolava un elicottero per monitorare le attività. A mettere le manette ai polsi al boss, nella sua abitazione di Spartiviale, ci ha pensato proprio il cap. Cipolletta.

La gestione monopolistica del trasporto merci su strada, il traffico di droga, l’imposizione del pizzo ad attività commerciali e imprenditoriali: sono i filoni dell’inchiesta che ha portato 19 persone sul banco degli imputati. In 13 hanno scelto il rito abbreviato (con udienza fissata il 24 settembre), altri sei seguiranno il rito ordinario con prima udienza dibattimentale l’1 ottobre.

«Sono convinto – ha ribadito il capitano – che le cose cambieranno. Stiamo lavorando bene, tutte le istituzioni stanno lavorando bene. Ognuno deve fare la propria parte, dall’operaio al professionista a chi ha incarichi pubblici. Sappiate che i carabinieri danno il massimo per il ruolo sociale che hanno».

Cipolletta lascia una Compagnia che ha eseguito indagini su ogni fronte e una stazione di Biancavilla che dimostra un rilevante impegno quotidiano, sotto la guida del maresciallo Francesco De Giovanni. Parole di gratitudine sono state espresse dal sindaco Antonio Bonanno: «Un saluto a un professionista di rara qualità e un ringraziamento per i 4 anni di intenso lavoro nel nostro territorio». Ringraziamenti da parte del presidente del Consiglio Comunale, Luigi D’Asero. Presenti anche rappresentati dell’associazione antiracket “Libera Impresa”, dell’Associazione Nazionale Carabinieri e di alcune organizzazioni di volontariato di Biancavilla.

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