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Un intruso nella scuola “Sturzo”? «Nessun riscontro, inutile allarme»

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Ci sono voci e messaggi che corrono su whatsapp da una mamma all’altra. Una sorta di “telefono senza fili” che riporta dettagli per sentito dire e che inevitabilmente si ingigantiscono, creando allarme e preoccupazione. Ma, al momento, da parte dei carabinieri, che si sono immediatamente attivati per fare un’attività di verifica ed approfondimento, non c’è nessun riscontro concreto.

Secondo queste voci, un individuo di circa 40 anni sarebbe entrato nel cortile della scuola media “Luigi Sturzo” di Biancavilla, tentando di costringere un bambino ad ingerire una pasticca.

Il racconto del bambino c’è. Ma non ha trovato nessun elemento per poterlo ritenere veritiero. I militari hanno fatto una serie di controlli, visionando anche immagini dei sistemi di videosorveglianza. Nessun esito.

Eppure, il tamtam da uno smartphone all’altro è partito ed è inarrestabile. Molti messaggi sono arrivati alla nostra redazione e in tanti ci hanno chiesto di avere chiarimenti.

Da parte dei militari e delle istituzioni locali c’è –ci viene assicurato– un’attenzione costante a verificare la fondatezza di voci di questo tipo, soprattutto quando si tratta della sicurezza dei bambini. Ma è del tutto inutile alimentare un allarmismo, che nel caso specifico –in assenza di riscontri oggettivi– al momento sembra ingiustificato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»

Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate

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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».

Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.

Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.

C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.

«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».

«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».

Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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