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In classe dopo il sisma, ma è caos: rabbia e indignazione dei genitori

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di Vittorio Fiorenza

Una bolgia di auto bloccate e clacson impazziti. Via dei Mandorli e buona parte di viale dei Fiori nel disordine più totale. Il ritorno in classe dopo il terremoto, in orario pomeridiano, dei 600 alunni della scuola media “Luigi Sturzo”, ospitati nei locali dell’Istituto comprensivo “Antonio Bruno” e del Secondo circolo didattico “Giovanni Verga”, è stato un clamoroso flop. «Scene assurde, nel più totale caos, peggiori di quelle viste la notte del forte sisma», lamenta una mamma. «I nostri figli sono tornati, dopo venti giorni di assenze, in una sede che li ospita e non sembra sia stato previsto un piano relativo alla viabilità», sbuffa uno dei papà, incolonnato come centinaia di altri genitori. Ieri alle ore 19, all’uscita da scuola, ci sono stati momenti di tensione.

«Al cancello di via dei Mandorli non è stato predisposto un faro dell’illuminazione, non vedevamo i nostri figli nemmeno in faccia», viene evidenziato da più parti. «I vigili urbani? Neanche l’ombra. Li abbiamo chiamati ma ci hanno detto che erano impegnati per rilevare un incidente in viale dei Fiori». Da qui, un ingorgo mai visto prima. «E meno male che non pioveva, altrimenti non oso pensare cosa sarebbe accaduto», fa notare un insegnante. Voci di rabbia e di indignazione. Qualche ora prima era stato l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, a fare visita in alcune classi per rendersi conto del disagio. Ma il caos è scoppiato dopo la campanella di fine lezione. Eppure era facilmente prevedibile un effetto “tappo” di questo tipo. Da rimediare, con urgenza.

Per il resto, al palazzo comunale, l’esponente del governo regionale, incontrando il sindaco Antonio Bonanno, ha annunciato –affiancato dal deputato all’Ars, Giuseppe Compagnone– impegni precisi. Circa 800mila euro: questa la somma che la Regione Sicilia mette sul tavolo per affrontare l’emergenza post terremoto legata all’edilizia scolastica di Biancavilla. Il centro etneo si ritrova con quattro plessi danneggiati (due dei quali completamente chiusi) con 1200 alunni costretti ai doppi turni.

«Oggi siamo in possesso –ha specificato Lagalla– di una relazione compita della Protezione Civile regionale che quantifica in prima ipotesi i danni a carico delle scuole di Biancavilla. Su questo c’è l’impegno della Regione a reperire le somme necessarie entro l’imminentissima sessione di bilancio».

È chiaro che le carenze sul fronte della prevenzione sismica che c’erano prima della scossa di terremoto che ha danneggiato gli edifici, restano. «Ecco perché pensiamo pure a finanziamenti –ha puntualizzato Lagalla– per dare luogo alle indagini di vulnerabilità sismica degli edifici, cosa che il Comune farà rapidamente. I fronti sono due: la progettazione definitiva degli interventi necessari per ripristinare l’agibilità preesistente al terremoto e gli accertamenti sismici. L’obiettivo dell’amministrazione comunale, condiviso dal governo regionale, è quello di rimettere in condizioni di sicurezza, al più presto, nelle loro classi, tutti gli allievi. C’è un disagio per gli studenti e per le famiglie ed è ovvio che deve essere premura dell’amministrazione locale e di quella regionale ripristinare le condizioni di normalità delle scuole di Biancavilla».

Un disagio che l’assessore regionale ha visto di persona, nel pomeriggio, quando i bambini erano in classe. Ma quello che è successo all’uscita va oltre il “disagio”. È caos.

La nota del Comune

«Un incidente gravissimo su Viale dei Fiori ed una lite in via Marco Botzaris, hanno creato disordine. Con i vigili urbani ed i carabinieri occupati, quindi, nei rispettivi servizi. Dovremo stare ancora più attenti. È un momento in cui occorre far fronte a diverse emergenze e dobbiamo fronteggiarle al meglio. Eviteremo che tutto ciò possa ripetersi: ci stiamo organizzando in tutti i modi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»

Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate

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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».

Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.

Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.

C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.

«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».

«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».

Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.

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