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Biancavilla, pattumiera di Sicilia? «No, difendiamo la nostra terra»

di Alessandro Rapisarda
Immaginate Piano Rinazze con un viavai di camion carichi di rifiuti provenienti da mezza Sicilia. Scenario fantasioso? Niente affatto. Secondo le aziende agricole della zona, è quello che accadrebbe, se si arrivasse al via ai due progetti (uno della società Ch4 Energy, l’altro della Greenex) per i mega impianti di trattamento di rifiuti, previsti proprio in quell’area. Per il primo, sia il Comune che il comitato costituito a difesa di Rinazze hanno annunciato la presentazione di un ricorso al Tar contro la procedura sulla valutazione di impatto ambientale. Per il secondo, l’iter è in stand by. La battaglia, dunque, è più aperta che mai.
Per questo, il comitato di agricoltori, cooperative, ambientalisti invita alla mobilitazione la cittadinanza ed ha fissato, per lunedì 10 settembre, alle ore 17:00, a Villa delle Favare, un’assemblea pubblica.
«L’intenzione – dice Pietro Ranno, presidente del comitato – è quella di mettere a conoscenza i cittadini di tutti i dettagli dei progetti previsti in quell’area e dei rischi che ne deriverebbero. La vicenda, in questi mesi, ha unito la quasi totalità dei partiti politici contro la realizzazione di questi impiantì, sia a livello comunale che a livello regionale, con dichiarazioni e prese di posizione di deputati ed esponenti locali per bloccare questo progetto. L’idea del comitato ha lo scopo di far capire anche la trasformazione che questi impianti imprimerebbero nella vocazione del territorio e nel suo futuro sviluppo».
La posizione del gruppo che difende piano Rinazze è sempre stata quella di proteggere la vocazione agricola della zona, che negli ultimi 20-30 anni ha visto la crescita di importanti aziende, nel settore della produzione, lavorazione e commercializzazione di prodotti che hanno ottenuto riconoscimenti nazionali ed internazionali.
Il rischio di perdere uno di questi importanti riconoscimenti (ad esempio Dop, Doc, Igp) preoccupa gli operatori del settore, che danno lavoro ad oltre 500 persone e che hanno investito in qualità, anche grazie all’ausilio di contributi europei.
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Ss 284, a Biancavilla sparito lo spartitraffico: appello per il ripristino
Intervento dell’associazione Aiace: «Non possiamo aspettare che si verifichi un’altra tragedia»

I birilli spartitraffico lungo la Strada Statale 284, nel tratto di Biancavilla, non ci sono più. Con il tempo sono stati distrutti, danneggiati, scardinati. Eppure non erano lì per caso. Quei dispositivi flessibili erano stati fortemente voluti, attraverso petizioni e prese di posizioni, da cittadini di Biancavilla, Adrano, Bronte e dei centri vicini. Una volontà contro incidenti stradali in un’arteria ad alto rischio. L’assenza dello spartitraffico adesso riaccende i riflettori sulla sicurezza.
L’Associazione Consumatori AIACE, attenta su questi temi e sulla Ss 284, lancia un appello urgente alle istituzioni (Comune di Biancavilla, alla Prefettura, all’Anas e alla Polizia Stradale): «Chiederemo formalmente agli enti competenti il ripristino immediato della barriera spartitraffico con i birilli flessibili. Non possiamo aspettare che si verifichi un’altra tragedia».
L’associazione chiede interventi concreti anche per altri aspetti: un manto stradale drenante, che non si trasformi in una trappola a ogni pioggia; una pavimentazione a norma, senza buche né tratti usurati; aree di sosta sicure e pulite, libere da rifiuti e cani randagi, che rappresentano un pericolo reale per chi è alla guida; guard rail a norma, per contenere i veicoli in caso di uscita di strada.
Tutti elementi che – denuncia l’associazione – risultano assenti in lunghi tratti della Strada Statale 284, la principale arteria che collega Biancavilla, Adrano, Santa Maria di Licodia e Paternò.
«Autovelox non omologato, annullato verbale»
Intanto, l’associazione cita l’avv. Andrea Carmanello che ha reso nota una sentenza recentissima del Giudice di Pace di Biancavilla con cui è stato annullato un verbale elevato con autovelox. Il motivo? Il dispositivo era approvato ma non omologato, contrariamente a quanto stabilito dalla Cassazione.
«Una decisione di grande valore, che può aprire la strada – sottolinea Aiace – a molti ricorsi e annullamenti, anche in altri comuni. È bene che i cittadini lo sappiano, perché conoscere i propri diritti è il primo modo per difendersi».
«Non si può morire per strada mentre si va a lavorare, a scuola o semplicemente si torna a casa – scrive l’associazione –. La sicurezza non può ridursi a qualche autovelox. Sappiamo bene che in molte zone d’Italia questi strumenti sono stati utilizzati più per fare cassa che per prevenire realmente incidenti. Ma non è così che si salvano vite».
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Lavoratori del supermercato sfruttati, l’arcivescovo: «Vergogna, boicottiamo»
Renna interviene sul caso di Biancavilla: «A fare la spesa si rischia di essere complici di forme predatorie»

«È una grande vergogna, soprattutto per noi cristiani, trattare così i nostri fratelli. Siamo pronti a boicottare chi non rispetta la dignità dei lavoratori».
Non usa mezzi termini, l’arcivescovo di Catania, Luigi Renna, per intervenire sulla vicenda del supermercato di Biancavilla con dipendenti sfruttati e paghe anche sotto due euro l’ora. Una scoperta della Guardia di finanza che ha portato agli arresti domiciliari il titolare e il direttore commerciale e al sequestro preventivo della società.
«Mi indigna profondamente – rincara Renna – anche il fatto che, continuando a fare acquisti in certi supermercati, rischiamo di diventare complici di queste ingiustizie. Se non ci sarà un cambio di rotta, sarà giusto invitare a non consumare in quei punti vendita».
Un appello ai consumatori per scelte responsabili e consapevoli anche quando vanno a fare la spesa. Sì, perché il caporalato non è confinato al settore agricolo, come ha rilevato l’inchiesta di Biancavilla.
«Non parliamo – dice, non a caso, il vescovo – solo di un ambito specifico come quello agricolo, ma di un sistema che tocca i consumi quotidiani, le catene commerciali, dove il profitto sembra giustificare tutto e lo sfruttamento assume forme predatorie».
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