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Spalla fratturata, manca il tutore: azione disciplinare all’ospedale

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Un ragazzo che si era fatto male a scuola va al pronto soccorso. Ma mancano tutori e gessi ortopedici per immobilizzare la parte dolorante. L’azienda si scusa con il paziente: «Verificheremo le responsabilità».

 

di Vittorio Fiorenza

L’ospedale resta sfornito di tutori e gessi ortopedici, così un ragazzo arrivato al pronto soccorso per una frattura alla spalla, che si era procurato a scuola, ha dovuto aspettare quattro ore prima che i medici potessero completare le dovute cure. È accaduto all’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla, dove adesso l’Asp ha fatto scattare un’azione disciplinare.

Arrivato nella struttura sanitaria alle ore 13, dopo le prime cure, il giovane è stato costretto a stazionare fino alle ore 17. Il personale ospedaliero avrebbe motivato la tempistica, sostenendo che bisognava aspettare l’apertura del negozio del paese per l’acquisto del materiale necessario. E se il paziente avesse voluto evitare lunghe attese, avrebbe dovuto lui stesso andare a comprare un tutore per immobilizzare la spalla.

Una vicenda ingiustificabile, raccontata dal sito di informazione CataniaH24. Una condotta, quella dei medici, ritenuta assai discutibile, quantomeno nella comunicazione con il paziente. Il ragazzo è arrivato dolorante all’ospedale, dopo essersi fatto male durante l’ora di educazione fisica. Già dai primi esami, i medici hanno diagnosticato la frattura. Eppure non è stato possibile applicare un tutore, proprio perché mancante.

Il modo in cui sarebbe stata gestita la comunicazione con il paziente e l’attesa che ha dovuto sopportare sono ora all’attenzione dei vertici dell’Asp di Catania, che hanno provveduto a telefonare al ragazzo. L’azienda fa sapere a Biancavilla Oggi che «il dr. Giuseppe Spampinato, direttore medico del presidio, a nome del direttore generale, ha contattato personalmente i familiari per scusarsi con loro e con il giovane paziente per quanto accaduto». Per l’Asp, «i fatti, così come sono stati raccontati, sono ingiustificabili». Ecco perché «sulla vicenda, la Direzione generale ha disposto una indagine interna per verificare le responsabilità e adottare i provvedimenti conseguenti».

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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»

Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate

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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».

Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.

Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.

C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.

«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».

«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».

Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.

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