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Amianto, malata di Biancavilla denuncia Palazzo Chigi e Regione

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L’Osservatorio Nazionale Amianto assiste una donna colpita da patologia riconducibile alla fluoroedenite. E mette in mora la Presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero della Salute e il governo regionale.

 

di Vittorio Fiorenza

Una donna di Biancavilla ammalata a causa dell’esposizione alla fluoroedenite, minerale tipico del territorio del paese etneo, assimilabile all’amianto. Colpa di una presenza di tipo naturale, derivante dalle rocce dell’area di monte Calvario. Ma la vicenda è ormai nota da vent’anni e le istituzioni, dunque, hanno le loro responsabilità.

Sulla base di questa tesi, l’Osservatorio Nazionale Amianto ha così intrapreso un’azione legale contro la Presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero della Salute e la Regione Sicilia. La donna malata, assistita dall’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio, ha costituito in mora le massime istituzioni governative e regionali.

«La signora –viene evidenziato– poiché è residente a Biancavilla, ha contratto una grave patologia fibrotica, che non ha altre origini se non dall’esposizione alla fluoroedenite, ed è ora che ci sia una legge che prenda atto che tali minerali, poiché asbestiformi, hanno gli stessi effetti dannosi per la salute degli altri minerali di amianto».

Per Bonanni «lo Stato, il ministero della Salute e la Regione Sicilia, non possono continuare a dormire, e la Sicilia, per lo Stato italiano non deve essere una colonia».

Secondo i dati del Distretto sanitario di Adrano, dal 1998 al 2016, i decessi per mesotelioma pleurico tra gli abitanti di Biancavilla sono stati 56. Un numero sproporzionato.

«A questo punto, visto che Crocetta è stato cieco, sordo e muto rispetto al problema fluoroedenite e al problema amianto nell’Isola, è giusto agire –sottolinea Calogero Vicario, che dell’Osservatorio è coordinatore regionale– con un’altra azione legale, richiesta a gran voce dalle popolazioni di Biancavilla, e in generale della Sicilia orientale, per cui confidiamo che ben presto lo Stato italiano, il ministero e la Regione siano trascinati in Tribunale. Attendiamo un autorevole intervento del nuovo presidente della Regione».

Dal fronte ministeriale – va detto – appena alcune settimane fa è stato comunicato lo sblocco di 12 milioni di euro per la bonifica dell’area di monte Calvario, che per decenni ha ospitato attività di cava per la produzione di materiali edili. Il piano prevede la trasformazione del sito in un polmone verde.

Ma per Pippo Gianni, che è stato l’estensore della legge sull’amianto, «Biancavilla, cosi come il triangolo della morte, rappresenta un’inqualificabile assenza dello Stato che da questa Sicilia ha un prelievo fiscale di almeno 35 miliardi di euro, senza alcun ritorno. È chiaro che bisogna verificare il perché di tutti questi decessi e si dovrebbe attivare seriamente il Centro di Augusta per monitorare non solo i cittadini di Biancavilla, ma tutti i siciliani. Evitiamo che questa strage prosegua nel silenzio assordante delle forze politiche istituzionali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Giornata mondiale della Salute mentale: incontro a Biancavilla sulle sfide attuali

A 45 anni dalla legge “Basaglia” resta da superare ancora lo stigma su chi vive il disagio psichico

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© Foto Biancavilla Oggi

Si è svolto a Biancavilla presso il Centro Polivalente di Villa delle Favare, l’evento per celebrare la Giornata Mondiale della Salute Mentale. Da 150 piazze d’Italia, connesse in live streaming, è stato trattato il tema “DSM e cittadini uniti per la salute mentale”. Un’occasione per discutere argomenti che parlano non di malattia ma di benessere psichico delle persone. Argomenti che quindi riguardano tutti i cittadini e non solo utenti e operatori addetti ai lavori, così come ha spiegato il direttore del DSM dell’Asp di Catania, Carmelo Florio.

Nella nostra provincia per raggiungere il territorio, le persone, le istituzioni, il programma ha previsto sei location. Oltre Biancavilla, anche Acireale, Caltagirone, Gravina, Catania presso il Convitto Cutelli e l’Istituto Valdisavoia.

Problemi sempre attuali

Sono trascorsi più di 45 anni dalla emanazione della Legge “Basaglia”. Rimane ancora aperto il problema di una giusta informazione che faccia superare lo stigma e la discriminazione sul disagio mentale e dia la possibilità di sostenere processi di inclusione nei confronti di chi si trova a viverlo.

Secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, si calcola che i disturbi mentali possono essere collocati ai primi posti come intensità di sofferenza e di disabilità per la popolazione con un netto aumento nei paesi più industrializzati.

L’Unicef nel 2021 lanciò l’allarme affermando che un adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale. La sofferenza che accompagna e segue la malattia mentale, causa disequilibri nell’armonia interiore e psicologica dell’essere umano. Il disagio a volte diventa così insopportabile da spingere quasi 46.000 adolescenti ogni anno a togliersi la vita.

Circa il 25% della popolazione italiana fa esperienza di un problema legato alla salute mentale. In un anno i servizi specialistici del Servizio sanitario nazionale assistono quasi novecentomila persone.

Il ruolo del Dsm

A operare nel territorio, in maniera capillare, si trovano i Distretti di Salute Mentale che, come recita la nota informativa dell’evento odierno, «affondano le loro radici nella “deistituzionalizzazione” avviata con la riforma psichiatrica della Legge 180, sui cui valori fondanti occorre ancorare ogni ulteriore sviluppo nelle politiche di salute mentale: approccio comunitario di salute pubblica, primato della soggettività, dei diritti e delle risorse della persona, dell’inclusione sociale». Perché lo scopo principale dei servizi psichiatrici, è proprio quello di stabilire un percorso terapeutico individuale, senza separare la persona dal suo ambiente, anzi fronteggiando il rischio costante della marginalizzazione.

Diverse anche le criticità sulle quali conviene soffermarsi per trovare punti di accordo e soluzioni concrete. «Occorre operare perché vengano date dai DSM risposte differenziate alla psicopatologia dell’adolescenza, ai disturbi del comportamento alimentare, ai disturbi di personalità, ai disturbi dello spettro autistico, ai disturbi psichiatrici associati alle disabilità intellettive», continua la nota. Nella proposta del Collegio Nazionale dei DSM vengono definite anche alcune priorità di azione che tengono conto delle difficoltà storiche e dei notevoli cambiamenti sociali in corso riguardanti essenzialmente gli investimenti e il personale, i modelli organizzativi e, infine, i rapporti tra psichiatria e giustizia.

L’essere umano al centro di ogni intervento

Il metodo da perseguire e portare avanti è quindi quello di un intervento discreto e delicato che metta al centro l’uomo, restituendo significato dove sia stato perduto, nella crisi, nello smarrimento di un Sé frammentato e turbato dagli avvenimenti di una condizione che mina l’essenza stessa della persona e si ripercuote immancabilmente nei rapporti con gli altri. Indicative le parole di Basaglia quando disse che l’irrecuperabilità di un malato è spesso implicita nella natura del luogo che lo ospita. Una società per dirsi civile dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, presenti entrambi in ogni essere umano.

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