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La farsa sul nuovo ospedale, il 2017 finisce senza inaugurarlo

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Collaudi ancora in corso. E così anche quest’anno, i biancavillesi sono stati vittime delle false promesse sull’apertura dei reparti del nuovo plesso. Non si contano più gli annunci, tutti rivelatisi infondati. 

 

di Vittorio Fiorenza

Nulla da fare: anche il 2017 volerà via senza che si possa tagliare il nastro inaugurale del nuovo plesso ospedaliero di Biancavilla. Una storia tormentata, quella della struttura sanitaria: cominciata negli anni ’70, poi rimasta cattedrale nel deserto per decenni. Quindi l’avvio dei lavori tra mille intoppi ed ora, praticamente già completati, si è in attesa di ultimare le procedure di collaudo.

I vertici dell’Asp di Catania, da cui dipende il presidio “Maria Santissima Addolorata”, non danno alcuna indicazione sull’apertura dei reparti.

Troppe volte, dirigenti, politici e amministratori comunali, nella corsa ad accaparrarsi tre righe su un ritaglio di giornale o un’apparizione televisiva, si sono avventurati a snocciolare date e termini per l’inaugurazione: «Prima dell’estate, entro Pasqua, nei giorni di Natale, sicuramente in primavera…».

Negli ultimi anni, una decina, o forse una ventina, gli annunci a mezzo stampa o davanti qualche telecamera o in incontri pubblici: tutti disattesi, tutti naufragati. Al punto che persino Stefania Petyx con il suo bassotto di “Striscia la notizia” ha fatto visita al cantiere, ironizzando sulle lungaggini e sugli annunci-farsa della riapertura.

Il progetto nuovo era stato presentato nel 2007 e i lavori avrebbero dovuto vedere la fine nel 2010. È andata diversamente.

A vederli da fuori, adesso, il cantiere e l’immobile non sembrano mancanti di nulla. All’ingresso ci sono pure le bandiere istituzionali appese e di sera l’illuminazione viene accesa.

L’ultimo intoppo ha riguardato la passerella esterna, sospesa in aria, lunga quasi un centinaio di metri, per collegare il nuovo plesso con quello vecchio, attualmente in funzione. Ma anche questo “tunnel aereo” adesso c’è ed è completo. Cosa si sta aspettando, dunque? I collaudi. Quanto tempo ci vorrà ancora? Nessuno si azzarda a rispondere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il capitano Cipolletta: «La mafia qui attecchisce, ma Biancavilla cambierà»

Il saluto del comandante dei carabinieri, trasferito a Brescia: lascia in eredità il blitz “Ultimo atto”

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© Foto Biancavilla Oggi

«Biancavilla rappresenta un territorio che soffre di alcune problematiche, legate al fenomeno mafioso. Un fenomeno che attecchisce laddove purtroppo c’è ancora diffidenza nei confronti delle istituzioni e del lavoro degli investigatori. Ma tutto questo passerà perché c’è voglia di cambiamento. C’è un rinnovato interesse per la cosa comune».

Il comandante dei carabinieri della compagnia di Paternò, capitano Gianmauro Cipolletta, parlando nell’aula consiliare di Biancavilla, non nasconde la cruda analisi di un territorio a vivacità mafiosa, ma lo fa, salutando la città con un accorato ottimismo.

A chiamarlo al palazzo comunale è stato il sindaco Antonio Bonanno per rendere omaggio ad un uomo dell’Arma che ha conseguito brillanti risultati nel nostro territorio e che ora, dopo quattro anni dal suo insediamento, è destinato al trasferimento a Brescia.

«È inutile negarlo – ha detto il capitano nel suo intervento, affiancato dal mar. Francesco De Giovanni, comandante della stazione di Biancavilla – questo è un territorio nel quale delle persone, solo perché hanno un determinato cognome e nome, si permettono ancora di entrare nelle attività commerciali e chiedere, senza nessun titolo, del denaro per niente. Lo fanno con la paura, la minaccia, le intimidazioni».

Ma la risposta dello Stato non è mancata. Il cap. Cipolletta ricorda il blitz “Ultimo atto”, che nel settembre 2023, ha falciato il riorganizzato clan di Biancavilla con a capo Pippo Mancari u pipi, figura che evoca antichi fasti criminali degli anni ’80. «Un’operazione importantissima, dal punto di vista prettamente tecnico-investigativo, che è servita a disarticolare il clan esistente», ha sottolineato il comandante.

La notte dell’«Ultimo atto»

Un centinaio di carabinieri – quella notte del 13 settembre 2023 – hanno bussato alla porta di casa di presunti mafiosi, trafficanti di droga ed estortori, mentre sui cieli di Biancavilla sorvolava un elicottero per monitorare le attività. A mettere le manette ai polsi al boss, nella sua abitazione di Spartiviale, ci ha pensato proprio il cap. Cipolletta.

La gestione monopolistica del trasporto merci su strada, il traffico di droga, l’imposizione del pizzo ad attività commerciali e imprenditoriali: sono i filoni dell’inchiesta che ha portato 19 persone sul banco degli imputati. In 13 hanno scelto il rito abbreviato (con udienza fissata il 24 settembre), altri sei seguiranno il rito ordinario con prima udienza dibattimentale l’1 ottobre.

«Sono convinto – ha ribadito il capitano – che le cose cambieranno. Stiamo lavorando bene, tutte le istituzioni stanno lavorando bene. Ognuno deve fare la propria parte, dall’operaio al professionista a chi ha incarichi pubblici. Sappiate che i carabinieri danno il massimo per il ruolo sociale che hanno».

Cipolletta lascia una Compagnia che ha eseguito indagini su ogni fronte e una stazione di Biancavilla che dimostra un rilevante impegno quotidiano, sotto la guida del maresciallo Francesco De Giovanni. Parole di gratitudine sono state espresse dal sindaco Antonio Bonanno: «Un saluto a un professionista di rara qualità e un ringraziamento per i 4 anni di intenso lavoro nel nostro territorio». Ringraziamenti da parte del presidente del Consiglio Comunale, Luigi D’Asero. Presenti anche rappresentati dell’associazione antiracket “Libera Impresa”, dell’Associazione Nazionale Carabinieri e di alcune organizzazioni di volontariato di Biancavilla.

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