Cronaca
Omicidio stradale, da Biancavilla serie di rilievi di incostituzionalità


Arriva da Biancavilla un ulteriore tentativo di svelare aspetti di incostituzionalità della norma sull’omicidio stradale in Italia, in vigore dallo scorso anno. A sollevare l’eccezione sull’art. 589 bis (introdotto dalla legge 46/2016) sono stati gli avv. Massimo Tricomi e Pilar Castiglia. I due legali assistono un giovane di Biancavilla, accusato di avere provocato, mentre era alla guida in stato di ebbrezza, il tamponamento di un’auto, dalla quale è sbalzata fuori una delle occupanti. Ornella Condorelli, 24enne di Tremestieri, è morta dopo pochi giorni dal terribile incidente, avvenuto nel luglio 2016 sulla A18 Messina-Catania.
Si tratta del primo caso di omicidio stradale in discussione a Catania. Nell’ultima udienza, il Gup Giovanni Cariolo, rigettata la richiesta di rito condizionato a perizia medico-legale, ha ammesso l’imputato al rito abbreviato. La difesa punta a sottolineare che la ragazza fosse senza cintura di sicurezza allacciata e che la morte sia stata conseguenza del gravissimo trauma cranico. Ma sono aspetti di merito che potrebbero attendere ancora di essere discussi.
Il giudice dovrebbe sciogliere la riserva sulla questione di incostituzionalità il 2 novembre. Se accolta, un’ordinanza dovrebbe sospendere il processo e passare la parola alla Consulta. Secondo gli avv. Tricomi e Castiglia, i dubbi di incostituzionalità riguardano l’art. 589 bis del Codice penale (omicidio stradale) «perché prevede una pena sproporzionata rispetto ad altre fattispecie colpose». Ma anche l’art. 590 quater «che prevede il divieto di bilanciamento tra circostanze attenuanti e aggravanti con un’evidente disparità di trattamento rispetto ad altri delitti». Osservazioni che sottintendono la violazione di alcune parti della Costituzione, dal principio di eguaglianza di fronte alla legge (art. 3) a quello di umanità e rieducazione della pena (art. 27).
Dal fronte opposto, i familiari di Ornella (promotori ormai di un impegno civile e di una campagna permanete per la sicurezza stradale) chiedono «piena giustizia» e la condanna di chi si è messo alla guida con un tasso alcolemico superiore al limite consentito con la conseguenza di quel tragico incidente, nel quale sono rimasti feriti anche altri quattro giovani e lo stesso imputato.
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Cronaca
Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne
Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata


La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.
Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.
Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.
Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.
Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».
La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.
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