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Biancavilla e la ricerca del “padrino”: la libertà al tempo delle elezioni

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A pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo del parlamento regionale anche la nostra comunità biancavillese è in fermento e lo sono di più i candidati e anche coloro che, speranzosi, pensano di trarre profitto dalla competizione elettorale per poter finalmente raggiungere la meta ambita: un lavoro! Anche umile, mal pagato, ma che costituisca una minima sicurezza per poter affrontare i mille problemi della vita, per cominciare in parte a dare concretezza ai personali progetti.

Tanti giovani diplomati e laureati pensano così di trovare un padrino politico ponendosi sotto le sue ali protettive, mettendosi totalmente a disposizione della “causa”. Presto i malcapitati scopriranno che quelle sono ali di famelici rapaci non certo di teneri colombi né di ardimentose aquile. La mobilitazione tuttavia non riguarda solo i disoccupati che aspirano all’impiego ma anche coloro che in passato hanno ottenuto un lavoro grazie all’interessamento dell’amico del padrino. Anche costoro devono pagare pegno: conserveranno il lavoro, anche se precario, solo coloro che porteranno un cospicuo numero di voti; gli altri saranno sostituiti da chi è stato bravo a portare acqua al mulino del padrone, almeno fino alle prossime elezioni. Odiosi ricatti si consumano a danno di intere famiglie che per amore dei figli o dei nipoti devono rinunciare alla personale libertà civile, al proprio credo politico, a ciò che detta la propria coscienza etica cedendo al miserabile “aut aut”.

È l’antico sistema della politica meridionale che ha consentito ad una cricca di potenti uomini di partito di gestire le sorti economiche e sociali della regione attraverso una fitta rete di consorterie, che ha impedito lo sviluppo della Sicilia nonostante essa goda di uno Statuto speciale che garantisce una notevole autonomia gestionale. Inefficienze amministrative, una burocrazia lenta ed inefficace con i deboli, veloce ed efficiente con i forti e con i ricchi, hanno perpetuato una situazione di generale arretratezza e una diffusa disaffezione al civile dibattito, all’apprezzamento degli eventi culturali, alla partecipazione popolare ai grandi temi di politica economica ed ambientale. In questa infelice terra vige ancora l’antico adagio secondo cui l’ignoranza e la povertà sono l’humus essenziale per perpetuare l’asservimento ai potentati occulti che hanno usato e usano ogni mezzo per condizionare le tornate elettorali e per garantire ai soliti noti l’esercizio del potere.

In questi giorni sto leggendo l’ultimo libro del teologo Vito Mancuso, siciliano d’origine e milanese d’adozione, “Il coraggio della libertà”. Un’analisi attenta e puntuale sul valore fondamentale nella vita di ogni essere vivente e dell’uomo in particolare. La tesi che presenta il professore sul tema può essere sintetizzata in un binomio: “libertà da… e libertà per…”. Libertà da se stessi innanzitutto, che significa allontanarsi dall’istinto naturale che porta ciascuno ad allargare i confini del proprio Ego. L’egocentrico piega ogni altro ente al soddisfacimento del “sé”, ma tale meccanismo diventa un giogo e un potente condizionamento per cui egli non riuscirà ad apprezzare tutto ciò che è estraneo al suo personale progetto di vita. Lui non sarà libero nel e col lavoro, perché in esso vedrà solo il mezzo per giungere all’unico suo scopo: il denaro. Egli sarà dunque schiavo del denaro. Altri lo saranno del potere, altri del sesso, altri del cibo. “Libertà per…” significa maturare la convinzione che la nostra vita sarebbe miseranda se non la caratterizzassimo con riferimenti valoriali. Una vita non più egoistica ma aperta agli altri: allora l’uomo si sentirà realizzato nel lavoro perché con esso si sarà espresso e avrà partecipato positivamente alla crescita sociale e culturale della propria comunità; scoprirà il valore della legalità poiché in ogni sua azione avrà considerato gli altri come fine non come mezzo; avrà rispetto della dignità delle persone e le amerà ricavando da tale comportamento gioia e autentica felicità; rispetterà la natura non inquinandola e avendo a cuore l’esistenza di tutti gli esseri viventi.

Mi sento in sintonia con tale assunto e mi sembra opportuno proporlo ai miei concittadini in questi giorni che viviamo con un certo torpore esistenziale, con la solita rassegnazione che porta a considerazioni pessimistiche sul nostro presente e ancor di più sul nostro futuro. Dovremmo abbandonare finalmente l’inedia che ci porta ad interessarci al massimo del tempo meteorologico o della squadra di calcio che ci riserva gioia o tristezza a seconda dell’impegno profuso dai giocatori in campo e diventare cittadini consapevoli e orgogliosi, pronti nel lottare contro qualsiasi ingiustizia, coraggiosi nel difendere i nostri diritti senza subire angherie.

Tralascio di citare coloro che si sono immolati per consacrare l’immortalità di tale ideale invocato dai popoli, dai laici e dai religiosi per sottolineare soltanto che la libertà sta alla vita di un uomo come le fondamenta alla solidità di una casa. Un uomo privato della libertà di decidere della propria vita è un “non-uomo” poiché può essere assimilato a un oggetto, a un qualsiasi ente privo di autodeterminazione. Tralascio la citazione di eventi storici straordinari e tragici insieme, dove la posta in gioco era appunto la libertà degli individui che si trasformano, ottenutala, in soggetti attivi, in persone capaci di autogovernarsi e di incidere con una partecipazione attiva alla gestione della comunità d’appartenenza.

Questa libertà individuale e dei popoli viene spesso calpestata con velate minacce, con bugiarde promesse, con demagogici discorsi, con sorrisi e abbracci ipocriti, con farisaiche affermazioni proprio in occasione di “libere e democratiche” elezioni.

Auspichiamo che chi si accosta alla politica capisca fino in fondo il vero senso del termine, mettendosi con spirito di servizio dalla parte del popolo, curandone l’organizzazione, la formazione, la crescita materiale e culturale. Auspichiamo che si accostino alla politica persone competenti, preparate per cultura ed esperienze professionali, con alto senso civico, rispettosi dunque della legalità in tutte le sue declinazioni e che soprattutto siano oneste e coerenti con quanto declamano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Se anche a Biancavilla l’Etna è ritenuta femmina ci sarà pure un motivo?

Ho affiancato tante donne che guardano il futuro con occhi pieni di luce, grande grinta e passione

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"Gioiello", olio su tela, Anna Aiello

Che le donne in cantiere siano rare, ok, lo abbiamo capito. Ma questa volta non voglio più sottolineare il maschilismo e la disparità nel mio settore, perché sarei ripetitiva. Il tempo mi ha fatto maturare altre prospettive e altre riflessioni durante questo meraviglioso percorso nel mio straordinario paese: sì, straordinario!

Siamo abituati a trovare solo i difetti del nostro piccolo centro, che sicuramente ci sono, per carità. Ma girando tutto il giorno per le vie e molte case di Biancavilla, vedo solo “bellezza”. Non la bellezza che immaginate voi. Io incontro bellezza di anime tutte al femminile!

Vorrei elencarle ad una ad una le grandi Donne che ho affiancato nei loro sogni, nelle loro imprese e nelle loro lotte. Donne che guardano il futuro con gli occhi pieni di luce, con grande grinta, passione, senza mai tirarsi indietro alle sfide della vita.

Ho affiancato donne che hanno deciso di uscire fuori, allo scoperto, perché orgogliose del loro successo. Donne fuori dall’ordinario che hanno messo tutte se stesse per vedere realizzati i loro sogni. Donne che sfidano i luoghi comuni non per spiccare, ma per sbocciare. Colleghe, Collaboratrici, Amiche, Clienti… Tutte Donne con una marcia in più, piene di voglia di fare, di iniziative e di grande cuore verso gli altri.

Una cosa è certa, nessuna di loro sta a casa a fare “la maglia”, le cosiddette “casalinghe” sono un miracolo della natura…non solo con grande amore donano tutte se stesse per i loro cari, ma a volte vanno oltre e si occupano anche di realtà molto delicate e complesse del nostro comprensorio dedicando il loro tempo libero al prossimo.

Le chiamo le Super Donne di Biancavilla: designer, imprenditrici, artiste, avvocatesse, lettrici e scrittrici, madri, architette e – perché no? – “influencer”, dottoresse, ingegneri, commercianti, manager, insegnanti… Sì, esistono tutte queste donne a Biancavilla: sono loro che portano a Biancavilla la vera magia e sono sicura che saranno loro a cambiare questo nostro paese ma, a volte, siamo troppo ciechi per vederlo e troppo ottusi per capirlo.

Questa vera e fondata realtà è poco visibile. E poco se ne parla… perché, citando ancora una volta il mio grande saggio in cantiere, “le donne devono stare a casa”! Quindi, qualsiasi traguardo femminile è visto come deleterio per una società “patriarcale”. Se poi non hai figli… Ahhh, apriti cielo! Servi a poco o quasi a niente!

Ma ci sarà un motivo perché la nostra amata Etna è donna, no? L’importante è non farla arrabbiare! Gli uomini di Biancavilla? Simpatici. Lavorano.

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