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Ficodindia, balzo del 7% nei mercati Raccolta anticipata per il forte caldo

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Biancavilla si attesta tra le “capitali” di questo frutto che conquista i mercati internazionali. Produzioni e vendite registrano un boom. E l’avvio della raccolta è già alle porte.

 

di Alessandro Rapisarda

Macché “pane dei poveri”. Il ficodindia è diventato elemento trainante dell’agricoltura e del commercio locale. Biancavilla, che non a caso ha già ospitato il convegno mondiale su questa coltura, ospitando esperti internazionali, si propone nel mercato europeo tra le “capitali” di questa pianta.

Qui, come nel resto della Sicilia, la produzione e la vendita hanno toccato il boom, segnando un +7% ogni anno, secondo i dati più aggiornati messi a disposizione dal Consorzio di tutela del Ficodindia dell’Etna Dop, che ha sede a Piano Rinazze. Già, proprio la contrada a sud di Biancavilla, che nelle ultime settimane è stata presa di mira dai “signori dei rifiuti” con i progetti, tanto contestati, di due mega impianti per lo smaltimento.

Le previsioni per la prossima campagna sono più confortanti. Anzi, le temperature alte che si sono registrate nelle ultime settimane hanno consentito una precoce maturazione del frutto al punto da rendersi necessaria un’anticipazione della campagna di raccolta, che dovrebbe essere avviata già dal prossimo 25 luglio.

Così, il frutto che durate i conflitti mondiali è servito alle fasce più deboli della popolazione per sopravvivere, anche attraverso vari trasformati come la “mostarda” o il “vino cotto”, è diventato adesso uno de più importanti prodotti commerciali del nostro territorio.

Spostandosi a sud di Biancavilla, questa particolare coltura presente ormai in ogni cartolina della Sicilia, vive una fase di grande espansione, sempre più apprezzata da parte di agricoltori e commercianti. Anche i mercati premiano sempre più il ficodindia, in controtendenza rispetto al periodo di profonda crisi, soprattutto del comparto agricolo.

A dare un forte impulso alla crescita e alla diffusione del frutto sono stati certamente gli importanti riconoscimenti, come la Denominazione di Origine Protetta per l’area di San Cono e per la zona biancavillese, che vanta il marchio del “Ficodindia dell’Etna Dop”.

«Oltre all’utilizzo del prodotto fresco, i derivati –viene sottolineato dal Consorzio biancavillese– aprono nuovi canali commerciali anche nella cosmesi, dove l’olio di semi di ficodindia ha dato vita ad una gamma di prodotti straordinari anti-età con capacità “rigenerative” e cicatrizzanti su tessuti e piccole ferite. Di rilevante importanza anche la produzione del Miele di Ficodindia con particolarità organolettiche uniche».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Bonifica anti-amianto, nuovo inghippo: interdittiva antimafia ad un’impresa

Il parco verde di monte Calvario rischia di imbrigliarsi in un reticolato di ricorsi e sospensive

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© Foto Biancavilla Oggi

Ancora un diversivo nell’iter della bonifica dell’area di monte Calvario a Biancavilla. Il taglio del nastro risale al febbraio 2023, eppure gli interventi di risanamento e creazione di un parco urbano – al di là del monitoraggio ambientale preliminare già ultimato – attendono di essere avviati.

Adesso – come è in grado di raccontare Biancavilla Oggi – l’ultimo intoppo riguarda un provvedimento di interdittiva antimafia nei confronti di una delle società interessata all’appalto. La “Gentile Ambiente spa” con sede a Casoria, infatti, è stata raggiunta da un’informativa antimafia ostativa da parte della Prefettura di Napoli. Un provvedimento già caricato e visibile nella Banca dati nazionale Antimafia.

L’importo complessivo degli interventi è di circa 17 milioni di euro, frutto di un accordo quadro – siglato nell’ottobre del 2020 – tra Regione Sicilia e ministero dell’Ambiente sulle bonifiche dei grandi siti inquinati, su progetto redatto dall’Ufficio tecnico comunale. Oltre alla “Gentile Ambiente”, nell’associazione temporanea di imprese c’è la Rem (si era sfilata una terza impresa, la Lab. Studio Chimico Ambientale).

La novità dell’interdittiva antimafia per una delle imprese è subito balzata agli occhi dei funzionari del Comune di Biancavilla. Interpellato da Biancavilla Oggi, il sindaco Antonio Bonanno fa sapere che «l’amministrazione comunale si è già attivata per avviare le procedura di esclusione della ditta dai lavori».

Semplice a dirlo, più tortuoso il percorso che potrebbe essere tracciato dagli eventi. Il rischio concreto è che l’appalto venga messo in secondo piano rispetto a carte bollate, ricorsi e sospensive, pregiudicando l’effettivo avvio e svolgimento della bonifica. Che il progetto del polmone verde di monte Calvario resti sulla carta, imbrigliato nei reticolati della giustizia amministrativa, è uno scenario possibile.

Le contromosse dell’impresa

D’altra parte, la “Gentile Ambiente” ha immediatamente attivato tutte le azioni giurisdizionali necessarie a fronteggiare gli effetti di una misura che considera illegittima.

A farlo sapere sono il presidente del Consiglio di Amministrazione della società, Giovanni Gentile, e l’avv. Lorenzo Lentini. L’impresa napoletana ha presentato già ricorso con istanza di sospensione cautelare presso il Tar della Campania «contestando il difetto assoluto del presupposto e la non idoneità dei fatti segnalati». Il Tar discuterà nella Camera di Consiglio prevista per il 17 aprile.

Altra istanza è stata presentata al Tribunale di Napoli – Servizio Misure di Prevenzione per la nomina di un controllore giudiziario «che a fronte della terzietà della società rispetto a contesti di tipo mafioso, consenta la prosecuzione vigilata dell’attività di impresa».

«L’altra ditta proceda nei lavori»

Se l’intento dell’impresa è quello di invitare la stazione appaltante a «soprassedere da qualsiasi provvedimento pregiudizievole di carattere definitivo», a Biancavilla si guarda avanti, puntando ad escludere la ditta napoletana.

«È stata effettuata – ci dice il sindaco Bonanno – una sorta di verifica preliminare nei confronti della mandataria (la Rem, ndr) per capire se questa ha tutti i requisiti per procedere nei lavori senza l’altra. Riteniamo che questo sia possibile. Certo, un’interdittiva antimafia che arriva dopo due anni è un’anomalia per i lavori pubblici e non è normale che arrivi ad appalto già assegnato».

L’appalto per la bonifica di monte Calvario riguarda la messa in sicurezza dell’intera area (dagli agli ’50 e fino al 1998 luogo di estrazione e produzione di materiale destinato all’edilizia). L’opera finale è la realizzazione di un parco verde. Alla base dei lavori, l’incapsulamento delle fibre di fluoroedenite (minerale naturale assimilabile all’amianto) che qui si trovano sotto forma di venature nelle rocce laviche. Fibre diffuse in tutto il paese e nelle sue costruzioni edili, tali da avere provocato decine di morti per mesotelioma pleurico.

La lievitazione dei costi

Un precedente intoppo, dopo l’assegnazione dell’appalto, si era verificato quando l’impresa Rem aveva avanzato la richiesta di una serie di aggiornamenti, a partire dai costi dei materiali che nel frattempo sono aumentati.

Tutte questioni che hanno portato l’impresa e il Comune davanti al Collegio Consultivo Tecnico (presieduto dal prof. Antonio Saitta).

L’organismo si è espresso a febbraio in modo favorevole alla linea del Comune, che aveva sollecitato l’impresa a procedere nei lavori. Adesso, però, la vicenda che riguarda la “Gentile Ambiente” appare parecchio più complessa e delicata.

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