Cronaca
Tentato omicidio contro Erba, La Delfa condannato a 12 anni


Marcello LA Delfa condannato a 12 anni di carcere in primo grado
Lo scorso anno, l’agguato tra via Etnea e via San Zenone ed il ferimento di Antonio Erba, rimasto su una sedia a rotelle. Adesso, la sentenza con rito abbreviato per lo sparatore: 12 anni di carcere, contro i 14 chiesti dal pm.
di Vittorio Fiorenza
Nel corso dell’udienza ha fatto dichiarazioni spontanee, dicendosi dispiaciuto per quanto accaduto. Un “pentimento” che la parte offesa ha ritenuto fuori tempo e quindi non credibile, anzi provocatorio.
La sentenza del Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Catania, Pietro Currò, è arrivata a distanza di poche ore. Marcello La Delfa è stato condannato, con rito abbreviato (quindi con uno scontro di pena di un terzo), a 12 anni di reclusione per il tentato omicidio di Antonio Erba, avvenuto a Biancavilla nell’agosto dello scorso anno. Il pubblico ministero Michela Maresca aveva chiesto 14 anni.
Una volta scontato il carcere, La Delfa –che agì perché convinto, erroneamente, che Erba continuasse un rapporto con la moglie– dovrà essere sottoposto per altri tre anni a libertà vigilata. La condanna prevede anche il risarcimento danni, da definire in sede civile: riconosciuta, al momento, una provvisionale di 50mila euro. All’udienza non ha partecipato la vittima, ridotta a stare su una carrozzina a seguito delle pallottole esplose da La Delfa.
Un vero e proprio agguato, all’angolo tra via Etnea e via San Zenone (stradine del centro storico di Biancavilla). Antonio Erba tornava dal lavoro e, a piedi, era diretto verso casa, quando si ritrovò davanti Marcello La Delfa. «Senza dirmi niente, ha tirato fuori la pistola e ha sparato il primo colpo. Mi sono visto stramazzato a terra. Mi ha colpito altre due volte, al fianco e al polpaccio», aveva raccontato due mesi fa Erba a Biancavilla Oggi.
L’INTERVISTA
►Antonio, sopravvissuto agli spari: «Vi racconto la mia nuova vita»
Vivo per miracolo ma animato da una forza d’animo non comune, aveva pronunciato poche parole per il suo sparatore, senza mai chiamarlo per nome: «Si è comportato da vigliacco. Si poteva discutere, si poteva parlare. Invece ha preferito un’altra via. Mi ha preso alle spalle e mi chiedo che persona sia. Un vigliacco, appunto».
L’avv. Maria Carmela Di Mattea è stato il legale di Erba, lo ha seguito fin dal primo momento: «Il fine pena -dice a Biancavilla Oggi– per La Delfa arriverà, quello di Antonio non ci sarà, la sua “condanna” durerà a vita perché non potrà più camminare. Al di là degli aspetti processuali, questa è una storia che lascia una grande amarezza».

Antonio Erba in occasione dell’intervista rilasciata a “Biancavilla Oggi”
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Cronaca
Sorpreso con un tirapugni e una dose di marijuana: denunciato un 18enne
Da un giro di controllo, i carabinieri hanno notato strani movimenti in piazza Stazione e sono intervenuti

Un 18enne di Biancavilla è stato denunciato dai carabinieri per la detenzione di un’arma bianca (un tirapugni di metallo) e segnalato quale assuntore di stupefacente.
I militari hanno notato il ragazzo, assieme ad un gruppo di coetanei, nei pressi di Piazza Stazione che. Al passaggio di un’auto dei carabinieri, qualcuno della comitiva ha emesso due fischi e il 18enne ha subito estratto dalla tasca un oggetto metallico, nascondendolo sul tetto di una pensilina, salvo poi recuperarlo una volta che la pattuglia si era allontanata.
Quando il giovane ha ripetuto lo stesso gesto durante un ulteriore passaggio dei carabinieri, questi ultimi sono subito intervenuti, bloccandolo e procedendo a perquisizione.
I militari hanno recuperato il tirapugni in acciaio dalla pensilina. Nella tasca dei pantaloni, invece, il 18enne aveva una dose di marijuana pronta all’uso. Per queste ragioni, il giovane è stato denunciato per il possesso dell’arma bianca e segnalato alla Prefettura di Catania quale assuntore di sostanze stupefacenti.
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Cronaca
Condivise video hot di una donna, condannato ad un anno di reclusione
Sentenza di primo grado dopo 5 anni: per l’uomo cade l’accusa di stalking, assolti altri tre imputati

Trattamento illecito di dati personali e diffamazione aggravata: sono i reati per i quali il Tribunale di Catania ha condannato un biancavillese, ritenuto responsabile della diffusione di immagini hot di una donna, anche lei di Biancavilla.
Alla quarta sezione penale, il giudice Dora Anastati ha inflitto una pena (sospesa) di un anno di reclusione e 1000 euro di multa. L’imputato dovrà sostenere anche il pagamento delle spese processuali, il pagamento delle spese legali della vittima (quantificati in 2500 euro) e il risarcimento danni (da definire in sede civile).
L’uomo è stato assolto, invece, dall’accusa di stalking. La Procura aveva chiesto per lui una condanna a 2 anni di carcere.
Nello stesso procedimento, assolti per non aver commesso il fatto altri tre biancavillesi, accusati di diffusione illecita di foto intime ai danni di una seconda donna di Biancavilla. Per ciascuno di loro, il pm aveva chiesto 1 anno di reclusione.
Morbosità su WhatsApp e Messenger
La vicenda risale al 2019 (non esisteva ancora il reato del “revenge porn”) e, seppur per episodi distinti, ha coinvolto due donne di Biancavilla. Video e foto in pose e atteggiamenti erotici che le ritraevano sono stati diffusi senza il loro consenso, diventando virali tramite WhatsApp e Messenger.
Le vittime hanno raccontato agli inquirenti gli effetti devastanti della condivisione non autorizzata di quelle immagini. Una di loro, in particolare, ha riferito come la sua vita sia stata sconvolta e distrutta, in ambito familiare e lavorativo.
Le indagini si sono avvalse anche delle attività tecniche della polizia postale, tenendo conto dell’attivismo di profili anonimi. L’inchiesta si è poi allargata, per un imputato, all’ipotesi degli atti persecutori. Un’accusa non provata, circoscrivendo quindi la condotta illecita alla sola diffusione dei video erotici con conseguente diffamazione e violazione della privacy.
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