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Sclerosi multipla, 65 casi in paese. E poi c’è l’enigma di via Laudani


L’incidenza della malattia a Biancavilla sarebbe il doppio rispetto al dato atteso. Lo si sa da anni. Ma adesso l’Istituto Superiore di Sanità vuole fare una ricerca epidemiologica. E secondo le testimonianze raccolte da Biancavilla Oggi, ci sarebbero “strane” concentrazioni in alcune vie.
di VITTORIO FIORENZA
Troppi casi, troppi malati. Talmente tanti, rapportati ad una popolazione di 23mila abitanti, che l’eccesso di incidenza lo si nota –ancora prima che venga effettuato uno studio e lo dimostri un’indagine epidemiologica– negli ambulatori delle strutture catanesi (a cominciare da quelli del policlinico).
A Biancavilla il numero di persone colpite da sclerosi multipla è di gran lunga superiore alla media nazionale: il doppio rispetto al dato atteso, secondo quanto svela a Biancavilla Oggi Mario Grasso, presidente dell’associazione Reload, che da otto anni, nel centro etneo, raggruppa i pazienti affetti da malattie neurodegenerative e i loro familiari.


Mario Grasso, presidente di Reload
«Dai dati emersi risulta, infatti –specifica Grasso– che, applicando il tasso di incidenza ricavato da una ricerca svolta qualche anno fa (su un campione molto vasto e abbastanza variegato di popolazione in zone del Centro Italia) agli abitanti di Biancavilla, il numero atteso di persone affette dovrebbe essere di 29. Realmente, invece, i biancavillesi affetti ed afferenti ai centri di cura specializzati presenti nel territorio (ospedale “Cannizzaro”, policlinico ed ospedale “Garibaldi”) superano i 65».
Un dato che allarma, certo. Ma bisogna tenere a bada l’allarmismo. Non ci sono ancora studi specifici, nonostante questa incidenza forte di casi di sclerosi multipla in paese sia nota da anni e sia stata già sottolineata in un incontro pubblico di Reload.
E poi sono gli stessi malati che si conoscono tra loro perché spesso sono cresciuti nello stesso quartiere, come ha avuto modo di accertare Biancavilla Oggi.
Via Laudani, un vero e proprio enigma: in un tratto di qualche centinaio di metri, quattro persone affette da sclerosi multipla, tutte nate a metà degli anni ’70. Un puro caso? A poca distanza, nella zona di via Angelica, altri tre casi, due anche in abitazioni attigue, analoga età. Un rompicapo che solo la scienza può risolvere.
Zoom delle autorità sanitarie
Novità di questi giorni: vi è un interessamento dell’Istituto Superiore di Sanità perché avvii una ricerca che verifichi ed interpreti l’effettivo dato epidemiologico. Un primo incontro interlocutorio c’è già stato a Roma.
Si tenta di seguire, in sostanza, la stessa metodologia che esattamente vent’anni fa consentì di notare un’incidenza fuori media di mesoteliomi pleurici e poi si scoprì la causa: il minerale-killer di monte Calvario. Nel caso della sclerosi multipla, la fluoroedenite non c’entra. Certo è che il fattore ambientale ha il suo peso sull’insorgenza della malattia. Ed è questo che bisognerà scoprire, soprattutto per spiegare l’elemento scatenante in zone ristrette di quartiere.
«Vi è un’ampia disponibilità dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha subito mostrato grande interesse a collaborare per l’avvio di uno studio geo-epidemiologico –sottolinea Grasso– la road map tracciata prevede la certificazione dei numeri sin qui ipotizzati. Successivamente si esaminerà il progetto scientifico e si convocherà un tavolo tecnico per concertarne il reperimento dei fondi».
Quelle “crepe” del sistema nervoso
Una serie di lesioni a carico del sistema nervoso centrale. Sono queste “crepe” ad innescare la sclerosi multipla, malattia neurodegenerativa che distrugge la “mielina”, guaina di rivestimento del tessuto nervoso.
Grazie ai farmaci, se la patologia è curata con costanza, è possibile ottenere una buona qualità di vita. E a Catania, l’offerta sanitaria su questo fronte è considerata d’eccellenza.
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La lapide marmorea dedicata a Salvatore Furno mandata in frantumi
Distrutta in via Romagnosi la targa intitolata ad una vittima delle foibe nel “Giorno del ricordo”


La lapide marmorea dedicata a Salvatore Furno (vittima biancavillese delle foibe) è stata frantumata. I pezzi sono a terra, in via Romagnosi. La targa commemorativa era stata affissa, per volere dell’amministrazione comunale, nel luogo i cui aveva abitato Furno, nato nel 1901 e finito nelle foibe nel 1945.
L’affissione della lapide era avvenuta nel “Giorno del ricordo” con la partecipazione di alcuni pronipoti di Furno, che aveva lasciato Biancavilla nel 1933 per andare a fare l’insegnante.
Il sindaco Antonio Bonanno è stato informato dell’accaduto. Il gesto non sarebbe da collegare ad un’azione vandalica. Si sospetta di qualcuno che ha compiuto l’atto in modo sconsiderato, sulla base di segnali che erano stati notati fin dal giorno della cermonia del 10 febbraio.
Da parte del Comune, secondo quanto apprende Biancavilla Oggi, c’è l’impegno da subito a realizzare una nuova targa e ricollocarla nella stessa parete dell’abitazione che fu di Salvatore Furno.
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