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Ecco gli inerti della “Luigi Sturzo” Sacchi bianchi a monte Calvario

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Allarme degli abitanti della zona di monte Calvario per la presenza di sacchi bianchi all’interno della recinzione. Cosa c’è dentro? Biancavilla Oggi scopre che si tratta dei materiali di risulta dei lavori provenienti dalla scuola. 

 

di Vittorio Fiorenza

Chi si è affacciato dal proprio balcone e ha visto quei sacchi bianchi spiccare dal grigiore del terreno si è subito allarmato. Cosa nascondono? Cosa c’è dentro? Sono state adottate tutte le precauzioni di sicurezza? L’area non è una come altre. Il sito in questione è quello di monte Calvario, a Biancavilla. Da qui ha avuto origine la diffusione delle fibre-killer di fluoroedenite. È il luogo in cui per decenni c’è stata un’attività di cava che ha prodotto materiali destinati all’edilizia del paese, a quella dei paesi limitrofi e anche di fuori provincia.

Da alcuni giorni, chi abita nel quartiere ha notato quei sacchi bianchi ed è scattata la preoccupazione. «Nella “discarica comunale” sono apparsi dei sacchi bianchi di rifiuti: qualcuno mi sa spiegare di che rifiuti si tratta?», ha pubblicato su Facebook Alberto Pistorio, geologo, abitante della zona e conoscitore della “questione amianto” di Biancavilla.

Interrogativo che abbiamo girato all’ing. Placido Mancari dell’ufficio tecnico comunale, che così ha risposto: «Si tratta di teloni che coprono materiali di risulta provenienti da lavori nella scuola “Luigi Sturzo”. Essendo pezzi di intonaci, per un principio di precauzione, si è deciso di trasportarli lì, come per altri lavori in edifici pubblici».

L’edificio fu realizzato negli anni ’60, mentre l’inizio dell’attività di cava a monte Calvario risale agli anni ’50. È comprensibile, dunque, che gli inerti di quell’immobile, come per la quasi totalità delle costruzioni del paese, vanno considerati «potenzialmente inquinati».

Il sito di monte Calvario ha raccolto per anni, non a caso, tutti i materiali della metropolitana Fce o di interventi nelle strade cittadine. Spiegazioni che non rassicurano del tutto.

«Noi non abbiamo comunicazione su ciò che avviene nel sito a poca distanza dalle nostre case –lamentano alcuni abitanti– ed ogni attività è motivo di timori. Tutta l’area è delimitata da recinzione con cartelli di pericolo che segnalano la presenza di amianto. Eppure, ci sono degli squarci nella rete che consentono l’ingresso. Tanti bambini –viene sottolineato– entrano lì dentro e ci vanno a giocare. Anche greggi di pecore vengono fatti entrare per pascolare. Eppure nessuno controlla».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»

Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate

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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».

Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.

Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.

C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.

«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».

«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».

Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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