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Sp 156, bonifica e videosorveglianza a carico del Comune di Biancavilla

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«È stata avviata la bonifica della strada provinciale 156, a sud del centro abitato di Biancavilla. Invasa dai rifiuti, abbandonati dagli incivili, la strada è già stata ampiamente ripulita, grazie all’intervento pianificato dall’Amministrazione comunale e dagli Uffici comunali, in sinergia con la ditta che si occupa del servizio di raccolta».

Ne dà notizia l’ufficio stampa del Comune di Biancavilla con riferimento all’ormai nota “strada della vergogna”, teatro di uno scempio ambientale di ampie proporzioni con un tappeto di rifiuti di ogni genere, spesso dato alle fiamme che sprigionano nuovoloni di diossina.

Lo scaricabarile tra amministrazione Glorioso ed ex Provincia di Catania per troppo tempo ha ingessato ogni tipo di intervento, consentendo agli incivili carta bianca e impunità assicurata.

GUARDA IL VIDEO

Sp 156, Tva consegna a Glorioso la “torta della vergogna”

I lavori di pulizia dureranno, nello slargo della Sp 156, almeno per tre giorni.

Allo stesso tempo è stata ultimata la realizzazione dell’impianto di videosorveglianza. Sarà sufficiente per fungere da deterrente per chi si ostina a buttare ogni genere di rifiuto, anche pericoloso? Lo vedremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

Anche altre zone saranno interessate all’installazione di sistemi video di controllo a spese del Comune.

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Spazzatura in fiamme sulla Sp 156 in una delle innumerevoli volte documentate da Biancavilla Oggi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»

Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate

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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».

Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.

Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.

C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.

«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».

«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».

Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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