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Intesa dopo anni di scaricabarile «Pulizia e controlli sulla Sp 156»

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Sopralluogo dei tecnici comunali e provinciali dello scorso anno

Ennesimo annuncio per la bonifica della “strada della vergogna”, la cui spesa dovrebbe essere divisa a metà tra Comune ed ex Provincia. Sarà la volta buona?

 

di Vittorio Fiorenza

C’è un accordo di massima tra Comune di Biancavilla ed ex Provincia di Catania per bonificare dalla grande quantità di spazzatura accumulata la “strada della vergogna”, appellativo coniato dal quotidiano “La Sicilia” per definire la Sp 156 ed ora diventato di uso comune.

Per anni è stato uno scaricabarile a vicenda tra i due enti su competenze e ruoli, lasciando sull’intero tratto un chilometrico tappeto di rifiuti di ogni tipo, come documentato in moltissime occasioni da Biancavilla Oggi con foto e video. Persino rifiuti pericolosi, come l’eternit, o rifiuti di tipo ospedaliero. Anche lo scorso anno, a giugno, c’è stato un sopralluogo di tecnici del Comune e della ex Provincia di Catania, ma non ha portato a nessun concreto risultato.

Adesso –fa sapere con una nota il Comune– sembra essere arrivati ad un preliminare di accordo. Si attende una conferenza dei servizi per stabilire un piano operativo. Le spese per ripulire tutta l’arteria dovrebbero essere divise a metà e si pensa allo stesso tempo di installare un sistema di videosorveglianza.

Se si è creato lo scempio ambientale con cumuli spesso dati alle fiamme è dovuto anche all’assenza di controlli. Viene annunciata anche una maggiore presenza della polizia provinciale nel tentativo di sorprendere gli incivili e sanzionarli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»

Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate

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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».

Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.

Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.

C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.

«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».

«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».

Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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