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Detto tra blog

Ottima la granita del Café Scandura, ma l’immagine di Biancavilla è…

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di ELISA D’INNOCENZO

Assieme ad una mia amica abbiamo passato una settimana in giro tra i paesi dell’Etna. Catania, ovviamente, è stata la prima tappa. Ma l’obiettivo del nostro itinerario, pianificato nella nostra Fabriano (in provincia di Ancona), dove abitiamo, era quello di immergerci, seppure per pochi giorni, nella quotidianità dei paesi che attorniano il Vulcano.

Non è stato possibile toccare tutte le località. Ad ogni “fermata”, gente calorosa e panorami bellissimi. Monumenti di inestimabile bellezza, in ogni chiesa uno scrigno di opere d’arte. Magnifica la cucina. Non dimenticheremo la bontà delle cose che abbiamo mangiato in trattorie, ristoranti e bar.

Se c’è una nota stonata da assegnare sul nostro “diario di viaggio”, questa riguarda Biancavilla. Ci era stata suggerita come una località in cui potere gustare delle buone pizze. Per ragioni di tempo, purtroppo, non ci è stato possibile. In compenso abbiamo gustato una deliziosissima granita al Café Scandura.

La nota stonata riguarda la sporcizia che abbiamo potuto notare in paese: rifiuti in strada e sacchetti di immondizia appesi ai balconi. Un vero peccato. Il caos del traffico non è stato accogliente. Auto sui marciapiedi, venditori improvvisati ovunque. La magnifica piazza centrale con il santuario ci ha lasciate estasiate. Ma la presenza dei tanti anziani seduti davanti ai circoli ricreativi, se inizialmente ci è sembrata una curiosa caratteristica, poco dopo ci ha dato l’impressione di scaraventare due “sconosciute straniere” dentro al più classico dei cliché siciliani.

Il centro storico è bello, andrebbe valorizzato e andrebbe eliminato il disordine che sembra regnare a scapito della conformazione urbana e delle bellezze architettoniche. Un’immagine della città che, rispetto anche ad altri centri della zona, non si presenta bene e a tratti è pessima. Ma potrebbe facilmente essere migliorata perché in Sicilia avete il Cielo e la storia millenaria dalla vostra parte: un grande vantaggio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Premio Scanderbeg (e alla memoria), buona idea riconoscere i meriti però…

Note a margine dell’evento promosso dalla Presidenza del Consiglio Comunale a Villa delle Favare

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Ho letto con piacere dell’esistenza del premio Scanderbeg, istituito dal Comune di Biancavilla e, nello specifico, dalla Presidenza del Consiglio Comunale. L’idea che le nostre istituzioni vogliano dare merito e riconoscimento a personalità che si siano distinte in ambiti professionali o di impegno civico, culturale, sociale o volontaristico mi sembra valida e da sostenere.

Ci sono, tuttavia, due osservazioni che spontaneamente nascono dalla lettura delle cronache dell’evento di premiazione, avvenuto a Villa delle Favare.

Scegliere di stilare un ampio ventaglio di premiati rischia, nel giro di qualche anno, di esaurire il numero di meritevoli a cui conferire il riconoscimento. O quantomeno si rischia di individuare personalità via via “minori” rispetto a quelli già chiamati sul palco. In altre parole: meglio scegliere, per ogni edizione, pochi ma farlo con criterio, evitando motivazioni troppo generiche.

Altro aspetto che è saltato alla mia attenzione è la categoria del “premio alla memoria”. Non è inusuale che certi riconoscimenti vengano dati post mortem. Di solito accade per scomparse premature o improvvise.

Nel caso della manifestazione del Comune di Biancavilla sembra, invece, che si tratti di una categoria fissa, da riproporre ogni anno. L’idea, in questo caso, non fa altro che certificare la disattenzione che in passato l’istituzione comunale ha avuto nei confronti dei biancavillesi meritevoli.

I premi si danno in vita, non dopo la morte! Sembra si voglia colmare l’indifferenza che sindaci e consiglieri hanno mostrato nel passato. Cosa vera, ma ormai è troppo tardi. Vogliamo dare un premio, dunque, alla memoria per Antonio Bruno e farci perdonare le malignità riservate prima e dopo la sua morte o l’oblio che ne è seguito per decenni? Guardiamo avanti.

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