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Comune, Regione e Asp indifferenti: la sezione Avis rischia di chiudere

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I vertici dell’Avis in occasione del recente 29esimo anniversario della fondazione

Nonostante le richieste di aiuto, nessuna risposta dall’amministrazione Glorioso. Azzerato pure il sostegno regionale. E manca l’ok per la concessione di alcune stanze dell’ospedale. «Così meglio smettere».

 

di Vittorio Fiorenza

Da quasi trent’anni svolge una preziosissima attività di volontariato. Ogni mese una raccolta di sangue. Un servizio discreto e costante, senza “padrini” né riverenze verso la politica. Di nessuno schieramento. Un elemento distintivo, questo, rispetto ad altro “volontariato militante”. Ma è forse questa intransigenza di autonomia, quest’ostinazione a non volere tirare la giacca a nessuno la probabile ragione per cui l’Avis di Biancavilla si ritrova ad annaspare. Ed ora è costretta a lanciare l’allarme, se si vuole evitare di interrompere quell’avventura di altruismo e solidarietà cominciata nel 1987.

Il bilancio consuntivo 2015 della sezione “Nino Tropea”, riportato su un foglio Excel, che Biancavilla Oggi ha avuto modo di visionare, è impietoso. Alla voce contributi regionali, la casella indica 0. Nella riga dei contributi del Comune è riportato un altro 0. Soltanto tre entrate: 4250 euro di rimborso per le sacche di sangue raccolte, 900 euro di contributi privati e appena 298 euro di “gettito” del 5×1000.

Più lungo l’elenco delle spese, la cui voce più consistente è quella dell’affitto della sede di via Garibaldi: 2643 euro, che diventano 3500 se si sommano pure le bollette di energia elettrica e utenza telefonica.

«I nostri introiti –spiega a Biancavilla Oggi il presidente dell’associazione, Alberto Bellocchi– sono soltanto quelli legati al rimborso spese di circa 20 euro per ogni sacca di sangue raccolta. Fine della “trasmissione”. Usciamo, peraltro, da una morosità di sei mesi sull’affitto perché materialmente non avevamo i soldi. In anni passati il Comune ha fatto quel che ha potuto. Adesso niente. I tempi sono cambiati, ma è pure una scelta politica. Abbiamo fatto sempre richieste, in alcuni casi ci sono state delle promesse. In concreto, però, non si è mosso nulla e noi figuriamo come “seconda scelta”».

Di voci di spesa discutibilissime, nel consuntivo del Comune di Biancavilla, senz’altro se ne troverebbero a centinaia. Possibile che l’amministrazione comunale non trovi 2500 euro da dare all’Avis per coprire quantomeno l’affitto? Basterebbe questo modestissimo contributo per consentire all’associazione di utilizzare i propri introiti in attività di pubblicizzazione e sensibilizzazione.

«Certo è –puntualizza il presidente Bellocchi– che la nostra linea in tutti questi anni è stata e continuerà ad essere quella di non dovere dire “grazie” a nessuno. All’Avis non devono essere fatte cortesie. Il sostegno va dato se si crede nel valore della nostra attività, che non è appariscente ma legata al sentimento solidaristico delle persone».

Al di là dei contributi comunali, una possibile soluzione potrebbe arrivare dall’Asp. L’Avis da tempo ha fatto richiesta di potere usufruire di alcuni locali dismessi dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata”. Sarebbe un beneficio non soltanto per l’associazione, ma anche per l’azienda sanitaria dal momento che avrebbe un beneficio diretto con la disponibilità delle sacche di sangue. Eppure, anche in questo caso, i volontari biancavillesi non hanno avuto finora alcuna risposta.

«L’ultimo consuntivo lo abbiamo chiuso in positivo con sacrificio, ma di anno in anno –specifica con amarezza Fulvio Cantarella, tesoriere dell’Avis– è sempre più difficile fare quadrare i conti. Di questo passo non ha senso continuare, vuol dire che la nostra attività non è apprezzata e forse è meglio chiudere».

LEGGI L’ARTICOLO

Nino Tropea, garbo d’altri tempi: a lui intitolata la sezione dell’Avis

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“Biancavilla Oggi” e il racconto della politica diventano una tesi di laurea

Davide D’Amico “dott.” in Filologia moderna: focus con Vittorio Fiorenza, Giuseppe La Venia e Nicola Savoca

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A dieci anni dalla fondazione e dall’irruzione di Biancavilla Oggi nel panorama giornalistico locale, la nostra testata è stata oggetto di studio con un focus sul modo di raccontare le vicende della politica. Un’analisi linguistica e lessicale effettuata sulla cronaca e gli editoriali pubblicati dal nostro giornale.

La ricerca, intitolata “Il giornalismo politico: il lessico”, costituisce la tesi della laurea magistrale in Filologia moderna, conseguita dal giornalista Davide D’Amico all’Università degli studi eCampus ed assegnata dalla commissione presieduta dalla prof.ssa Alessandra Mita.

Oltre a concentrare l’attenzione su Biancavilla Oggi, lo studio ha preso in esame le esperienze giornalistiche dell’emittente Tva di Adrano e del quotidiano online Corriere Etneo. D’Amico, per la sua indagine, si è avvalso anche di interviste al nostro direttore Vittorio Fiorenza, al direttore del Corriere Etneo, Nicola Savoca, e al giornalista adranita, inviato del Tg1, Giuseppe La Venia.

Il lessico nella cronaca politica locale

Fulcro della tesi (relatrice la prof.ssa Alexandra Corina Stavinschi, docente di Pragmatica e Linguistica testuale) è l’analisi della cronaca politica locale. Un’analisi che ha evidenziato come il lessico sia diventato poco settoriale, avvicinandosi alla lingua comune. Ma anche con una doppia matrice: l’uso di termini tradizionali e neologismi e il prelievo di tanti termini da altri ambiti (economico e sportivo, su tutti).

«L’esperienza giornalistica, ormai decennale, di Biancavilla Oggi ci ha portato ad essere una voce radicata, distinta ed autorevole nel nostro territorio. Ma non ci aspettavamo – sottolinea Vittorio Fiorenza – di essere addirittura “analizzati” con metodologia scientifica e diventare argomento di una tesi di laurea. Ne siamo felici ed orgogliosi: l’ennesimo riconoscimento della qualità del nostro lavoro. A maggior ragione perché tale attenzione proviene da un amico e collega, apprezzato per la sua serietà e professionalità. Siamo grati a Davide D’Amico: ci congratuliamo con lui per questo importante e meritato traguardo».

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