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Patanè: «La mafia non “disturba” chi fa parte dell’associazione antiracket»

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Il procuratore all’inaugurazione dello sportello di “Libera Impresa”: «Inutili i discorsi moraleggianti sulla resistenza alla criminalità, bisogna dare un aiuto concreto».

 

di Vittorio Fiorenza

«L’imprenditore che rimane solo è più facilmente vittima dell’estorsione. Se inserito in un’associazione si sente protetto e sostenuto non soltanto sul piano psicologico. Le organizzazioni criminale se sanno che un commerciante è iscritto in un’associazione antiracket, di certo non lo vanno a “disturbare” perché sanno che poi saranno denunciate. È una remora per i malavitosi».

Sono le parole del procuratore Michelangelo Patanè, a margine dell’inaugurazione, a Biancavilla, dello sportello antiracket ed antiusura di “Libera Impresa”, presso Villa delle Favare.

«Essere iscritti all’associazione antiracket –ha detto Patanè– serve anche a prendere contatti con carabinieri e polizia, serve a costituirsi parte civile e tutto ciò contribuisce al controllo del territorio. Il sostegno alla vittima è fondamentale. Inutile appoggiarsi a discorsi moraleggianti sulla resistenza alla criminalità perché bisogna dare un aiuto concreto».

«Peraltro –ha ricordato il procuratore– sono previsti dei benefici, dei sussidi, delle forme di solidarietà per chi è vittima di usura ed estorsione. Elementi che possono convincere alla ribellione».

Impossibile non notare, poi, che l’apertura dello sportello non sia partita dai commercianti e dagli imprenditori locali. «Certo, però qui adesso c’è una sede, ci sarà un contatto telefonico e persone che si mettono a disposizione. Quindi –conclude Patanè– può essere un momento di aggregazione, anche se l’iniziativa non parte dai commercianti locali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il capitano Cipolletta: «La mafia qui attecchisce, ma Biancavilla cambierà»

Il saluto del comandante dei carabinieri, trasferito a Brescia: lascia in eredità il blitz “Ultimo atto”

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© Foto Biancavilla Oggi

«Biancavilla rappresenta un territorio che soffre di alcune problematiche, legate al fenomeno mafioso. Un fenomeno che attecchisce laddove purtroppo c’è ancora diffidenza nei confronti delle istituzioni e del lavoro degli investigatori. Ma tutto questo passerà perché c’è voglia di cambiamento. C’è un rinnovato interesse per la cosa comune».

Il comandante dei carabinieri della compagnia di Paternò, capitano Gianmauro Cipolletta, parlando nell’aula consiliare di Biancavilla, non nasconde la cruda analisi di un territorio a vivacità mafiosa, ma lo fa, salutando la città con un accorato ottimismo.

A chiamarlo al palazzo comunale è stato il sindaco Antonio Bonanno per rendere omaggio ad un uomo dell’Arma che ha conseguito brillanti risultati nel nostro territorio e che ora, dopo quattro anni dal suo insediamento, è destinato al trasferimento a Brescia.

«È inutile negarlo – ha detto il capitano nel suo intervento, affiancato dal mar. Francesco De Giovanni, comandante della stazione di Biancavilla – questo è un territorio nel quale delle persone, solo perché hanno un determinato cognome e nome, si permettono ancora di entrare nelle attività commerciali e chiedere, senza nessun titolo, del denaro per niente. Lo fanno con la paura, la minaccia, le intimidazioni».

Ma la risposta dello Stato non è mancata. Il cap. Cipolletta ricorda il blitz “Ultimo atto”, che nel settembre 2023, ha falciato il riorganizzato clan di Biancavilla con a capo Pippo Mancari u pipi, figura che evoca antichi fasti criminali degli anni ’80. «Un’operazione importantissima, dal punto di vista prettamente tecnico-investigativo, che è servita a disarticolare il clan esistente», ha sottolineato il comandante.

La notte dell’«Ultimo atto»

Un centinaio di carabinieri – quella notte del 13 settembre 2023 – hanno bussato alla porta di casa di presunti mafiosi, trafficanti di droga ed estortori, mentre sui cieli di Biancavilla sorvolava un elicottero per monitorare le attività. A mettere le manette ai polsi al boss, nella sua abitazione di Spartiviale, ci ha pensato proprio il cap. Cipolletta.

La gestione monopolistica del trasporto merci su strada, il traffico di droga, l’imposizione del pizzo ad attività commerciali e imprenditoriali: sono i filoni dell’inchiesta che ha portato 19 persone sul banco degli imputati. In 13 hanno scelto il rito abbreviato (con udienza fissata il 24 settembre), altri sei seguiranno il rito ordinario con prima udienza dibattimentale l’1 ottobre.

«Sono convinto – ha ribadito il capitano – che le cose cambieranno. Stiamo lavorando bene, tutte le istituzioni stanno lavorando bene. Ognuno deve fare la propria parte, dall’operaio al professionista a chi ha incarichi pubblici. Sappiate che i carabinieri danno il massimo per il ruolo sociale che hanno».

Cipolletta lascia una Compagnia che ha eseguito indagini su ogni fronte e una stazione di Biancavilla che dimostra un rilevante impegno quotidiano, sotto la guida del maresciallo Francesco De Giovanni. Parole di gratitudine sono state espresse dal sindaco Antonio Bonanno: «Un saluto a un professionista di rara qualità e un ringraziamento per i 4 anni di intenso lavoro nel nostro territorio». Ringraziamenti da parte del presidente del Consiglio Comunale, Luigi D’Asero. Presenti anche rappresentati dell’associazione antiracket “Libera Impresa”, dell’Associazione Nazionale Carabinieri e di alcune organizzazioni di volontariato di Biancavilla.

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