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Altra vittima del minerale-killer «Presto l’ambulatorio per i malati»

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La recinzione attorno all’area di monte Calvario, fonte delle fibre minerali di fluoroedenite

Nella “Giornata delle vittime dell’amianto”, ancora un aggiornamento sui decessi per mesotelioma pleurico a Biancavilla. Intanto, la Regione valuta il progetto per un ambulatorio di pneumologia: dovrebbe aprire dopo l’estate.

 

di Vittorio Fiorenza

Nella “Giornata mondiale dedicata alle vittime di amianto”, c’è un triste aggiornamento che riguarda Biancavilla: i decessi accertati per mesotelioma pleurico salgono da 52 a 53. Un’altra persona morta a causa dei minerali-killer di fluoroedenite, tipici del centro etneo. È quanto apprende Biancavilla Oggi dall’ufficio di “Igiene pubblica” del distretto sanitario di Adrano dell’Asp Catania. Si tratta del primo caso di mortalità del 2015, che si aggiunge ai due registrati lo scorso anno.

Di contro, vanno anche evidenziati dei passi in avanti per la creazione in paese di un ambulatorio di pneumologia.

«Abbiamo inviato alla Regione i preventivi dei costi –spiega a Biancavilla Oggi, il dr. Rino Distefano, responsabile dell’Ufficio “Igiene pubblica” di Adrano– attendiamo risposta e contiamo di potere aprire l’ambulatorio dopo l’estate. Prenderà in carico persone ammalate non solo di mesotelioma, ma di quelle patologie come branchipatie e fibrosi connesse».

Il progetto avrà una durata biennale. Ancora da decidere in cui fare sorgere la struttura. Essendo legata all’Asp di Catania, il luogo naturale dovrebbe essere l’ospedale “Maria Santissima Addolorata” e questo comporterebbe l’assunzione di personale, in primis la figura di uno pneumologo.

Ecco perché si sta anche valutando la possibilità di appoggiarsi ad una struttura già esistente e dotata di personale e macchinari, che è la Casa di Cura “Mons. Giosuè Calaciura” di contrada “Croce al vallone”, nella quale –come si legge nel sito istituzionale– «è possibile effettuare un percorso di riabilitazione polmonare completo e personalizzato, anche attraverso gli esercizi svolti presso una palestra attrezzata per interventi respiratori».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ss 284, a Biancavilla sparito lo spartitraffico: appello per il ripristino

Intervento dell’associazione Aiace: «Non possiamo aspettare che si verifichi un’altra tragedia»

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I birilli spartitraffico lungo la Strada Statale 284, nel tratto di Biancavilla, non ci sono più. Con il tempo sono stati distrutti, danneggiati, scardinati. Eppure non erano lì per caso. Quei dispositivi flessibili erano stati fortemente voluti, attraverso petizioni e prese di posizioni, da cittadini di Biancavilla, Adrano, Bronte e dei centri vicini. Una volontà contro incidenti stradali in un’arteria ad alto rischio. L’assenza dello spartitraffico adesso riaccende i riflettori sulla sicurezza.

L’Associazione Consumatori AIACE, attenta su questi temi e sulla Ss 284, lancia un appello urgente alle istituzioni (Comune di Biancavilla, alla Prefettura, all’Anas e alla Polizia Stradale): «Chiederemo formalmente agli enti competenti il ripristino immediato della barriera spartitraffico con i birilli flessibili. Non possiamo aspettare che si verifichi un’altra tragedia».

L’associazione chiede interventi concreti anche per altri aspetti: un manto stradale drenante, che non si trasformi in una trappola a ogni pioggia; una pavimentazione a norma, senza buche né tratti usurati; aree di sosta sicure e pulite, libere da rifiuti e cani randagi, che rappresentano un pericolo reale per chi è alla guida; guard rail a norma, per contenere i veicoli in caso di uscita di strada.

Tutti elementi che – denuncia l’associazione – risultano assenti in lunghi tratti della Strada Statale 284, la principale arteria che collega Biancavilla, Adrano, Santa Maria di Licodia e Paternò.

«Autovelox non omologato, annullato verbale»

Intanto, l’associazione cita l’avv. Andrea Carmanello che ha reso nota una sentenza recentissima del Giudice di Pace di Biancavilla con cui è stato annullato un verbale elevato con autovelox. Il motivo? Il dispositivo era approvato ma non omologato, contrariamente a quanto stabilito dalla Cassazione.

«Una decisione di grande valore, che può aprire la strada – sottolinea Aiace – a molti ricorsi e annullamenti, anche in altri comuni. È bene che i cittadini lo sappiano, perché conoscere i propri diritti è il primo modo per difendersi».

«Non si può morire per strada mentre si va a lavorare, a scuola o semplicemente si torna a casa – scrive l’associazione –. La sicurezza non può ridursi a qualche autovelox. Sappiamo bene che in molte zone d’Italia questi strumenti sono stati utilizzati più per fare cassa che per prevenire realmente incidenti. Ma non è così che si salvano vite».

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Lavoratori del supermercato sfruttati, l’arcivescovo: «Vergogna, boicottiamo»

Renna interviene sul caso di Biancavilla: «A fare la spesa si rischia di essere complici di forme predatorie»

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© Foto Biancavilla Oggi

«È una grande vergogna, soprattutto per noi cristiani, trattare così i nostri fratelli. Siamo pronti a boicottare chi non rispetta la dignità dei lavoratori».

Non usa mezzi termini, l’arcivescovo di Catania, Luigi Renna, per intervenire sulla vicenda del supermercato di Biancavilla con dipendenti sfruttati e paghe anche sotto due euro l’ora. Una scoperta della Guardia di finanza che ha portato agli arresti domiciliari il titolare e il direttore commerciale e al sequestro preventivo della società.

«Mi indigna profondamente – rincara Renna – anche il fatto che, continuando a fare acquisti in certi supermercati, rischiamo di diventare complici di queste ingiustizie. Se non ci sarà un cambio di rotta, sarà giusto invitare a non consumare in quei punti vendita».

Un appello ai consumatori per scelte responsabili e consapevoli anche quando vanno a fare la spesa. Sì, perché il caporalato non è confinato al settore agricolo, come ha rilevato l’inchiesta di Biancavilla.

«Non parliamo – dice, non a caso, il vescovo – solo di un ambito specifico come quello agricolo, ma di un sistema che tocca i consumi quotidiani, le catene commerciali, dove il profitto sembra giustificare tutto e lo sfruttamento assume forme predatorie».

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