Cronaca
Mamme derubate all’asilo: coro di indignazione per un gesto vile


L’ingresso del plesso “Cielo stellato” di Biancavilla
Miserabili, vergogna, meschini. Sono questi i termini che su Facebook si rincorrono e si ripetono a commento del link, cliccatissimo e condiviso decine di volte, riferito alla notizia, riportata da Biancavilla Oggi, sulle due mamme derubate all’asilo “Cielo stellato”, mentre assistevano alla recita dei propri bambini. Un episodio di cui con ogni probabilità è protagonista uno dei genitori stessi.
Sul social network, dove nel giro di poche ore il link è stato visualizzato da oltre 13mila utenti, c’è un coro unanime di indignazione. “Ma come si fa?”, si chiede un papà. “Come ci siamo ridotti in questo paese?”, osserva un altro. “Dovevano perquisirli tutti, anche all’asilo dobbiamo guardarci le spalle”, sbotta un’altra utente. E ancora: «Hanno rovinato la festa a quei piccoli».
Intervengono pure alcuni che si trovavano a scuola: «Sono il genitore di uno dei bambini che si sono esibiti stamattina ed ero presente, un episodio veramente meschino e vergognoso. L’autore del gesto sicuramente non ha dignità alcuna. Sono schifato!».
Un’altra mamma commenta così: «I bambini non hanno percepito, ma noi tutti siamo rimasti di stucco. Non hanno avuto neanche un briciolo di pudore per gli insegnanti, che per i nostri figli si fanno in quattro. È stato uno schifo anche per l’istituto: la dirigente era presente. Vergognoso, soprattutto sotto Natale».
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Cronaca
Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa
L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.
Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.
L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.
A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.
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Cronaca
Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»
Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.
Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.
Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.
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