Detto tra blog
Giochi e sport per disabili: assenze che non favoriscono l’integrazione
Uno dei fattori integrativi di rilevante importanza è rappresentato dal gioco e dallo sport con e per le persone aventi disabilità. Giochi e sport mancanti a Biancavilla. Eppure, se qualcosa fosse realizzata, oltre ad integrare le persone con disabilità, si integra anche ulteriormente il pensiero di normalità assoluta.
Sono molto importanti gioco e sport: non sono da ignorare né vanno considerati progetti irrealizzabili. Giochi fattibili nelle scuole, oratori e, volendo, anche nella giornata della disabilità, ogni 3 dicembre. Giochi che riducono l’handicap e che sono alla portata di tutti e modificabili in base alle esigenze.
Oltre ai giochi sarebbe molto bello realizzare attività sportive come il baskin (o altro) per persone con disabilità in mix con i normodotati, fortificando gli uni e gli altri. Sport in cui le due persone, il disabile e il non disabile, usano le stesse risorse, cioè le proprie abilità, facendo leva sulla determinazione personale e condividendo anche lo stesso obiettivo: raggiungere il confine dei propri limiti attraverso il superamento di ostacoli.
Il maggior vantaggio dello sport rispetto ad altre attività rivolte alle persone con disabilità è quello di favorire l’integrazione sociale. Nell’attività sportiva viene stimolata la crescita attraverso il gruppo, nonché la valenza formativa e le occasioni di apprendimento che si verificano al suo interno. Appartenere ad una squadra, confrontarsi con gli altri e condividere le emozioni suscitate dall’attività, sono tutte esperienze fondamentali per la crescita personale nella sua dimensione relazionale.
Approfitto di questo spazio datomi da Vittorio Fiorenza per dire che sono a disposizione di quanti vorrebbe realizzare qualcosa in tal senso.
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Detto tra blog
Biancavilla insensibile alla strategia “plastic free”: chiude la “Casa dell’acqua”
In altre città è un successo, da noi è un flop: mancano senso civico, rispetto ambientale e cultura “green”
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di VINCENZO RUSSO
Era stata inaugurata due anni fa in piazza Don Bosco ed era stata annunciata come un’iniziativa di civiltà. La “Casa dell’acqua” era a disposizione di tutti: il prezioso liquido controllato ed adeguatamente filtrato ad un prezzo di 5 centesimi a litro. Ognuno, con una tessera acquistabile in alcuni punti vendita di Biancavilla, avrebbe potuto riempire proprie bottiglie. Un gesto semplice con una duplice finalità: risparmiare sull’acquisto di acqua ed evitare la disporsione di plactica. Un gesto che ogni cittadino attento alla comunità e alla causa ecologica (che riguarda tutti indistintamente) avrebbe dovuto compiere con convinzione.
Invece, poche decine di biancavillesi hanno usufruito del servizio, aderendo civilmente alla strategia “plastic free” e contribuendo ad una minore diffusione della plastica. Così, mentre in diverse altre città (anche vicine alla nostra), le “Case dell’acqua” sono ampiamente utilizzate, da noi si assiste all’esatto opposto.
A Biancavilla, la ditta che gestisce il servizio ha dovuto constatare la non sostenibilità. Pertanto, la piccola struttura di erogazione idrica di piazza Don Bosco – come recita un avviso – è destinata ad essere disinstallata. Anzi, il termine ultimo era stato già fissato per febbraio per gli utenti che ancora hanno credito da spendere.
Non è una buona notizia, questa. Perché Biancavilla si dimostra ancora una volta insensibile a regole di civiltà, al rispetto ambientale e alla cultura “green”. Che grande delusione! Mi chiedo quanti politici di destra e di sinistra abbiano utilizzato la “Casa dell’acqua”, giusto per dare l’esempio.
Dove sono i cosiddetti “ambientalisti” da tastiera? E dove sono coloro che in piazza Roma avevano parlato di “plastic free”? Forse era solo un pretesto per auto propaganda a favore di telecamere per poi andare a fare la spesa, riempendo la macchina di confezioni d’acqua in bottiglie e cellophan di plastica. Sta di fatto che su 8mila famiglie biancavillesi, soltanto alcune decine hanno usato la “Casa dell’acqua”. A loro va un plauso, a tutto il resto un velo pietoso.
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