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L’assessore Bonanno: «I ragazzi che scavalcano? Io li vedo in “diretta”»

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di Vittorio Fiorenza

«Le immagini che avete pubblicato, purtroppo io le vedo “in diretta”, in quanto casa mia si affaccia proprio sulla scuola “Luigi Sturzo”. In tante occasioni, anche prima di essere nominata assessore, ho chiamato i vigili urbani, nel tentativo di fare evitare ai ragazzi di scavalcare. La mia principale preoccupazione, innanzitutto da mamma, è che qualcuno possa farsi male perché, per il resto, non hanno mai fatto danni alla scuola. Vanno lì solo per giocare, ma il rischio che corrono nello scavalcare certamente mi preoccupa».

A parlare è l’assessore alla Pubblica Istruzione, Rosanna Bonanno, a commento delle immagini pubblicate da Biancavilla Oggi, che documentano un’abitudine diffusa nelle strutture scolastiche: entrare in istituto, quando è chiuso, scavalcando cancelli e recinzioni, per utilizzare gli spazi e giocare a pallone.

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Rosanna Bonanno, assessore alla Pubblica Istruzione

Immagini corredate da una riflessione sulle possibilità carenti di spazi ed occasioni che Biancavilla offre ai ragazzi, a maggior ragione se si accorcia il tempo di apertura con l’istituzione della “settimana corta”.

«È vero –spiega l’assessore– abbiamo invitato le scuole ad adottare la settimana corta per ragioni di riduzione di costi, la scelta finale comunque resta a dirigenti, insegnanti e genitori, qualsiasi decisione prenderanno, noi la rispetteremo. Va anche detto ai ragazzi che esistono adeguate strutture sportive. Basta prendere degli accordi per poterne usufruire e fare qualche oretta di sport. Si possono fare accompagnare dai genitori, non c’è bisogno di entrare a scuola in quel modo. Le alternative, insomma, ci sono. Voi che fate informazione aiutateci a far comprendere a questi ragazzi di non commettere imprudenze».

L’assessore Bonanno annuncia poi, per questi giorni, un tour in tutti i plessi scolastici del paese per toccare con mano le esigenze dei vari istituti per questo inizio di anno scolastico. L’amministrazione comunale, per le esigenze di manutenzione ordinaria di questo momento, ha già stanziato 52mila euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Giornata mondiale della Salute mentale: incontro a Biancavilla sulle sfide attuali

A 45 anni dalla legge “Basaglia” resta da superare ancora lo stigma su chi vive il disagio psichico

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© Foto Biancavilla Oggi

Si è svolto a Biancavilla presso il Centro Polivalente di Villa delle Favare, l’evento per celebrare la Giornata Mondiale della Salute Mentale. Da 150 piazze d’Italia, connesse in live streaming, è stato trattato il tema “DSM e cittadini uniti per la salute mentale”. Un’occasione per discutere argomenti che parlano non di malattia ma di benessere psichico delle persone. Argomenti che quindi riguardano tutti i cittadini e non solo utenti e operatori addetti ai lavori, così come ha spiegato il direttore del DSM dell’Asp di Catania, Carmelo Florio.

Nella nostra provincia per raggiungere il territorio, le persone, le istituzioni, il programma ha previsto sei location. Oltre Biancavilla, anche Acireale, Caltagirone, Gravina, Catania presso il Convitto Cutelli e l’Istituto Valdisavoia.

Problemi sempre attuali

Sono trascorsi più di 45 anni dalla emanazione della Legge “Basaglia”. Rimane ancora aperto il problema di una giusta informazione che faccia superare lo stigma e la discriminazione sul disagio mentale e dia la possibilità di sostenere processi di inclusione nei confronti di chi si trova a viverlo.

Secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, si calcola che i disturbi mentali possono essere collocati ai primi posti come intensità di sofferenza e di disabilità per la popolazione con un netto aumento nei paesi più industrializzati.

L’Unicef nel 2021 lanciò l’allarme affermando che un adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale. La sofferenza che accompagna e segue la malattia mentale, causa disequilibri nell’armonia interiore e psicologica dell’essere umano. Il disagio a volte diventa così insopportabile da spingere quasi 46.000 adolescenti ogni anno a togliersi la vita.

Circa il 25% della popolazione italiana fa esperienza di un problema legato alla salute mentale. In un anno i servizi specialistici del Servizio sanitario nazionale assistono quasi novecentomila persone.

Il ruolo del Dsm

A operare nel territorio, in maniera capillare, si trovano i Distretti di Salute Mentale che, come recita la nota informativa dell’evento odierno, «affondano le loro radici nella “deistituzionalizzazione” avviata con la riforma psichiatrica della Legge 180, sui cui valori fondanti occorre ancorare ogni ulteriore sviluppo nelle politiche di salute mentale: approccio comunitario di salute pubblica, primato della soggettività, dei diritti e delle risorse della persona, dell’inclusione sociale». Perché lo scopo principale dei servizi psichiatrici, è proprio quello di stabilire un percorso terapeutico individuale, senza separare la persona dal suo ambiente, anzi fronteggiando il rischio costante della marginalizzazione.

Diverse anche le criticità sulle quali conviene soffermarsi per trovare punti di accordo e soluzioni concrete. «Occorre operare perché vengano date dai DSM risposte differenziate alla psicopatologia dell’adolescenza, ai disturbi del comportamento alimentare, ai disturbi di personalità, ai disturbi dello spettro autistico, ai disturbi psichiatrici associati alle disabilità intellettive», continua la nota. Nella proposta del Collegio Nazionale dei DSM vengono definite anche alcune priorità di azione che tengono conto delle difficoltà storiche e dei notevoli cambiamenti sociali in corso riguardanti essenzialmente gli investimenti e il personale, i modelli organizzativi e, infine, i rapporti tra psichiatria e giustizia.

L’essere umano al centro di ogni intervento

Il metodo da perseguire e portare avanti è quindi quello di un intervento discreto e delicato che metta al centro l’uomo, restituendo significato dove sia stato perduto, nella crisi, nello smarrimento di un Sé frammentato e turbato dagli avvenimenti di una condizione che mina l’essenza stessa della persona e si ripercuote immancabilmente nei rapporti con gli altri. Indicative le parole di Basaglia quando disse che l’irrecuperabilità di un malato è spesso implicita nella natura del luogo che lo ospita. Una società per dirsi civile dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, presenti entrambi in ogni essere umano.

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