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Cumuli di rifiuti fanno da “barriera” Show dell’inciviltà in contrada Pulica

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Rifiuti in contrada Pulica, anche all'ingresso dei fondi agricoli

Rifiuti in contrada Pulica, anche all’ingresso dei fondi agricoli

di Vittorio Fiorenza

I cumuli di rifiuti, in certi punti, ostruiscono pure gli ingressi dei fondi agricoli. I proprietari sono costretti a passare sopra il tappeto di immondizia.

«E’ un’indecenza, non ho mai visto nessuno che controlli», si lamenta un anziano intento a lavorare nella sua campagna.

Contrada Pulica, a nord di Biancavilla: lungo la strada, che scavalca la Ss 284, è un “fiorire” di microdiscariche.

Un cartello del Comune, affisso alcuni anni fa, a firma del sindaco Giuseppe Glorioso e dell’allora assessore Pasquale Lavenia (oggi esperto del primo cittadino in materia di rifiuti) ricorda che «chi abbandona rifiuti è un essere incivile». Ma a considerare dall’immondizia accumulata, non ha funzionato da deterrente.

Così come non ha intimorito nessuno un altro cartello comunale sulla Sp 156, a sud di Biancavilla, che avverte della presenza di un sistema di videosorveglianza (in realtà inesistente).

Anche qui, i cumuli di rifiuti si estendono lungo oltre un chilometro. Per due giorni, operai hanno cominciato a rimuoverli. Ma poi, l’intervento si è bloccato. E la spazzatura continua ad aumentare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»

Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate

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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».

Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.

Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.

C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.

«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».

«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».

Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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