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Cronaca

Casa e capannone con allaccio Enel abusivo e 1000 quintali di legna illecita

Arrestato dai carabinieri della stazione di Biancavilla un 64enne per furto di energia e ricettazione

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Un 64enne di Biancavilla, pregiudicato e sottoposto ai “domiciliari”, è statpo arrestato dai carabinieri per furto aggravato di energia elettrica e ricettazione. È l’esito di una perquisizione in casa effettuata dai militari della stazione con l’ausilio dei tecnici Enel.

Questi ultimi, in un primo momento, hanno avuto difficoltà a rintracciare l’allaccio abusivo diretto dell’energia elettrica. Ma lo hanno poi trovato ben murato al di sotto del misuratore.  

I controlli si sono poi estesi ad un terreno in uso all’uomo, ubicato proprio di fronte alla sua abitazione, e dove si trova anche un capannone industriale di circa 400 mq.

Trovati qui diversi macchinari e cataste di legna, già tagliata e pronta per la vendita. Il capannone era alimentato da energia elettrica trifase, tramite un lungo cavo aereo che passava dalla linea pubblica in corrispondenza della casa del 64enne fino al suo deposito. Qui, i tecnici hanno accertato un secondo allaccio diretto abusivo.

L’intero capannone, seppur pieno di legname, è risultato sprovvisto di qualsiasi dispositivo antincendio. L’impianto elettrico non era a norma e collegato direttamente alla rete pubblica. Circa 150mila euro il danno arrecato all’Enel.

La legna accatastata, circa 1000 quintali, sprovvista di documentazione di provenienza, è stata ritenuta dai carabinieri di illecita origina e quindi sequestrata.

I carabinieri hanno messo il 64enne a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato l’arresto disponendo per lui la risottoposizione agli arresti domiciliari.  

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Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

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