Cronaca
Casa e capannone con allaccio Enel abusivo e 1000 quintali di legna illecita
Arrestato dai carabinieri della stazione di Biancavilla un 64enne per furto di energia e ricettazione
Un 64enne di Biancavilla, pregiudicato e sottoposto ai “domiciliari”, è statpo arrestato dai carabinieri per furto aggravato di energia elettrica e ricettazione. È l’esito di una perquisizione in casa effettuata dai militari della stazione con l’ausilio dei tecnici Enel.
Questi ultimi, in un primo momento, hanno avuto difficoltà a rintracciare l’allaccio abusivo diretto dell’energia elettrica. Ma lo hanno poi trovato ben murato al di sotto del misuratore.
I controlli si sono poi estesi ad un terreno in uso all’uomo, ubicato proprio di fronte alla sua abitazione, e dove si trova anche un capannone industriale di circa 400 mq.
Trovati qui diversi macchinari e cataste di legna, già tagliata e pronta per la vendita. Il capannone era alimentato da energia elettrica trifase, tramite un lungo cavo aereo che passava dalla linea pubblica in corrispondenza della casa del 64enne fino al suo deposito. Qui, i tecnici hanno accertato un secondo allaccio diretto abusivo.
L’intero capannone, seppur pieno di legname, è risultato sprovvisto di qualsiasi dispositivo antincendio. L’impianto elettrico non era a norma e collegato direttamente alla rete pubblica. Circa 150mila euro il danno arrecato all’Enel.
La legna accatastata, circa 1000 quintali, sprovvista di documentazione di provenienza, è stata ritenuta dai carabinieri di illecita origina e quindi sequestrata.
I carabinieri hanno messo il 64enne a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato l’arresto disponendo per lui la risottoposizione agli arresti domiciliari.
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Cronaca
Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati
Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti
Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).
Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.
Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.
Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.
In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.
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