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Per Villa delle Favare stanziati 200mila euro per un museo multiculturale

Non solo Pippo Coco e Antonio Bruno: si aggiungeranno reperti archeologici e opere d’arte africana

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A Villa delle Favare nascerà il Museo multiculturale della Città di Biancavilla. Grazie a un finanziamento di 200mila euro della Regione Siciliana, l’amministrazione si appresta a realizzare un polo culturale di altissimo livello. Ci sarà la “Collezione Portal”: reperti archeologici delle età arcaica ed ellenistica. Si aggiungerà la donazione di Antonino Crispi, cittadino biancavillese che ha vissuto a lungo in Sudafrica, Botswana, Congo e Tanzania. Teste di leone imbalsamate, zanne di elefanti e altri oggetti di arte africana.

Il progetto del “Museo Civico Multiculturale” è stato al palazzo comunale con l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone. Con lui, gli eredi dell’Abate Salvatore Portal e anche Francesco Crispi, 94 anni gran parte dei quali vissuti in Sudafrica. Assieme al sindaco Antonio Bonanno, l’assessore Vincenzo Randazzo e la consulente Pina Furnari che seguono il laborioso iter.

Presente l’ex sindaco Mario Cantarella. A lui si deve l’acquisizione del patrimonio artistico del celebre illustratore biancavillese Giuseppe “Pippo” Coco, già esposto a Villa delle Favare. Disegni e illustrazioni del Maestro Coco faranno parte del Museo Multiculturale.

Villa delle Favare – lo ricordiamo – ospita la Biblioteca “Gerardo Sangiorgio”, con il prezioso fondo letterario del poeta e scrittore futurista Antonio Bruno. Ma anche le opere di Antonino Distefano e di Giuseppe Finocchiaro (D’Inessa) e le creazioni sartoriali di Salvatore Papotto, ‘couturier’ celebrato in tutta Italia. 

«Siamo già al lavoro – afferma il sindaco Bonanno – per catalogare tutti i beni non ancora inventariati e per allestire, subito dopo, una esposizione all’insegna della modernità. Sarà un Museo del Terzo Millennio, luogo d’incontro tra culture diverse e tra passato e presente. Una volta ultimato, come prima cosa lo inseriremo nella rete dei musei siciliani».

«Il museo – osserva l’assessore Vincenzo Randazzo – comprenderà anche la Galleria di arte moderna e contemporanea, voluta dal prof. Salvo Mazzone, contenente varie sculture e pitture di artisti siciliani, anche del nostro territorio».

«È un onore per gli eredi Portal – sottolinea Piero Portale – affidare al Comune di Biancavilla, con la formula del comodato d’uso, un patrimonio di alto valore culturale che merita di essere conosciuto dai siciliani e dai giovani in particolare».

«Una vera gioia – spiega Francesco Crispi – donare alla mia città oggetti e manufatti di grande interesse antropologico collezionati in oltre 50 anni di mia permanenza in Sudafrica. Affrettatevi a realizzare il Museo, voglio essere presente alla sua inaugurazione».

Che si tratti di un progetto ambizioso al quale l’istituzione regionale vuole continuare a dare il proprio sostegno lo conferma l’assessore regionale Falcone: «Questo Museo che sta per nascere rappresenta una forte attrattiva sul piano culturale e turistico che permette a Biancavilla di entrare in una rete museale. Dopo i 200 mila euro, altri finanziamenti arriveranno dalla Regione per la gestione della struttura. È un impegno che la Regione vuole riconfermare negli anni a venire».

Collezione Portal

La collezione denominata Portal (o anche Portale) fu raccolta dall’Abate Salvatore Portal di Biancavilla, nato nel 1789 in una famiglia agiata ma non nobile, da Antonino Portal, farmacista, e da Donna Maria Sangiorgio. La collezione dei reperti archeologici costituisce oggi una delle più importanti attestazioni archeologiche del territorio di Biancavilla. Nel suo complesso annovera 423 reperti tra vasellame, statuette e oggetti in bronzo di età greca, raggruppati in produzioni ceramiche divise in età arcaica ed età ellenistica. Presente un lotto di 33 lucerne e 35 statuette che si dispongono tra l’età arcaica e l’età ellenistica.

Collezione Crispi

La collezione di arte africana, frutto di una donazione privata, presenta centinaia e centinaia di manufatti d’arte tradizionale dell’Africa sub-equatoriale: teste di leone imbalsamate, zanne e sculture in avorio, sculture funerarie in legno finemente inciso e intagliato, oggetti di uso cerimoniale, maschere, figure magiche, feticci, oggetti di uso quotidiano, lavorazioni di vario genere in malachite. Un vasto repertorio di arte e sapienza artigianale che rappresenta un “viaggio” nella storia e favorisce un confronto tra culture diverse. Le centinaia di reperti della collezione riconducono alla cultura africana della vita, della morte, del rispetto degli antenati e della divinazione.

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Cultura

Cinque “letture antifasciste”: storia e memorie della Biancavilla democratica

Libri pubblicati dalla nostra casa editrice “Nero su Bianco” che ogni biancavillese deve conoscere

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Il palazzo Portale in epoca fascista © Nero su Bianco Edizioni

Settantanovesimo anniversario della liberazione d’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista, giorno fondamentale per la storia del nostro Paese e simbolo della lotta partigiana e dell’esercito regolare, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.

Il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò, infatti, l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, con l’ordine impartito a tutte le forze partigiane del nord Italia di attaccare i presidi fascisti e tedeschi.

Una memoria che appartiene ad ogni comune italiano perché ogni comunità ha vissuto fatti che riguardano il Ventennio e la tragedia della guerra. Una memoria, la propria, che Biancavilla sconosce o poco ha coltivato. Per questo, per colmare tale vuoto, Nero su Bianco, editore del nostro quotidiano online, ha promosso la pubblicazione di diversi volumi. Letture che in occasione di una tale ricorrenza tornano utili perché raccontano gli anni precedenti o successivi a quella data simbolo nel nostro comprensorio e alcuni dei fatti più importanti che hanno segnato le vite dei nostri concittadini.

Quella prima sommossa antifascista

Un volume fondamentale, scritto da Alfio Grasso, è “Biancavilla contro il Duce. 23 dicembre 1923, la prima sommossa popolare antifascista”. Un libro che racconta, analizzando il contesto politico e sociale in cui maturò, la rivolta dei biancavillesi a seguito dell’introduzione della “tassa sulla paglia”. Un’imposizione del commissario prefettizio che colpiva tutta la popolazione. Imponenti manifestazioni di piazza, l’assalto alla “Casa del Fascio” e alla caserma delle guardie municipali, incendi nei casotti del dazio, la rabbia contro il “Casino dei civili”, le minacce di dare fuoco al Municipio condussero le autorità dell’epoca, nonostante l’assedio di truppe di pubblica sicurezza, carabinieri e milizia fascista, a cedere alle richieste dei rivoltosi.

Ancora di Alfio Grasso è “Antonio Bruno, letterato e politico”. L’intellettuale-poeta biancavillese viene raccontato per la prima volta anche sotto il profilo politico. Ne viene fuori un sorprendente impegno pubblico (fu eletto al Consiglio Comunale con il massimo numero di preferenze), sempre a fianco al padre Alfio, l’ultimo sindaco di Biancavilla democraticamente eletto prima del fascismo e dell’era dei podestà.

La ricostruzione della democrazia

Del “dopo liberazione” nel nostro comprensorio ci racconta, invece, Carmelo Bonanno nel suo “Biancavilla e Adrano agli albori della democrazia. La ricostruzione dei partiti, le prime elezioni e i protagonisti politici dopo la caduta del fascismo”. Bonanno riscostruisce la storia locale dell’immediato dopoguerra, segnato da forti contrapposizioni sociali e politiche, tra occupazioni delle terre, “scioperi a rovescio” e battaglie all’ultimo voto tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista.

Battaglie segnate anche dall’attivismo della Chiesa e della Camera del lavoro, delle cooperative agricole e dei latifondisti, senza tralasciare il ruolo politico di rilievo delle donne dell’epoca. Ci sono le “bizzoche” cattoliche fedeli allo Scudocrociato e le mogli dei capipopolo con bandiere rosse e falce e martello.

Bonanno racconta della ricostruzione dei partiti, dell’organizzazione di nuove e libere elezioni a suffragio universale e del reinsediamento di sindaci e consiglieri comunali, restituendoci l’immagine viva del clima di speranza in un futuro segnato da libertà e progresso che si respirava alla ripresa della vita democratica.

L’esempio di Gerardo Sangiorgio

Altri due volumi Nero su Bianco sono dedicati ad un illustre biancavillese che si oppose al fascismo, finendo nei campi di sterminio per due anni. Salvatore Borzì, nel suo “Internato n. 102883/IIA. La cattedra di dolore di Gerardo Sangiorgio”, racconta la storia dell’allora studente e poi insegnante biancavillese. Dopo l’8 settembre, si rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò e fu perciò spedito nei lager nazisti. Tornato a casa dopo aver patito immani sofferenze, testimoniò col racconto della sua esperienza ai suoi alunni i valori umani e cristiani che lo avevano guidato nelle sue scelte di vita.

Sempre a cura di Borzì è “Una vita ancora più bella. La guerra, l’8 Settembre, i lager. Lettere e memorie 1941-1945”, volume che riporta lettere e riflessioni dello stesso Prof. Sangiorgio in cui si racconta della guerra, dell’8 settembre e della deportazione nei lager nazisti. Dalle lettere che Sangiorgio spedisce, soprattutto alla madre, emergono tutta l’umanità e il dolore di quella tragica esperienza ma anche la speranza data dalla sua fede religiosa incrollabile.

Cinque volumi che ogni biancavillese di cultura democratica deve leggere perché non può non conoscere la propria memoria e la formazione di quella coscienza civile legata ai valori della nostra Costituzione, nata dalla lotta partigiana e dalla cacciata dei fascisti.

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