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Cronaca

Stalla abusiva in zona Scirfi: maxi-multa di 63mila euro per una donna di 41 anni

Un bellissimo esemplare di cavallo affidato in custodia giudiziale all’Istituto di incremento ippico

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Un fabbricato abusivo adibito a stalla, in contrada “Scirfi”, a Biancavilla: all’interno un bellissimo esemplare di cavallo col mantello di colore rosso –fulvo. È quanto notato dai carabinieri in un servizio perlustrativo delle zone rurali del paese. È scattata così una maxi-multa di 63mila euro.

Da qui, l’immediata richiesta d’intervento dei medici veterinari dell’Asp di Catania per accertare le condizioni di salute dell’animale ed escludere che fosse stato maltrattato. Un dubbio sorto ai militari dopo il ritrovamento di farmaci veterinari, senza che la proprietaria dei luoghi, una 41enne, abbia fornito la prescrizione medica necessaria per l’acquisto e la detenzione.

Accertato che la stalla non aveva il “codice stalla per cavalli” né il passaporto dell’animale. Un documento obbligatorio, che serve a identificare i cavalli destinati al consumo umano e quelli non macellabili.

I carabinieri hanno trovato nella tenuta anche delle galline e delle caprette tibetane, risultate sprovviste del necessario microchip e della documentazione sanitaria.

Al fine di tutelare la salute degli animali, i militari li hanno affidati in custodia giudiziale all’Istituto catanese di incremento ippico per la Sicilia, in stato di isolamento fino all’esito delle analisi infettivologiche e microbiologiche, nella speranza che il cavallo non sia stato adoperato per corse clandestine e, quindi, non sia stato vittima di maltrattamenti.

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Cronaca

Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa

L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

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Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.

Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.

Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.

L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.

A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.

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Cronaca

Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»

Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

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I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.

Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.

Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.

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