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Cronaca

Stalla abusiva in zona Scirfi: maxi-multa di 63mila euro per una donna di 41 anni

Un bellissimo esemplare di cavallo affidato in custodia giudiziale all’Istituto di incremento ippico

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Un fabbricato abusivo adibito a stalla, in contrada “Scirfi”, a Biancavilla: all’interno un bellissimo esemplare di cavallo col mantello di colore rosso –fulvo. È quanto notato dai carabinieri in un servizio perlustrativo delle zone rurali del paese. È scattata così una maxi-multa di 63mila euro.

Da qui, l’immediata richiesta d’intervento dei medici veterinari dell’Asp di Catania per accertare le condizioni di salute dell’animale ed escludere che fosse stato maltrattato. Un dubbio sorto ai militari dopo il ritrovamento di farmaci veterinari, senza che la proprietaria dei luoghi, una 41enne, abbia fornito la prescrizione medica necessaria per l’acquisto e la detenzione.

Accertato che la stalla non aveva il “codice stalla per cavalli” né il passaporto dell’animale. Un documento obbligatorio, che serve a identificare i cavalli destinati al consumo umano e quelli non macellabili.

I carabinieri hanno trovato nella tenuta anche delle galline e delle caprette tibetane, risultate sprovviste del necessario microchip e della documentazione sanitaria.

Al fine di tutelare la salute degli animali, i militari li hanno affidati in custodia giudiziale all’Istituto catanese di incremento ippico per la Sicilia, in stato di isolamento fino all’esito delle analisi infettivologiche e microbiologiche, nella speranza che il cavallo non sia stato adoperato per corse clandestine e, quindi, non sia stato vittima di maltrattamenti.

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Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

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