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San Pasquale: protettore di cuochi, pasticceri, pastori e pure… dei cornuti

A Biancavilla il patrocinio sui mariti traditi: una derivazione della protezione verso i “crasti”

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Nei suoi sketch comici della domenica, durante la trasmissione Che tempo che fa, Nino Frassica si inventa ogni volta un «santo del giorno» dall’improbabile nome e dall’ancora più improbabile patrocinio. Una volta, per esempio, disse che il santo del giorno (del 13 febbraio) fosse «san Accombo (auguri a tutti gli Accombo e le Accombe!), protettore di quelli che al telefono non li chiama mai nessuno e vorrebbero che li chiamasse qualcuno, ma poi quando squilla il telefono dicono “vediamo chi è che rompe!”».

Invenzioni comiche, certo, ma che nascono molto probabilmente come parodia di certe credenze popolari in merito al culto dei santi e alla protezione che garantiscono non solo verso le malattie (mal di gola, mal di denti, mastite, vista ecc.), ma anche verso molte categorie di persone e di animali. Così, medici, infermieri, artigiani, pompieri, fidanzati, partorienti ecc., ma anche cani, pecore, maiali, asini ecc., hanno ognuno il loro santo protettore o la loro santa protettrice.

Alcuni di questi patrocini sono, per così dire, istituzionalizzati. Altri, invece, sono avvertiti solo al livello del cristianesimo popolare e rappresentano il più delle volte la parodia di quello ufficiale.

Prendiamo, per esempio, il culto del santo spagnolo Pasquale Baylon (Pascual Baylón Yubero, 1540-1592) che la Chiesa venera come «confessore della fede nell’Eucarestia» e che alcune vicende legate alla sua agiografia popolare lo hanno reso celebre come protettore delle donne, dei cuochi e pasticceri, e dei pastori. Le donne, in particolare quelle senza marito, invocavano il santo per maritarsi. E recitano questa famosa filastrocca: «San Pasquale Baylonne, /protettore delle donne, / fammi trovare marito, / bianco rosso e colorito, /come voi tale e quale, / o glorioso san Pasquale».

Durante la mia infanzia a Biancavilla sentivo dire, però, che san Pasquale era il protettore dei mariti traditi dalle mogli. Un simile patrocinio è ovviamente destituito di ogni fondamento religioso, ma, tant’è, esiste nelle credenze popolari, come esistono altri santi protettori dei “cornuti”. In Italia un simile patrocinio è popolarmente attribuito a san Martino. In Francia a proteggere i mariti traditi sono san Gengolfo di Borgogna, martire, e sant’Arnolfo, vescovo di Metz, ma l’elenco è lungi dall’essere completo.

Tornando ora a san Pasquale e al suo patrocinio sui mariti traditi, dobbiamo dire che il caso di Biancavilla non è isolato. Questa credenza c’era almeno a Linguaglossa. Come mi informa, infatti, il prof. e amico Paolo Daniele, che colgo l’occasione di ringraziare, il poeta Santo Calì chiama “San Pasquali” l’imperatore Claudio nella sua “traduzione” del celebre passo di Giovenale (I-II sec. d.C.) della VI satira (vv. 114-132) in cui si narra della notte brava di Messalina e del suo ritorno alla casa imperiale: «Li linzola/ di lu lettu, unni runfa San Pasquali/a sonnu ngurdu, mpesta di lu fetu/di lu sburdellu.» (Fimmina). Da questo «protettorato» deriva il fatto che nei dialetti etnei sudorientali con pasquali si indica un ‘uomo tradito dalla moglie’ (Vocabolario Siciliano, III vol.). Si tratta dunque di una credenza molto diffusa.

Ma da dove ha avuto origine questa credenza, non essendoci, apparentemente, nulla che la possa giustificare? Se ci rivolgiamo alle agiografie ufficiali è certo che non troveremo nessuna spiegazione. Dobbiamo perciò cercare altrove. Nel Catalogo illustrato della mostra etnografica siciliana 1892, Giuseppe Pitrè, a proposito dei collari degli animali dipinti, scrive: «Qui va notato che i collari dipinti pei quali è sempre necessaria la mano del pittore popolare, rappresentano sempre soggetti religiosi e devoti. Tra di essi frequente “è la figura di S. Pasquale, protettore degli animali cornuti”». La protezione del santo è riferita dunque ad animali come il bue, il montone o il becco. Negli ambienti pastorali in cui nasce questa forma di devozione, la protezione del santo viene estesa per contiguità ai mariti traditi. I quali sono chiamati proprio becchi, o in dialetto crasti, crastuni e simili.

Per restare, infine, in tema di crasti e di cornuti, concludiamo questa nota, citando un lemma tratto da Occhio di Capra di Leonardo Sciascia. Uno stralcio che ha il sapore di un vero e proprio apologo: «LU CRASTU DI PASQUA. Il castrato di Pasqua: che ignaro bela mentre c’è chi affila il coltello per sgozzarlo. Si dice di chi, tranquillo, ignora il tradimento della moglie. Ma al plurale – “crasti di Pasqua” – siamo tutti: incapaci di ribellione mentre il governo si prepara a sgozzarci con tasse, leva militare, guerra».

PER SAPERNE DI PIU’

“La Sicilia dei cento dialetti” di Alfio Lanaia

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Cultura

“Nero su Bianco”, la nostra casa editrice approda alla distribuzione nazionale

Vittorio Fiorenza: «Un importante traguardo che conferma la qualità della nostra proposta culturale»

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Un ulteriore traguardo raggiunto dalla nostra casa editrice. Nero su Bianco approda alla distribuzione nazionale: ciò consentirà una più ampia diffusione dei nostri libri e una maggiore facilità di reperimento e gestione degli ordini.

Un accordo è stato siglato con Terminal Distribuzione srl, società con sede a Bologna tra le più importanti nel panorama editoriale italiano. I nostri volumi avranno così accesso a tutte le librerie del Paese (a cominciare da Mondadori e Feltrinelli), ma anche alle biblioteche sparse in tutto il territorio nazionale.

«È un obiettivo – sottolinea il direttore editoriale Vittorio Fiorenza – che certifica ancora una volta la qualità della nostra proposta culturale e che sancisce il completamento dei requisiti di una casa editrice che, seppur piccola e indipendente, si distingue in un mercato di nicchia con l’apprezzamento e la partecipazione di autorevoli studiosi e ricercatori».

«Un traguardo – specifica Fiorenza – reso possibile dai nostri autori, competenti e originali, che ci hanno consegnato pagine inedite della nostra storia, delle nostre tradizioni, del nostro dialetto. E certamente da un pubblico attento, curioso e sempre più numeroso».

“Libri con la Sicilia tra le righe” è il motto della casa editrice fondata a fine 2017 da Vittorio Fiorenza, che ha riservato una particolare attenzione a Biancavilla. Una ventina di titoli al momento in catalogo, gran parte dei quali dedicati alla nostra città. Tutti reperibili sul nostro store online NeroSuBiancoEdizioni.it ma anche presso il supermercato Decò di viale dei Fiori, che da alcuni mesi ha consentito di intercettare e raggiungere un nuovo segmento di lettori. Restano attivi gli altri tre punti vendita di Biancavilla (Edicola Verzì, Tabacchi Atanasio, cartolibreria Cart & Game), oltre a quelli di Adrano e Catania.

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