Cronaca
Caffè e dosi di droga: bar di Biancavilla trasformato in un punto di spaccio
Blitz della polizia di Adrano: sorpresi il titolare del locale e il fornitore della sostanza stupefacente
Gli agenti del commissariato di polizia di Adrano hanno arrestato due uomini del posto, responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti.
Da qualche tempo, gli operatori sospettavano che nel territorio di Biancavilla potesse esercitarsi l’attività di spaccio di cocaina all’interno di un esercizio pubblico. Dopo minuziose ricerche, il punto di smercio dello stupefacente è stato individuato in un bar del centro.
Qui i poliziotti hanno notato che alcuni clienti, conosciuti dagli stessi agenti come assuntori abituali di stupefacenti, entravano all’interno del bar, ordinavano un caffè e, oltre alla bevanda, ottenevano una dose di cocaina, in cambio di una banconota da venti euro. Lo scambio avveniva presso il bancone della stessa attività. Il proprietario del bar, secondo gli investigatori, era rifornito di droga a cura di una persona del luogo.
Alla vista dei poliziotti, il rifornitore dello stupefacente, un pregiudicato di 29 anni, ha tentato di sottrarsi alla cattura. È fuggito alla guida del motociclo con il quale era giunto sul posto. Ma è stato prontamente inseguito, raggiunto e bloccato. Il titolare del bar, anche lui con precedenti di polizia, non ha opposto alcuna resistenza.
Cocaina e marijuana nascoste
Gli agenti hanno trovato, accanto al registratore di cassa, un involucro di plastica trasparente contenente trenta dosi di cocaina. Poco più in là un involucro con dentro altre nove dosi di cocaina.
Proseguendo nella perquisizione, i poliziotti hanno rinvenuto, nascosta sotto il bancone, una busta di plastica contenente marijuana pronta per essere immessa sul mercato. Infine, all’interno di uno scatolone, riposto sotto il bancone, hanno trovato 210 euro, costituente il provento dell’attività di spaccio.
I due uomini sono stati portati negli uffici del commissariato in stato di arresto per le attività di fotosegnalamento. Su disposizione del pm di turno, i due sono finiti agli arresti domiciliari. E successivamente liberati: nei loro confronti, nessuna richiesta di misura coercitiva.
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Cronaca
Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati
Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti
Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).
Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.
Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.
Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.
In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.
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