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“Ambulanza della morte”, Le Iene di nuovo a Biancavilla: «Denunciate!»

Ancora una volta gli inviati della trasmissione Mediaset si occupano del caso di Biancavilla

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Ancora una volta “Le Iene” tornano sul caso della “Ambulanza della morte”. Nuovi spunti, nuove testimonianze ma tanta omertà e paura a denunciare.

«Loro sono legati alle organizzazioni mafiose, questa gente è pericolosa»”, dice agli inviati della trasmissione Mediaset uno dei parenti delle vittime.

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Il sospetto che i casi di morti in ambulanza (con iniezione d’aria, ma anche -stando ai racconti raccolti- attraverso soffocamento) siano più dei quattri trattati nei processi ai due imputati: Davide Garofalo (rito ordinario) e Agatino Scalisi (rito abbreviato). Per questo, il servizio de Le Iene è un appello a rompere il muro di silenzio: «Denunciate!».

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Cronaca

Preso a calci e pugni per avere osato mandare un messaggio ad una ragazza

La vittima è un 40enne, gli aggressori sono due congiunti: per due anni sottoposti a “Daspo urbano”

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Divieto di accesso ad alcuni esercizi pubblici. Un provvedimento – il cosiddetto “Daspo urbano” – emesso dal questore di Catania e che i carabinieri hanno notificato ad un 50enne e al figlio 30enne per avere partecipato ad una violenta lite. In quell’occasione, i due avevano aggredito un altro biancavuillese di 40 anni.

Una lite prolungata, i cui retroscena erano stati ricostruiti dai militari, dopo un’accurata indagine.

La persona aggredita, secondo quanto riferiscono i carabinieri, avrebbe inviato un messaggio tramite smartphone ad una giovane, legata sentimentalmente al 30enne. Tanto è bastato per accendere la scintilla della contesa, avvenuta lo scorso agosto presso il bar in cui lavorava la ragazza.

Il fidanzato di lei e suo padre si sono presentati davanti al 40enne. Prima un’accesa discussione, poi calci e pugni verso l’uomo, ritenuto responsabile di avere importunato la ragazza. Un’aggressione che gli ha procurato la frattura del naso con una prognosi di 30 giorni, indicata dai medici del pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata”.

I due aggressori, dopo la denuncia, sono stati sottoposti ora al provvedimento del “Daspo urbano”, che vieta loro per due anni non solo di entrare nel bar in cui sono avvenuti i fatti, ma anche di stazionare nei pressi di locali di Biancavilla adibiti alla somministrazione di alimenti e bevande.

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