Cronaca
Malato Covid fugge dall’ospedale, va al supermercato, torna a casa: denunciato
Un comportamento che i carabinieri definiscono «dissennato e sprezzante della pubblica incolumità»


Aveva una polmonite interstiziale ed un severo quadro clinico, a causa dell’infezione da coronavirus. Per questo, era ricoverato all’ospedale “Maria Santissimo Addorolata”. Ma ad un certo punto, il paziente, 64enne di Maletto, ha deciso di abbandonare la struttura sanitaria, senza avvertire nessuno. L’uomo è uscito dall’ospedale, è passato pure da un supermercato e poi ha fatto ritorno a casa attraverso la Ferrovia Circumetnea.
I fatti si riferiscono a più di due settimane fa, ma i carabinieri ne danno notizia adesso. Sono stati i militari della stazione di Maletto a denunciarlo per inosservanza di un ordine emesso per impedire la diffusione di una malattia.
Facile immaginare la sorpresa del personale medico e paramedico, quando ha trovato il letto vuoto mentre il degente stava per raggiungere la propria madre a Maletto, avvalendosi del trasporto della Fce.
Come se non bastasse, l’uomo, prima di recarsi a casa, aveva fatto ingresso in un supermercato, procedendo tranquillamente a fare rifornimento di acqua e altre cose da mangiare. Un comportamento che i carabinieri hanno defiinito «dissennato e sprezzante della pubblica incolumità».
A localizzarlo sono stati i carabinieri di Maletto e di Biancavilla i quali, lo hanno fatto assistere da personale medico dell’Usca di Randazzo e del 118 di Bronte. Quindi, il trasporto di nuovo all’ospedale di Biancavilla per continuare il ricovero. La denuncia, però, è stata inevitavile.
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Cronaca
Amianto, casalinga morta a 55 anni: chiesto risarcimento di 500mila euro
Causa contro il Comune ma è difficile provare responsabilità, il sindaco: «Ci sono gli indennizzi»


Non era mai accaduto da quando Biancavilla sa di convivere con la minaccia del minerale-killer: la fluoroedenite di monte Calvario, simile all’amianto, fonte di un inquinamento naturale che ha determinato decine di morti per tumore alla pleura. Ma adesso, al palazzo comunale, una famiglia che ha perso una persona cara a causa del mesotelioma chiede ora un risarcimento di 500mila euro.
Sono passati 26 anni dall’evidenza dei dati epidemiologici e 21 dalla scoperta e identificazione della fibra, riconosciuta a livello internazionale come “nuovo minerale” con proprietà altamente cancerogene. In tutti questi anni, nessuno aveva tentato una causa al Comune. Eppure, di morti per questa neoplasia che non lascia scampo, Biancavilla ne conta dal 1988 ad oggi circa 70, anche se la stima è che quelli reali siano almeno il doppio.
La causa civile al Tribunale di Catania
Tra questi, una donna di 55 anni, casalinga, deceduta nel 2012. Sono stati il marito e due figli ad avviare il procedimento alla sezione civile del Tribunale di Catania, adducendo una responsabilità con culpa in omittendo. Si punta il dito sul Comune per presunte omissioni nell’obbligo di tutelare la salute pubblica, soprattutto dopo che cause ed effetti dell’incidenza eccessiva di mesotelioma a Biancavilla sono stati ampiamente documentati dalla letteratura scientifica.
Una causa legittima, ma dal verdetto non così scontato per la famiglia biancavillese. La mobilitazione istituzionale, a partire dal 1997, per affrontare la problematica, non è mai mancata. Tenendo conto, poi, del lunghissimo periodo di incubazione tipico di questa patologia tumorale, i decessi finora avvenuti sono da considerare conseguenze di un’esposizione al rischio cominciata ben prima della fine degli anni ’90, quando il paese ha preso coscienza dell’esistenza del minerale-killer. Ad ogni modo, l’esito della causa civile dovrebbe arrivare il prossimo ottobre.
Aperta la strada dell’indennizzo una tantum
Se la strada dei risarcimenti si presume dallo sbocco incerto, quella da percorrere per vittime e famigliari delle vittime riguarda gli indennizzi. Fino a pochi anni fa anche questa possibilità – riservata solo a lavoratori esposti al rischio amianto – era impensabile da applicare alla realtà di Biancavilla. Ma interventi parlamentari e ministeriali hanno riconosciuto l’unicità del caso Biancavilla. Un cambio di rotta possibile anche dopo che la fluoroedenite è stata riconosciuta cancerogena dall’International Agency for Research on Cancer, riunita a Lione con 21 esperti di 10 paesi europei.
«Si sta lavorando – conferma a Biancavilla Oggi il sindaco Antonio Bonanno – agli indennizzi ai familiari delle vittime dell’esposizione ambientale. Vittime che per la prima volta vengono equiparate a coloro che si sono ammalati per esposizione lavorativa». Per queste ragioni, «ci stiamo interfacciando con l’Animil», l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.
«È stato possibile – sottolinea il primo cittadino – aumentare i fondi nell’ultima finanziaria. Nel decreto Milleproroghe sono state facilitate, inoltre, le procedure per ottenere un indennizzo una tantum, quantificato in 15mila euro, la cui erogazione compete all’Inail».
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