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Cronaca

Le tossiscono in faccia e la sputano: denunciati due “bulli” e due poliziotti

È accaduto a Catania ad una donna di Biancavilla, che si rivolge ora alla Procura e alla Questura

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Un gesto assurdo e irresponsabile. Un gesto che configura un vero e proprio reato. Due ragazzi, con fare e atteggiamento da bulli, si sono avvicinati ad una biancavillese, l’hanno “puntata” e uno di loro le ha tossito in faccia. È accaduto a Catania, nel viale Africa, mentre la donna era appena uscita da un negozio. Segnalati subito ad una pattuglia di poliziotti perché potessero essere identificati, gli agenti avrebbero promesso di intervenire ma in realtà sono andati via, senza fare nulla.

Come apprende Biancavilla Oggi, la malcapitata, domiciliata a Catania, quindi si è decisa a presentare una denunciata-querela sia contro i giovani sia contro i poliziotti.

Così, la biancavillese racconta i fatti: «Non appena i due ragazzi sono arrivati vicino a me, quello più basso si avvicinava di proposito e, ghignando, mi tossiva sul volto, sputando. Il gesto è stato fatto di proposito. Io indossavo la mascherina. I due ragazzi, no. Io non ho reagito ma, non appena i due mi hanno superata, mi sono incamminata dietro di loro con la speranza di incontrare una pattuglia delle Forze dell’Ordine».

In effetti, due poliziotti erano sostati in piazza Europa con una jeep Renegade di servizio. A loro sono stati raccontati i fatti appena accaduti. Uno degli agenti «mi ha interrotta e, frettolosamente, mi ha detto che lui e il collega si sarebbero recati dai due ragazzi», specifica la donna. Cosa che però non sarebbe successa.

«A quel punto, mi sono resa conto che il poliziotto mi aveva presa letteralmente in giro ma, soprattutto, costatavo che, unitamente al suo collega, aveva omesso di identificare i due soggetti che avevano violato, e verosimilmente avrebbero continuato a farlo, la normativa in vigore a tutela della salute pubblica, mettendo a rischio l’incolumità delle persone che andavano incontrando».

Da qui, la denuncia, indirizzata alla Procura della Repubblica di Catania e al questore Mario Della Cioppa, contro i due giovani per violenza privata e violazione delle disposizioni anti-Covid, ma anche contro i due poliziotti per eventuali reati che dovessero essere accertati.

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Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

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