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Grido d’allarme verso l’Asp: «Attenzione a malati no-Covid e pronto soccorso»

Pubblichiamo il contributo di un esponente di maggioranza, nonché operatore sanitario dell’ospedale

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© Foto Biancavilla Oggi

di AGATINO NERI, consigliere comunale

Premesso che, alla luce dell’attuale situazione epidemica che vede l’esponenziale crescita della curva dei contagi si comprende ampiamente, la necessaria riorganizzazione delle attività nelle aziende sanitarie in atto, compreso l’Ospedale di Biancavilla. Quello che, invece, appare incomprensibile, dunque meritevole di attenzione e urgente definizione, è che la rimodulazione presso l’Ospedale di Biancavilla rischia di lasciare fuori dalle cure i cittadini del comprensorio per una seconda volta. Abbassare la guardia, non potendo garantire una visita o un controllo in questi momenti di paura, è un rischio troppo grande, poiché condurrebbe i cittadini del comprensorio a trascurare il proprio stato di salute, rischiando di giungere al punto di non ritorno.

È questo, dunque, un accorato invito al Direttore Generale dell’Asp CT per un intervento deciso e non più rinviabile nel processo di rimodulazione del nostro nosocomio, al fine di poter garantire la piena erogazione dei servizi ambulatoriali.

Motivo per cui chiedo particolare attenzione perché si garantisca un potenziamento dell’ordinaria offerta sanitaria degli ambulatori di: Chirurgia, Cardiologia, Ginecologia, Pediatria, Angiologia, Diabetologia, Pneumologia, Ortopedia, ecc.

Peraltro, il blocco ‘’B’’ è logisticamente ben lontano dal plesso che oggi ospita la degenza Covid. Sottolineo che purtroppo non si soffre e non si muore solo di Covid. Urge a riorganizzare il pronto soccorso del nostro ospedale, limitando l’accesso no- Covid solamente alle urgenze/emergenze, deviando presso altri nosocomi tutti i codici verdi e le ambulanze 118. Mantenere, oggi, il pronto soccorso attivo per qualunque necessità provoca una dispersione di energie e di risorse umane utilissime nella gestione del crescente numero di pazienti Covid. Oggi, parte del personale sanitario, escluso dai riparti Covid per legittime limitazioni, viene disperso e non utilizzato e in un contesto di stress qualitativo e quantitativo, in cui le risorse umane scarseggiano. Un intervento come quello auspicato permetterebbe un corretto e razionale utilizzo delle stesse.

Dunque, sebbene l’emergenza Covid abbia ridefinito le priorità del sistema sanitario, costringendo i vertici ad individuare l’ospedale di Biancavilla come idoneo ad ospitare i soggetti affetti da Covid-19 (scelta sicuramente precipitosa ma inevitabile), ciò sta comportando che il crescente numero di ricoveri in ‘’zona grigia’’, ossia dove si dovrebbe garantire lo smistamento dei pazienti, rischia il collasso, innalzando il rischio di contatti tra pazienti Covid e no-Covid.

Tengo a precisare che, anche se in precedenza il sindaco Bonanno era intervenuto a difesa dello status quo, esprimo le mie considerazioni personali, lontano da ogni forma di strumentalizzazione. Ma con sincero spirito collaborativo nella speranza che le argomentazioni forniscano un punto di vista nuovo, sostenuto da un’osservazione diretta, che contribuisca a rimodulare scelte sicuramente valide in precedenza, ma oggi discutibili perché travolte da dinamiche inaspettate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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«Nel ricordo di Borsellino, l’impegno è combattere la mentalità mafiosa»

Ci scrive l’assessore Vincenzo Randazzo: una riflessione su via D’Amelio che riguarda Biancavilla

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Gentile direttore di Biancavilla Oggi,

oggi si ricorda la tragica morte del giudice Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta, tra i quali una donna. L’amministrazione comunale ha organizzato una fiaccolata che da Villa delle Favare giungerà a Piazza Falcone e Borsellino. A questa iniziativa partecipano, oltre alle diverse associazioni di volontariato, anche i ragazzi e i giovani dei diversi Grest. Una manifestazione importante per condividere il ricordo di uno degli eventi più tragici della storia italiana e caratterizzata dalla seria e concreta lotta contro il sistema mafioso, ma soprattutto contro la sua mentalità.

Ecco il punto: il messaggio di Paolo Borsellino e il suo volontario sacrificio hanno dell’attualità ancora un valore? Le nuove generazioni li recepiscono? Qualche dubbio mi sorge se guardo ai modelli sociali e culturali prevalenti: individualismo esasperato, esagerata messa in mostra di atteggiamenti malandrineschi, menefreghismo, esibizione del proprio desiderio di dominio, farsi ragione con la violenza… Appunto, mentalità mafiosa, che non poche volte determina risse.

Tutto questo rende vano quanto Paolo Borsellino ha cercato di insegnare e la cosa che amareggia di più è considerare un fesso il giudice palermitano. E come lui, fessi Falcone, Chinnici, Impastato, Don Puglisi, Livatino, Fava… E tanti che nel combattere la mafia sono caduti. Perdoni, direttore, il mio sfogo, ma tanto tanto tanto è il lavoro che va fatto. Come Amministrazione, certamente. Ma anche come famiglie, come istituzioni in senso lato, come scuola, come gruppi di volontariato… l’obiettivo è contrastare la mentalità mafiosa.

VINCENZO RANDAZZO, Assessore comunale

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