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Addio a “Zio Saro” Musumarra, tra i protagonisti del Carnevale a Biancavilla

Prematura scomparsa a 48 anni: Rosario era stato anche due volte campione nazionale in gare “audio car”

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È stato uno dei protagonisti più attivi del Carnevale di Biancavilla, partecipando alle varie edizioni con un proprio team, distinguendosi per la realizzazione dei carri allegorici. Una persona ben voluta da tutti. I colleghi di avventura lo ricordano «sempre con quel sorriso e lo spirito di allegria e collaborazione che aveva per gli altri».

Rosario Musumarra, conosciuto con affetto come “Zio Saro”, se ne è andato in maniera prematura. Aveva 48 anni, era sposato e padre di tre figli. Attorno a loro, parenti, amici e quanto lo hanno stimato parteciperanno ai funerali, fissati oggi, venerdì 21 agosto, alle ore 16.30, in chiesa madre.

Tutti i gruppi del Carnevale si stringono al dolore della famiglia: «Il tuo entusiasmo e lo spirito vitale che hai spigionato -hanno scritto su Facebook- continuerà a sostenerci, nel tuo ricordo, rallegrando le nostre giornate. Non c’è niente di più doloroso che pensare ai tuoi occhi e al tuo sorriso ora che sei andato via per sempre».

Ma Rosario Musumarra, oltre al Carnevale, aveva pur un’altra passione, quella per gli impianti hifi delle auto. Una passione che lo aveva spinto a partecipare a competizioni nazionali, riuscendo a conquistare posizioni di rilievo. Per due volte, nel 2002 e nel 2004, con il team “Max audio”, aveva raggiunto il titolo di campione italiano “Db drag” (gara che premia l’abilità per produrre il suono e la maggiore pressione sonora all’interno dell’auto).

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Da Biancavilla agli Emirati Arabi: lo chef Laudani e la sua “cucina creativa”

«Sono orgoglioso di essere “biancavilloto”, adoro gli arancini di Navarria: un sapore che mi porto dietro»

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È cresciuto e ha studiato in provincia di Bergamo, ma le sue origini sono di Biancavilla: «Un paese che porto sempre nel cuore». Antonino Laudani è uno chef affermato, ha girato mezzo mondo. La sua ultima tappa professionale è negli Emirati Arabi. La sua è una cucina creativa e raffinata, che risente della tradizione italiana e mediterranea: «Il risotto ai frutti di mare è un piatto che porto sempre con me». Le sue radici siciliane? Una bandiera che non lascia mai. Ovunque si sia trovato: dal Congo, dove a Brazzaville nel 2015 aprì il suo primo ristorante, alla Turchia e alla Spagna (come sous chef specializzato nei piatti italiani). Poi, in Inghilterra, durante l’emergenza Covid. Infine, negli Emirati Arabi, prima a Ajman e dopo a Ras al-Khaimah, ma con uno sguardo al futuro rivolto a Dubai.    

«Oramai – dice Antonino Laudani a Biancavilla Oggi – sono quasi 3 anni che vivo e lavoro qui e dopo tanti anni di sacrifici e precedenti sofferenze lavorative sono finalmente riuscito a diventare chef di un ristorante e successivamente chef executive di un altro. Lavoro per un ristorante fine dining italiano, con cucina creativa. Mi occupo della parte di sviluppo del menù, costi, fornitori, gestione del personale in cucina. Mi piace molto essere arrivato a questo nuovo punto di partenza nella mia vita. Ho l’obiettivo di portare il ristorante dove lavoro ad alti livelli, ma per scaramanzia non anticipo niente».

Alle spalle, lo chef Antonino ha un lungo percorso, fatto con sacrifici e determinazione. «All’età di nove anni e mezzo – ci racconta – io e la mia famiglia ci siamo trasferiti da Biancavilla in provincia di Bergamo, a causa delle limitazioni lavorative che purtroppo la Sicilia offre. Feci il mio percorso di studi medio e poi superiore alberghiero a Bergamo. Ho lavorato in un ristorante della mia zona, purtroppo anche il nord Italia ha i suoi limiti ed il lavoro regolare era molto difficile da trovare. Così nel 2015 andai fuori dall’Italia».

Ma anche al di là dei confini nazionali, Laudani resta fortemente legato alle sue origini: «Sono molto orgoglioso di essere un biancavilloto, ho dei bei ricordi del mio paese natale. Quando posso, ritorno per trovare i miei nonni ed i mie zii. E soprattutto per mangiare gli arancini di Navarria: è un sapore che mi porto dietro sin da quando ero piccolo. Mi piace ricordare i momenti passati a camminare per la via principale di Biancavilla, ammirare la chiesa madre e la sua grande piazza. Purtroppo, devo ammettere che se non avessi lasciato la Sicilia e poi l’Italia non sarei forse arrivato alla posizione che attualmente ricopro».

Da qui, un appello dello chef Antonino Laudani: «Vorrei poter dire ai giovani ragazzi e ragazze di Biancavilla di prendere la decisione di migliorarsi e, se serve, anche a costo di lasciare il proprio paese. Non abbiate paura. Soffrirete un po’, per poi imparare e stare meglio in futuro. E questa cosa vi renderà estremamente forti e motivati».

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