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Dalla “spagnola” al “coronavirus”, una vita lunga un secolo: tanti auguri nonna Tanina

Traguardo dei 100 anni per la signora Gaetana Tricomi, accerchiata dall’affetto di 4 figli, 13 nipoti e 15 pronipoti

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È nata quando il mondo si risollevava dalle macerie della Grande Guerra e prima che l’Italia rimanesse imbrigliata nel regime fascista. Ha vissuto le restrizioni, i bombardamenti e gli sfollamenti del secondo conflitto mondiale. Ha attraversato il Novecento e oltrepassato i primi decenni del XXI secolo. Si è lasciata alle spalle la pandemia della “spagnola” ed ora è testimone dell’epidemia del “coronavirus”.

Il suo è un traguardo invidiabile: nonna “Tanina” compie 100 anni. Un compleanno speciale, che riempie di speranza e ottimismo in questo difficile momento di incertezze e preoccupazioni.

Di origine catanese (conserva ancora il suo “accento”), la signora Gaetana Tricomi (questo il suo nome registrato all’Anagrafe il 24 aprile 1920) si era sposata a 27 anni con il biancavillese Giuseppe Greco, titolare prima di un oleificio e poi dello storico “Panificio Santa Rita”.

Lei, lavoratrice instancabile, si è anche dedicata alla famiglia, crescendo quattro figli. È rimasta vedova nel 1993, ma oggi è accerchiata dall’affetto di 13 nipoti e 15 pronipoti.

«Hai visto crescere diverse generazioni di bambini a casa tua, come mamma, nonna e bisnonna. Oggi non possiamo farti gli auguri di persona, ma appena finirà quest’emergenza, stai tranquilla che festeggeremo»: è l’impegno preso dai familiari.

Tanti cari auguri a nonna Tanina anche da parte di Biancavilla Oggi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Da Biancavilla agli Emirati Arabi: lo chef Laudani e la sua “cucina creativa”

«Sono orgoglioso di essere “biancavilloto”, adoro gli arancini di Navarria: un sapore che mi porto dietro»

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È cresciuto e ha studiato in provincia di Bergamo, ma le sue origini sono di Biancavilla: «Un paese che porto sempre nel cuore». Antonino Laudani è uno chef affermato, ha girato mezzo mondo. La sua ultima tappa professionale è negli Emirati Arabi. La sua è una cucina creativa e raffinata, che risente della tradizione italiana e mediterranea: «Il risotto ai frutti di mare è un piatto che porto sempre con me». Le sue radici siciliane? Una bandiera che non lascia mai. Ovunque si sia trovato: dal Congo, dove a Brazzaville nel 2015 aprì il suo primo ristorante, alla Turchia e alla Spagna (come sous chef specializzato nei piatti italiani). Poi, in Inghilterra, durante l’emergenza Covid. Infine, negli Emirati Arabi, prima a Ajman e dopo a Ras al-Khaimah, ma con uno sguardo al futuro rivolto a Dubai.    

«Oramai – dice Antonino Laudani a Biancavilla Oggi – sono quasi 3 anni che vivo e lavoro qui e dopo tanti anni di sacrifici e precedenti sofferenze lavorative sono finalmente riuscito a diventare chef di un ristorante e successivamente chef executive di un altro. Lavoro per un ristorante fine dining italiano, con cucina creativa. Mi occupo della parte di sviluppo del menù, costi, fornitori, gestione del personale in cucina. Mi piace molto essere arrivato a questo nuovo punto di partenza nella mia vita. Ho l’obiettivo di portare il ristorante dove lavoro ad alti livelli, ma per scaramanzia non anticipo niente».

Alle spalle, lo chef Antonino ha un lungo percorso, fatto con sacrifici e determinazione. «All’età di nove anni e mezzo – ci racconta – io e la mia famiglia ci siamo trasferiti da Biancavilla in provincia di Bergamo, a causa delle limitazioni lavorative che purtroppo la Sicilia offre. Feci il mio percorso di studi medio e poi superiore alberghiero a Bergamo. Ho lavorato in un ristorante della mia zona, purtroppo anche il nord Italia ha i suoi limiti ed il lavoro regolare era molto difficile da trovare. Così nel 2015 andai fuori dall’Italia».

Ma anche al di là dei confini nazionali, Laudani resta fortemente legato alle sue origini: «Sono molto orgoglioso di essere un biancavilloto, ho dei bei ricordi del mio paese natale. Quando posso, ritorno per trovare i miei nonni ed i mie zii. E soprattutto per mangiare gli arancini di Navarria: è un sapore che mi porto dietro sin da quando ero piccolo. Mi piace ricordare i momenti passati a camminare per la via principale di Biancavilla, ammirare la chiesa madre e la sua grande piazza. Purtroppo, devo ammettere che se non avessi lasciato la Sicilia e poi l’Italia non sarei forse arrivato alla posizione che attualmente ricopro».

Da qui, un appello dello chef Antonino Laudani: «Vorrei poter dire ai giovani ragazzi e ragazze di Biancavilla di prendere la decisione di migliorarsi e, se serve, anche a costo di lasciare il proprio paese. Non abbiate paura. Soffrirete un po’, per poi imparare e stare meglio in futuro. E questa cosa vi renderà estremamente forti e motivati».

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