Chiesa
La messa alla stessa ora del sisma «Sia l’inizio di un nuovo cammino»

Una folla di fedeli ha riempito la chiesa del Rosario per una “messa di ringraziamento”, ad un anno esatto e alla stessa ora del forte terremoto che la notte tra il 5 e 6 ottobre 2018 ha sconvolto Biancavilla.
Alle ore 2.30 celebrazione del prevosto, padre Pino Salerno, come aveva proposto il Circolo San Placido ed il presidente Placido Lavenia, anche nel 310° anniversario di elevazione del martire benedettino a patrono di Biancavilla. Un patrocinio legato, peraltro, alla protezione del santo dalle scosse sismiche che nel corso dei secoli hanno interessato il nostro territorio. Come la notte di un anno fa.
«Sappiamo che nei terremoti i disastri sono tanti. Quella sera –ha ricordato padre Pino– avevo chiuso tardi la chiesa, visti i giorni di festa. In quel momento ho detto a me stesso “È finita”. Ognuno ha potuto sperimentare quella paura. Guardiamo però gli aspetti buoni, siamo stati provati abbiamo perso le scuole, la chiesa, ma ho sentito da tanti la voglia di rivedere il nostro modo di credere, di vivere la comunione. Quella scossa ci ha fatto capire come migliorare noi stessi. Ringraziamo il Signore perché nessuna vita è stata perduta».
A causa della scossa, come si ricorderà, la processione serale di San Placido non si è svolta. Ma c’è stato un raduno al campo sportivo: tutti raccolti in preghiera davanti alle effigi dei patroni.
«Bella la testimonianza di giorno 6 dello scorso anno, quando ci siamo ritrovati al campo sportivo aggrappati alla fede. Iniziamo ora –ha sottolineato ancora il prevosto– un tempo nuovo. Questi fatti che abbiamo vissuto rimarranno nella storia, sappiamo che oltre ai disagi dobbiamo trasmettere l’amore al Signore che abbiamo sperimentato in questo disastro. Ora, oltre restaurare le mura dobbiamo restaurare il nostro cuore».
«In questa notte –ha concluso padre Pino– iniziamo un cammino positivo all’insegna della gioia e al miglioramento della nostra vita e della nostra città. Oggi si ringrazia sempre meno, impariamo a dire grazie, perché tutto è dono. Mai dimenticare che il Signore è sempre con noi, per questo bisogna ringraziarlo, non solo nei momenti buoni. San Placido e San Zenone ci insegnano a ringraziare nella sofferenza».
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Chiesa
La devozione e gli “ossequi”: restaurata la statua della Madonna del Carmelo
Interventi finanziati dai fedeli della parrocchia dell’Idria: l’opera è di Giovambattista Sangiorgio

Dopo mesi di restauro, la parrocchia Santa Maria dell’Idria rivede il simulacro della Madonna del Carmelo in una nuova veste. Un’opera interessata ad interventi, finanziati esclusivamente dai fedeli.
La statua, realizzata con la tecnica dell’impannaggio – che prevede l’utilizzo di legno, tela, colla e stucco, ampiamente utilizzata in Sicilia – è un’opera del biancavillese Giovambattista Sangiorgio (lo stesso autore del “Cristo Risorto” di Biancavilla): risale al 1901 ed è collocata nella nicchia a lei dedicata all’interno della chiesa.
La devozione alla Madonna del Carmine è una caratteristica del Sud Italia: tante in Sicilia le chiese e le associazioni a lei dedicate. Nella parrocchia biancavillese, in passato, durante la quindicina, la messa era molto partecipata e i fedeli sostavano davanti all’altare per rivolgere i cosiddetti “ossequi”.
La statua della Madonna del Carmelo era stata già interessata, con il parroco padre Salvatore Nicoletti, a lavori, eseguiti dal professor Antonino Distefano. Restauri che, però, avevano bisogno di un nuovo ripristino.
Lo hanno eseguito, nei mesi scorsi, due giovani artisti, Francesca Crispi e Alfredo Sergi. Innanzitutto è stata resa solida la base, in seguito sono state ricostruite alcune parti mancanti e, infine, sono stati riportati i colori e le rispettive decorazioni al loro stato originale.
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Chiesa
Quel viaggio chiamato “adolescenza”: lo psicologo parla all’oratorio “Don Bosco”
Un confronto aperto e serrato tra il dott. Alessio Leotta e i giovani della parrocchia dell’Annunziata

Un’occasione di formazione e riflessione per parlare di adolescenza a una platea di… adolescenti. L’oratorio “Don Bosco” della parrocchia Annunziata ha promosso l’incontro con i propri giovani, ponendoli davanti ad un ospite esperto in dinamiche adolescenziali. Ragazze e ragazzi si sono confrontati con il dott. Alessio Leotta, psicologo e psicoterapeuta, affrontando diversi aspetti di quella età, cruciale per la crescita e la formazione dell’individuo.
Il professionista ha proposto un’analisi approfondita di questa delicata fase della vita, soffermandosi su aspetti fondamentali come il cambiamento dell’identità, le sfide emotive, il bisogno di appartenenza, la gestione delle relazioni e la scoperta della propria autonomia. L’approccio non è stato solo teorico, ma fortemente partecipativo: i giovani sono stati invitati a condividere liberamente le proprie esperienze, emozioni e dubbi.
Molti hanno trovato lo spazio per raccontare vissuti personali, paure e desideri, scoprendo nel gruppo un luogo sicuro dove potersi esprimere senza giudizio. Il dott. Leotta ha creato un clima accogliente, rispondendo con empatia e professionalità alle domande e ai racconti.
Un confronto che ha generato una profonda consapevolezza collettiva: l’adolescenza, con tutte le sue difficoltà, è anche un’opportunità per conoscersi meglio, per imparare a relazionarsi con gli altri e per costruire il proprio futuro. Un bagaglio di conoscenze in più per i giovani dell’oratorio “Don Bosco”, più compresi, motivati e pronti ad affrontare il proprio percorso con maggiore serenità.
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