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Cronaca

Una turista inglese e una irlandese ferite in un incidente in zona Milia

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Due turiste straniere, una inglese e l’altra irlandese, in visita in Sicilia e di passaggio nelle zone dell’Etna, sono rimaste ferite in un incidente autonomo nei boschi di Biancavilla. In contrada Milia, percorrendo una trazzera, a causa di massi a bordo della carreggiata, la guidatrice avrebbe perso il controllo dell’auto, un’Alfa Romeo Giulietta, fino a capovolgersi.

Ad avere la peggio è stata la passeggera, 50enne, che è stata trasportata d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale “Cannizzaro” di Catania tramite elisoccorso, dove è stata sottoposta ad intervento chirurgico. In un primo momento si pensava che potesse perdere la mano, pericolo adesso scongiurato, ma qualche dito è probabile che lo possa perdere. Il referto medico indica una prognosi di almeno 60 giorni. Il marito, informato di quanto accaduto, arriverà domani dall’Inghilterra.

La conducente, 43enne, ha subito soltanto delle ferite lievi, medicate, senza necessità di essere ricoverata, al pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla. Per lei, la prognosi è di 8 giorni.

Per estrarre la ferita più grave dall’auto è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Adrano. Sul posto, la polizia municipale di Biancavilla, che sta seguendo il caso. Avvertito il magistrato di turno, si procede d’ufficio per il reato di lesioni colpose gravi.

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Cronaca

Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati

Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti

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Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).

Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.

Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.

Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.

In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.

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