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“Biancavilla 2.0” non riconosce Giuseppe Milazzo alla guida del Pd

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«Il gruppo politico “Biancavilla 2.0” apprende con stupore dai mezzi di informazione locale della presunta nomina a coordinatore del circolo Pd di Biancavilla dell’avv. Milazzo. Tale nomina pare sia stata effettuata dal dimissionario ex segretario provinciale Enzo Napoli e quindi non concordata tra le varie anime del partito in democrazia, ma basata su personalismi e fughe in avanti».

È quanto viene affermato in una nota diffusa dal consigliere comunale Vincenzo Mignemi, a nome del gruppo “Biancavilla 2.0”, espressione civica di un’anima Dem. Parole che non riconoscono di fatto in Giuseppe Milazzo (noto esponente dell’area “villariana”) il ruolo di coordinatore cittadino assegnatogli da Enzo Napoli per guidare la fase riorganizzativa del partito, fino al congresso.

«In questo caso –prosegue la nota di “Biancavilla 2.0”– i consiglieri comunali dovrebbero essere i primi ad esprimere il loro parere in quanto votati dai cittadini in maniera democratica. Per tali ragioni non intendiamo riconoscere tale nomina che riteniamo essere antidemocratica, lesiva nei confronti degli iscritti e di tutti i militanti, quindi non consona al nostro partito. Chiediamo immediatamente che venga istituito un coordinamento paritario che possa condurre al congresso provinciale il circolo Pd di Biancavilla, evitando cosi inutili e dannose tensioni, mantenendo così intatta la democrazia».

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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