Storie
Charlie e Breck, due cani salvati a Biancavilla da un team veterinario
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L’ospedale didattico veterinario dell’Università di Messina ha curato due cagnolini randagi, accuditi dalla comunità “Sentiero Speranza” di Biancavilla, con l’impegno dei ragazzi ospiti, degli operatori e della dott.ssa Maria Teresa Furnari. I cani erano affetti da una grave forma di cancro metastatico trasmissibile.
«Charlie e Breck adesso sono guariti completamente e saranno immuni da quel tipo di cancro per il resto della loro vita», viene annunciato con non poca soddisfazione.
Il successo terapeutico è dovuto ad un approccio immunochemioterapico messo a punto dal gruppo di ricerca Compa.Re. (spontaneous comparative models of tumor progression and regression ), con responsabile scientifico il Prof. Gabriele Marino ed un team di studiosi italiani e inglesi. Del team fanno parte giovani dottorandi di ricerca ed una ricca di rete di medici veterinari, tra cui il dott. Rino Marino, referente per Biancavilla.
«L’esperienza non si fermerà qui, ma i campioni di cellule tumorali di Charlie e Breck –spiega il prof. Gabriele Marino a Biancavilla Oggi– viaggeranno verso Londra, dove un gruppo di ricercatori svelerà il meccanismo molecolare dietro la regressione di un cancro maligno, altrimenti mortale. Abbiamo già risultati sorprendenti che saranno trasferiti nella cura del cancro degli esseri umani e degli animali».
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Storie
Da Biancavilla agli Emirati Arabi: lo chef Laudani e la sua “cucina creativa”
«Sono orgoglioso di essere “biancavilloto”, adoro gli arancini di Navarria: un sapore che mi porto dietro»
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È cresciuto e ha studiato in provincia di Bergamo, ma le sue origini sono di Biancavilla: «Un paese che porto sempre nel cuore». Antonino Laudani è uno chef affermato, ha girato mezzo mondo. La sua ultima tappa professionale è negli Emirati Arabi. La sua è una cucina creativa e raffinata, che risente della tradizione italiana e mediterranea: «Il risotto ai frutti di mare è un piatto che porto sempre con me». Le sue radici siciliane? Una bandiera che non lascia mai. Ovunque si sia trovato: dal Congo, dove a Brazzaville nel 2015 aprì il suo primo ristorante, alla Turchia e alla Spagna (come sous chef specializzato nei piatti italiani). Poi, in Inghilterra, durante l’emergenza Covid. Infine, negli Emirati Arabi, prima a Ajman e dopo a Ras al-Khaimah, ma con uno sguardo al futuro rivolto a Dubai.
«Oramai – dice Antonino Laudani a Biancavilla Oggi – sono quasi 3 anni che vivo e lavoro qui e dopo tanti anni di sacrifici e precedenti sofferenze lavorative sono finalmente riuscito a diventare chef di un ristorante e successivamente chef executive di un altro. Lavoro per un ristorante fine dining italiano, con cucina creativa. Mi occupo della parte di sviluppo del menù, costi, fornitori, gestione del personale in cucina. Mi piace molto essere arrivato a questo nuovo punto di partenza nella mia vita. Ho l’obiettivo di portare il ristorante dove lavoro ad alti livelli, ma per scaramanzia non anticipo niente».
Alle spalle, lo chef Antonino ha un lungo percorso, fatto con sacrifici e determinazione. «All’età di nove anni e mezzo – ci racconta – io e la mia famiglia ci siamo trasferiti da Biancavilla in provincia di Bergamo, a causa delle limitazioni lavorative che purtroppo la Sicilia offre. Feci il mio percorso di studi medio e poi superiore alberghiero a Bergamo. Ho lavorato in un ristorante della mia zona, purtroppo anche il nord Italia ha i suoi limiti ed il lavoro regolare era molto difficile da trovare. Così nel 2015 andai fuori dall’Italia».
Ma anche al di là dei confini nazionali, Laudani resta fortemente legato alle sue origini: «Sono molto orgoglioso di essere un biancavilloto, ho dei bei ricordi del mio paese natale. Quando posso, ritorno per trovare i miei nonni ed i mie zii. E soprattutto per mangiare gli arancini di Navarria: è un sapore che mi porto dietro sin da quando ero piccolo. Mi piace ricordare i momenti passati a camminare per la via principale di Biancavilla, ammirare la chiesa madre e la sua grande piazza. Purtroppo, devo ammettere che se non avessi lasciato la Sicilia e poi l’Italia non sarei forse arrivato alla posizione che attualmente ricopro».
Da qui, un appello dello chef Antonino Laudani: «Vorrei poter dire ai giovani ragazzi e ragazze di Biancavilla di prendere la decisione di migliorarsi e, se serve, anche a costo di lasciare il proprio paese. Non abbiate paura. Soffrirete un po’, per poi imparare e stare meglio in futuro. E questa cosa vi renderà estremamente forti e motivati».
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