Connettiti con

Cronaca

Abusò ragazzo con ritardi mentali Emessa condanna a 4 anni e 8 mesi

Pubblicato

il

Condanna per Salvatore Neri, insegnante elementare di Biancavilla, per abusi sessuali compiuti nei confronti di un ragazzo (all’epoca dei fatti frequentava l’Istituto Alberghiero di Santa Maria di Licodia) affetto da inferiorità psichica.

L’uomo, 68 anni, è stato arrestato dai carabinieri biancavillesi, in esecuzione di un ordine per l’espiazione di pena detentiva ai domiciliari emessa dal Tribunale di Catania, relativo ad una condanna a 4 anni e 8 mesi 8 di reclusone per reati contro la persona.

Neri, noto a Biancavilla anche per avere svolto in passato attività politica ed avere ricoperto per un breve periodo il ruolo di assessore alla Pubblica Istruzione e alle Politiche giovanili con il sindaco Pietro Manna, era stato posto ai domiciliari nel febbraio 2016, su disposizione della Procura di Catania.

L’ordinanza del Gip del Tribunale di Catania era stata eseguita da personale del Compartimento Polizia Postale di Catania e dell’Arma dei carabinieri.

Le indagini erano state avviate dai carabinieri della stazione di Santa Maria di Licodia dopo avere appreso della presenza sui cellulari di alcuni studenti di immagini che ritraevano la giovane vittima in atteggiamenti intimi Neri.

Il pubblico ministero ha immediatamente ascoltato alcuni dei minori ed altre persone in grado di riferire sui fatti, delegando la Polizia Postale ad ulteriori accertamenti tecnici nonché ad una perquisizione locale ed informatica nei confronti dell’arrestato.

Numerosi e gravi gli elementi probatori emersi che hanno consentito all’autorità giudiziaria di emettere l’ordinanza. Adesso la condanna, che dovrà essere espiata nell’abitazione del docente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
Fai clic per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

Pubblicato

il

Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere
Pubblicità

DOSSIER MAFIA

I più letti