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Fu sindaco e capo degli “abusivi”: morto a 83 anni Carmelo Nicolosi

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Era solito sedersi davanti la sede del circolo dei cacciatori di via Vittorio Emanuele per passare le giornate in compagnia degli amici. Carmelo Nicolosi se ne è andato all’età di 83 anni. Agricoltore e persona semplice, fu sindaco per un anno, tra il 1992 e il 1993, assessore e consigliere comunale. Prima esponente della Democrazia cristiana, poi fondatore di un proprio movimento e quindi avvicinatosi sulle posizioni dei Democratici di sinistra.

La sua popolarità si lega alla battaglia a difesa delle case abusive, che nel marzo 1992 toccò il culmine con una mega manifestazione che spinse i biancavillesi a scendere in piazza. Nicolosi, da primo cittadino, si mise a capo del lungo corteo al grido de “la casa non si tocca” per poi parlare alla folla affacciato dal balcone del palazzo comunale. Toni e modi da vero trascinatore di popolo. Nicolosi incarnò l’animo più autentico dei biancavillesi.

Sulla scorta di quella popolarità, Nicolosi si presentò candidato sindaco nel 1994 e, per una manciata di voti, mancò il ballottaggio con Mario Cantarella e la storia decretò la vittoria di Pietro Manna. Ci riprovò con il Circolo dei popolari ed il simbolo del “Quarto Stato” di Pellizza nel 1998. Ma divenne sindaco, per la seconda volta, Pietro Manna, al quale Nicolosì, da aspro avversario si avvicinò gradualmente fino a diventare suo assessore. La sua esperienza politico-amministrativa finisce con la seconda sindacatura Manna.

Il funerale sarà celebrato domenica mattina, alle ore 10, nella parrocchia “Sacro cuore” da padre Ambrogio Monforte. Il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha diffuso un messaggio di cordoglio: «La notizia della scomparsa dell’amico ed ex sindaco Carmelo Nicolosi, mi rattrista. Si è speso per la nostra comunità e merita di essere ricordato con profondo rispetto. Il mio personale, e sincero, cordoglio alla famiglia».

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Politica

Sanità siciliana: l’ira Mpa, Lombardo e… il compleanno di Mancuso a Biancavilla

La festa per i 60 anni del sindaco di Adrano, presso il Beauty Garden, al centro dei retroscena di Repubblica

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La nuova sanità siciliana, disegnata dalle nomine dei vertici aziendali e ospedalieri targate Renato Schifani, ha sancito una serie di strappi nella maggioranza che sostiene il governo regionale. Tra gli scontenti, spicca Raffaele Lombardo, rimasto a mani vuote nella “sua” Catania.

Così, il leader autonomista riflette ed elabora le contromosse nei confronti di un governatore con cui non erano mancati motivi ed occasioni conflittuali. La Repubblica ricostruisce alcuni retroscena in casa Mpa. Il titolo all’interno dell’edizione palermitana: “L’ira di Lombardo messo all’angolo, a Biancavilla la cena dei ribelli”.

E in effetti, l’occasione per riunire i vertici e i parlamentari dell’Mpa (presente anche Gianfranco Micciché) è stata una festa di compleanno, organizzata – come risulta a Biancavilla Oggi – presso il ristorante Beauty Garden.

«Lombardo, rimasto a bocca asciutta nella scelta dei dirigenti della sanità catanese, al momento non parla. Ieri sera ha incontrato lo stato maggiore del Mpa, riunito a Biancavilla per il compleanno di Fabio Mancuso. Una festa diventata quasi congresso di partito, tra deputati regionali, sindaci, la new entry Micciché, ma anche il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, che ha risposto all’invito di Mancuso».

I 60 anni del sindaco di Adrano, dunque, occasione per riunire il Movimento per l’Autonomia sulla strategia futura da attuare alla Regione nei confronti del governatore. Così, scrive ancora Repubblica, «Lombardo, da Biancavilla, medita sulla prossima mossa. Che potrebbe arrivare già al primo disegno di legge all’esame di una Sala d’Ercole pronta a diventare Far West».

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