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Cronaca

Giovane biancavillese condannato per l’omicidio stradale di Ornella

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di Vittorio Fiorenza

Una pena a 5 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione è stata inflitta per omicidio stradale (il primo caso al Tribunale di Catania dall’entrata in vigore della legge) nei confronti di Sebastiano Angelo Toscano, giovane biancavillese ritenuto responsabile dell’incidente avvenuto nel luglio 2016 sull’autostrada A18 Messina-Catania, a seguito del quale morì Ornella Condorelli, 24enne di Tremestieri etneo. La sentenza di primo grado, con rito abbreviato, è stata emessa dal giudice Giovanni Cariolo. Il pubblico ministero aveva avanzato una richiesta di pena di 4 anni di carcere.

Santina Sciuto Condorelli, mamma di Ornella, dopo il verdetto si è espressa così: «Nessuna condanna potrà mai portare via lo sconforto e la devastazione che ogni giorno viviamo in famiglia, ma una giusta pena è necessaria affinché nelle menti di tutti gli individui si faccia strada la consapevolezza che un errore grave come un omicidio stradale si paga duramente. Ritengo che il giudice abbia emesso una sentenza giusta e appropriata Ringrazio il nostro avvocato Salvatore Runza, nonché nostro amico e profondamente legato a Ornella da un infinito affetto».

L’imputato era alla guida dell’auto di un amico (entrambi tornavano da una serata passata in alcuni locali di Taormina) e si trovava in uno stato di ebbrezza. La povera Ornella viaggiava con la sorella gemella Barbara e altri due amici in un’altra auto, improvvisamente tamponata da quella guidata da Toscano. Ornella si trovava nel sedile posteriore e, non essendo con la cintura allacciata, era stata catapultata fuori dall’abitacolo per poi morire in ospedale dopo alcuni giorni di agonia.

Entro tre mesi, previsto il deposito della sentenza. «Attenderemo le motivazioni, ma fin da adesso –sottolineano gli avv. Pilar Castiglia e Massimo Tricomi, che hanno assistito l’imputato– appare riconosciuta la circostanza attenuante, da noi evidenziata fin dall’inizio, della cintura di sicurezza slacciata da parte della povera Ornella. Elemento fondamentale tenuto in considerazione dal giudice per giungere a questa decisione finale».

La sentenza ha deciso anche la revoca della patente di guida del giovane biancavillese. Toscano è stato condannato a risarcire, inoltre, i danni nei confronti delle parti civili costituite, ovvero Barbara Condorelli (sorella di Ornella), Valerio Fortuna (che era alla guida dell’auto in cui viaggiava Ornella), Giuseppe Di Placido (che si trovava nella stessa auto con l’imputato), l’Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada e la Onlus “Vichy Aureliano”, da liquidare in separata sede civile.

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Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

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