Connettiti con

L'Intervento

Rompe il silenzio la preside Di Maita: «Noi denigrati ingiustamente»

Pubblicato

il

Ritengo opportuno rompere il silenzio che ho volontariamente tenuto per evitare di alimentare inutili polemiche certamente dannose per tutta la comunità scolastica biancavillese in un momento così delicato, qual è quello attuale, per manifestare il mio personale pensiero al riguardo dell’utilizzo dei locali scolastici dell’Istituto Comprensivo “Antonio Bruno” che mi onoro di rappresentare. Premetto che condivido il disagio che attualmente stanno patendo alunni e famiglie della Scuola Media Sturzo coinvolta nell’evento sismico del 6 Ottobre scorso. Di fronte all’emergenza verificatasi a seguito di tale evento, la mia scuola ha prontamente aderito con senso di solidarietà e di appartenenza alla comunità biancavillese all’appello del Sindaco di fornire i locali e tutto quanto necessario per garantire il diritto allo studio e fornire quanto necessario per alleviare il disagio.

La scuola Bruno, nell’accogliere la comunità scolastica della Sturzo, ha fornito tutto il supporto logistico necessario riadattando, non senza disagi, tempi, spazi ed attività didattiche, consapevole che si trattava comunque del superiore interesse degli alunni.

Mi duole constatare come in questa fase delicata della storia di Biancavilla la scuola Bruno sia stata oggetto di denigrazioni del tutto gratuite ed infondate senza che le venisse riconosciuto quel senso di solidarietà e di collaborazione che ha dimostrato di possedere.

Auspico che la decisione assunta dal Consiglio di Istituto in data odierna possa mettere fine a questa estenuante diatriba tra incolpevoli famiglie ed alunni.

Il Consiglio di Istituto di questa scuola ha deliberato di concedere in uso esclusivo alla scuola Sturzo n. 13 classi per tutto questo anno scolastico che con l’aggiunta delle 3 classi messe a disposizione dal 2° circolo didattico consentirebbero agli alunni della Sturzo di svolgere l’attività didattica come meglio ritengono opportuno.

Da parte mia mi riservo di riorganizzare tempi, spazi educativi all’interno di questo istituto per garantire quanto più possibile lo svolgimento normale dell’attività didattica dei tre segmenti scolastici.

AGATA DI MAITA
Dirigente scolastica Istituto comprensivo “Antonio Bruno”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
Fai clic per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

L'Intervento

«Nel ricordo di Borsellino, l’impegno è combattere la mentalità mafiosa»

Ci scrive l’assessore Vincenzo Randazzo: una riflessione su via D’Amelio che riguarda Biancavilla

Pubblicato

il

Gentile direttore di Biancavilla Oggi,

oggi si ricorda la tragica morte del giudice Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta, tra i quali una donna. L’amministrazione comunale ha organizzato una fiaccolata che da Villa delle Favare giungerà a Piazza Falcone e Borsellino. A questa iniziativa partecipano, oltre alle diverse associazioni di volontariato, anche i ragazzi e i giovani dei diversi Grest. Una manifestazione importante per condividere il ricordo di uno degli eventi più tragici della storia italiana e caratterizzata dalla seria e concreta lotta contro il sistema mafioso, ma soprattutto contro la sua mentalità.

Ecco il punto: il messaggio di Paolo Borsellino e il suo volontario sacrificio hanno dell’attualità ancora un valore? Le nuove generazioni li recepiscono? Qualche dubbio mi sorge se guardo ai modelli sociali e culturali prevalenti: individualismo esasperato, esagerata messa in mostra di atteggiamenti malandrineschi, menefreghismo, esibizione del proprio desiderio di dominio, farsi ragione con la violenza… Appunto, mentalità mafiosa, che non poche volte determina risse.

Tutto questo rende vano quanto Paolo Borsellino ha cercato di insegnare e la cosa che amareggia di più è considerare un fesso il giudice palermitano. E come lui, fessi Falcone, Chinnici, Impastato, Don Puglisi, Livatino, Fava… E tanti che nel combattere la mafia sono caduti. Perdoni, direttore, il mio sfogo, ma tanto tanto tanto è il lavoro che va fatto. Come Amministrazione, certamente. Ma anche come famiglie, come istituzioni in senso lato, come scuola, come gruppi di volontariato… l’obiettivo è contrastare la mentalità mafiosa.

VINCENZO RANDAZZO, Assessore comunale

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere
Pubblicità

DOSSIER MAFIA

I più letti