Cronaca
“Botto” da paura in via Santa Maria, appello del Comune alla prudenza


Paura in via Santa Maria, viuzza vicina alla più nota via San Placido di Biancavilla, per i danni causati dalla forte deflagrazione di uno dei “botti di Capodanno”. Lo scoppio è stato talmente forte da mandare in frantumi i vetri di un’abitazione e i decori natalizi.
«Abbiamo sentito il fortissimo boato, non abbiamo pensato nemmeno che fosse un petardo o una bomba, ma qualcosa di ben più grave. Ci siamo affacciati in strada e abbiamo visto un nuvolone di fumo e i vetri delle porte in frantumi».
Di poche ore fa l’appello del Comune di Biancavilla, in linea con le disposizioni della Prefettura di Catania, ad avere prudenza.
L’amministrazione comunale invita «ad evitare di utilizzare “botti” nei luoghi di aggregazione o comunque in tutti quelli affollati, nelle aree a rischio di propagazione degli incendi, nei pressi di ospedali, scuole, luoghi di culto o comunque nelle vicinanze di monumenti, edifici o aree a valenza storica o naturalistica; a garantire massima attenzione alla presenza di bambini o di altri soggetti deboli che dovranno sempre essere tenuti a distanza di sicurezza. Chiediamo buon senso. Per accogliere al meglio l’arrivo del nuovo anno».
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Cronaca
“Ambulanza della morte”, in Appello pena concordata a 13 anni per Scalisi
La sentenza riformula così la condanna a 30 anni, che era stata inflitta in primo grado con rito abbreviato


Pena ridotta in secondo grado per Agatino Scalisi, uno dei “barellieri” imputati nell’ambito dell’inchiesta “Ambulanza delle morte” a Biancavilla.
La Corte d’Assise d’Appello di Catania (presidente Stefania Scarlata) lo ha condannato a 13 anni, un mese e 10 giorni di reclusione. È stata così riformata la sentenza di primo grado, che con rito abbreviato, aveva condannato l’imputato a 30 anni di carcere.
In Appello, con un concordato, esclusa l’aggravante del “mezzo insidioso” e riconosciute le attenuante generiche prevalenti sulle aggravanti.
Scalisi, assistito dall’avv. Antonino Tomaselli, era stato indagato dal pm Andrea Bonomo della Procura di Catania – dopo il clamore del servizio de Le Iene con le rivelazioni di Luca Arena – assieme a Davide Garofalo, condannato all’ergastolo in primo e secondo grado, con rito ordinario. Per quest’ultimo procedimento, seguito dall’avv. Turi Liotta, si attende il pronunciamento della Cassazione.
Entrambi gli imputati avrebbero agito – secondo l’accusa – con un’iniezione di aria in vena, uccidendo pazienti terminali appena dimessi dagli ospedali di Biancavilla e Paternò, nel breve tragitto verso casa. Un’azione volta ad accaparrarsi 200-300 euro come “provvigione” sui funerali con il placet di esponenti mafiosi.
Scalisi è stato accusato della morte di una paziente, Maria Giardina. A Garofalo vengono attribuiti i decessi di tre persone: Salvatore Gagliano, Agatina Triscari e Salvatore Cadile. Le vittime sono tutte di Biancavilla.
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