Connettiti con

Cronaca

Escursionista si smarrisce sull’Etna, soccorso nei boschi di Biancavilla

Pubblicato

il

Smarrito sui sentieri dell’Etna e ritrovato nei boschi di Biancavilla. Sono stati i finanzieri del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Nicolosi, con l’ausilio di un elicottero del Reparto Volo dei Vigili del Fuoco di Catania, a soccorrere, a quota 1960 metri, un escursionista che si era smarrito.

In particolare, l’uomo, che aveva deciso di passare la notte sull’Etna, nelle prime ore della mattinata, riavviandosi verso la propria autovettura, non era riuscito più a trovare il giusto sentiero di ritorno e quindi dopo aver vagato per qualche ora, spaventato e colto dal freddo, ha deciso, alle 05.45 circa, di allertare i soccorsi, chiamando il numero unico di emergenza 112.

La Sala Operativa del 118, ha attivato contestualmente i soccorritori delle Fiamme Gialle di Nicolosi e, per le eventuali esigenze di supporto, il Reparto Volo dei Vigili del Fuoco di Catania.

I Finanzieri hanno immediatamente preso contatti telefonici con l’escursionista per ottenere indicazioni di riferimento utili ad individuare la sua posizione, allertando i volontari del Soccorso Alpino Speleologico Siciliano.

Le ricerche, che si sono protratte per circa due ore, si sono concluse con il ritrovamento del disperso all’interno del demanio Filiciusa Milia nei pressi del Rifugio San Gualberto, nel territorio del comune di Biancavilla.

Per accelerare le operazioni di recupero, atteso che il malcapitato versava in condizioni di ipotermia, i Finanzieri, dopo aver individuato un’area di possibile atterraggio, hanno richiesto l’intervento di un elicottero dei Vigili del Fuoco che, intervenuto sul posto, ha provveduto all’elitrasporto dell’escursionista fino al Rifugio Sapienza, dove il turista è stato affidato alle cure della Guardia Medica lì presente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
Fai clic per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

Pubblicato

il

Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere
Pubblicità

DOSSIER MAFIA

I più letti