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Ring maltese per Francesco Ascanio, nuova sfida del pugile di Biancavilla

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Un evento internazionale di pugilato, a cui partecipa anche un biancavillese. Francesco Ascanio rappresenterà i colori italiani sul ring dell’incontro “Punishment at the pavillion”, a Malta, contro Yannis Magro, giovane di evoluta esperienza nel settore.

«Farò di tutto per far valere il nostro Tricolore fino all’ultimo suono della campana, in territorio Maltese. Non è facile la vittoria ma –promette Ascanio– darò tutto me stesso per dare soddisfazione al mio paese, al mio team e ai miei sponsor».

Determinato, il giovane biancavillese: il suo motto, non a caso, è “Never back down”. E una filosofia di vita ben precisa: «Non amo la movida, mangio sano, non bevo alcool non uso alcun tipo di droghe ma non posso fare a meno dell’attività sportiva almeno due ore al giorno».

La passione per la boxe comincia da ragazzino. «A l’età di 14 anni –ricorda– cominciai il pugilato allo scopo di perdere peso. Appena presa un po’ di pratica con i pugni, cominciai a salire sul ring con i compagni e da lì è nata la passione».

Poi, alcun anni di pausa. Il nuovo inizio è con la boxe thailandese (muaythai), un’arte marziale millenaria dove vengono usati pugni, gomiti, ginocchia e tibie. «Cominciai a bomba la mia carriera –racconta Francesco– vincendo i miei primi 5 match per KO consecutivi. Il mio record attuale è di sette vittorie, tre sconfitte ed un pareggio. Ma dopo tre anni di pratica marziale avere solo 11 match a causa degli scarsi promoter nella muaythai in Italia mi stava “distruggendo”. Ecco perché adesso ho deciso di dedicarmi nuovamente alla boxe tradizionale».

L’atleta biancavillese andrà a Malta con il sostegno dell’azienda Muracel di Giuseppe Salva e del presidente del Consiglio Comunale, Marco Cantarella.

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Da Biancavilla agli Emirati Arabi: lo chef Laudani e la sua “cucina creativa”

«Sono orgoglioso di essere “biancavilloto”, adoro gli arancini di Navarria: un sapore che mi porto dietro»

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È cresciuto e ha studiato in provincia di Bergamo, ma le sue origini sono di Biancavilla: «Un paese che porto sempre nel cuore». Antonino Laudani è uno chef affermato, ha girato mezzo mondo. La sua ultima tappa professionale è negli Emirati Arabi. La sua è una cucina creativa e raffinata, che risente della tradizione italiana e mediterranea: «Il risotto ai frutti di mare è un piatto che porto sempre con me». Le sue radici siciliane? Una bandiera che non lascia mai. Ovunque si sia trovato: dal Congo, dove a Brazzaville nel 2015 aprì il suo primo ristorante, alla Turchia e alla Spagna (come sous chef specializzato nei piatti italiani). Poi, in Inghilterra, durante l’emergenza Covid. Infine, negli Emirati Arabi, prima a Ajman e dopo a Ras al-Khaimah, ma con uno sguardo al futuro rivolto a Dubai.    

«Oramai – dice Antonino Laudani a Biancavilla Oggi – sono quasi 3 anni che vivo e lavoro qui e dopo tanti anni di sacrifici e precedenti sofferenze lavorative sono finalmente riuscito a diventare chef di un ristorante e successivamente chef executive di un altro. Lavoro per un ristorante fine dining italiano, con cucina creativa. Mi occupo della parte di sviluppo del menù, costi, fornitori, gestione del personale in cucina. Mi piace molto essere arrivato a questo nuovo punto di partenza nella mia vita. Ho l’obiettivo di portare il ristorante dove lavoro ad alti livelli, ma per scaramanzia non anticipo niente».

Alle spalle, lo chef Antonino ha un lungo percorso, fatto con sacrifici e determinazione. «All’età di nove anni e mezzo – ci racconta – io e la mia famiglia ci siamo trasferiti da Biancavilla in provincia di Bergamo, a causa delle limitazioni lavorative che purtroppo la Sicilia offre. Feci il mio percorso di studi medio e poi superiore alberghiero a Bergamo. Ho lavorato in un ristorante della mia zona, purtroppo anche il nord Italia ha i suoi limiti ed il lavoro regolare era molto difficile da trovare. Così nel 2015 andai fuori dall’Italia».

Ma anche al di là dei confini nazionali, Laudani resta fortemente legato alle sue origini: «Sono molto orgoglioso di essere un biancavilloto, ho dei bei ricordi del mio paese natale. Quando posso, ritorno per trovare i miei nonni ed i mie zii. E soprattutto per mangiare gli arancini di Navarria: è un sapore che mi porto dietro sin da quando ero piccolo. Mi piace ricordare i momenti passati a camminare per la via principale di Biancavilla, ammirare la chiesa madre e la sua grande piazza. Purtroppo, devo ammettere che se non avessi lasciato la Sicilia e poi l’Italia non sarei forse arrivato alla posizione che attualmente ricopro».

Da qui, un appello dello chef Antonino Laudani: «Vorrei poter dire ai giovani ragazzi e ragazze di Biancavilla di prendere la decisione di migliorarsi e, se serve, anche a costo di lasciare il proprio paese. Non abbiate paura. Soffrirete un po’, per poi imparare e stare meglio in futuro. E questa cosa vi renderà estremamente forti e motivati».

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