Politica
Ricorsi al Tar a difesa di Rinazze: «Contrari ai mega impianti di rifiuti»

Il silenzio di questi mesi non ha significato un abbassamento dell’attenzione su Piano Rinazze e sui due mega impianti dei rifiuti per ricavarne metano, previsti proprio in quell’area. Anzi, l’amministrazione comunale e il comitato che raggruppa agricoltori, commercianti, ambientalisti e “portatori di interessi” in genere, hanno allestito una controffensiva legale.
Ricorsi al Tar sono allo studio e in tempi celeri saranno presentati, probabilmente già a metà di settembre, in contrasto agli atti della struttura progettata e avanzata dalla società Ch4 Energy. Ricorsi riferiti, in particolare, alla valutazione di impatto ambientale.
Resta in stand by, invece, il progetto dell’altra società, la Greenex (con la partecipazione anche di investitori di Biancavilla e del comprensorio), previsto a poche centinaia di metri dall’altro e che imprenditori ed ambientalisti ritengono più aggressivo per il territorio perché la struttura prevede un processo di “multicombustione”.
Un incontro tra il comitato ed il sindaco Antonio Bonanno (affiancato dall’assessore Agricoltura, Alfio Stissi, e dall’esperto ai rifiuti Salvo Ventura) si è già tenuto per concordare le prossime mosse. Un atteggiamento, quello dell’istituzione comunale, che capovolge quello dell’amministrazione precedente, additata per avere garantito il totale silenzio, senza informare la comunità, appena gli atti progettuali sono stati presentati al Comune, tempo fa.
«Siamo coerenti con quello che abbiamo sempre sostenuto – spiega il primo cittadino Bonanno – ovvero, che il nostro ambiente ed i nostri produttori vanno tutelati e difesi: sappiamo benissimo che, da anni, insistono due progetti per la realizzazione di altrettanti impianti di trattamento rifiuti. Uno dei due ha avuto dalla commissione dell’assessorato Territorio e Ambiente il via libera alla Valutazione d’impatto ambientale. Noi, nutriamo – nel merito – delle fortissime riserve e grandi preoccupazioni. È per questo -sottolinea Bonanno – che ci schieriamo, senza alcuna riserva dalla parte degli imprenditori, degli agricoltori e delle eccellenza del nostro territorio. Abbiamo dato mandato ad uno studio legale per opporci al Tar contro la concessione della “Valutazione di Impatto Ambientale”. Vigileremo su ogni fronte. A breve si svolgerà anche una conferenza dei servizi a livello regionale dove saremo presenti e dove faremo la nostra parte».
Contro l’idea di trasformare Piano Rinazze nel sito di attrazione dei rifiuti di mezza Sicilia sono stati e restano le cooperative, le società e i magazzini di lavorazione di arance, fichidindia ed altri prodotti agricoli locali. Aziende in quell’area hanno investito, fino a raggiungere con successo mercati europei. La presenza di impianti dei rifiuti – viene lamentato – metterebbe in ginocchio l’intero settore.
«A nostro avviso il rilascio della Valutazione d’impatto ambientale è profondamente errata perché parte dal presupposto che tutta l’area è abbandonata: senza coltivazioni- interviene Salvatore Rapisarda, presidente del consorzio Euroagrumi, componente del Comitato -. Dunque, chi se n’è occupato non conosce il territorio o per malafede o per ignoranza. Ma va anche detto che proprio l’area nella quale si vogliono costruire i due impianti, è quella che ha la più grande riserva idrica di tutta la Sicilia. Con quella riserva non solo irrighiamo i campi ma si riforniscono di acqua potabile alcuni Comuni della Piana di Catania. Abbiamo, in ogni caso, chiesto copia del rilascio della Valutazione d’impatto ambientale per capire se ci sono gli estremi di azione contro chi ha sottoscritto il via libera. Tutte le azioni possibili da portare avanti con legali e ordini professionali, le metteremo in campo: perché attorno all’eccellenza che si è costruita su quell’area, si faccia quadrato. Quell’area non si tocca».
Lo stesso comitato, per il 10 settembre, ha fissato un incontro pubblico a Villa delle Favare per fare il punto su un iter e una battaglia ancora aperti.
«L’assenza di una interlocuzione con il territorio e, dunque, con le comunità locali non è giustificabile – interviene Giuseppe Lo Bianco presidente dell’Irssat (Istituto di Ricerca, Sviluppo e Sperimentazione su Ambiente e Territorio) -. Abbiamo fatto di tutto per inserire all’interno delle cosiddette Aree interne, il trattamento dei rifiuti a livello comunale e modulare: qui, invece, si vuole sovradimensionare diventando estremamente grave per le colture del territorio. È un controsenso che crea solo danni».
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Politica
Gli astenuti affossano i referendum: il 79% dei biancavillesi è rimasto a casa
I cittadini che si sono recati ai seggi elettorali sono stati appena 3686 su 18.151 aventi diritto

QUESITI | SI | NO |
Licenziamenti illegittimi | 94,58% | 5,42% |
Lavoratori piccole imprese | 94,05% | 5,95% |
Lavoro precario | 94,08% | 5,92% |
Sicurezza sul lavoro | 91,12% | 8,88% |
Cittadinanza italiana | 65,68% | 32,32% |
Fonte: Comune di Biancavilla
Quorum non raggiunto: referendum non validi. La consultazione, nelle due giornate di domenica e lunedì, è stata affossata dal forte astensionismo. Per quanto riguarda Biancavilla, il dato ha raggiunto la vetta del 78,78%.
Soltanto 3686 biancavillesi (1755 maschi e 1931 femmine) si sono recati alle urne. Su un totale di 18.151 aventi diritto, l’affluenza si è fermata quindi al 21,22%. Biancavilla ha fatto registrare, peraltro, un astensionismo più marcato rispetto al dato regionale e a quello nazionale.
I cinque quesiti referendari, come si vede dalla tabella in alto, riguardavano i diritti dei lavoratori e la cittadinanza per gli stranieri. Tematiche fondamentali, eppure il quorum è rimasto lontano.
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Politica
Diritti dei lavoratori e cittadinanza, a Biancavilla in 18mila chiamati al voto
Cinque quesiti sottoposti a referendum: i seggi saranno aperti nelle giornate di domenica e lunedì

Seggi aperti, nelle giornate dell’8 e 9 giugno (domenica dalle ore 7 alle 23) e lunedì (dalle ore 7 alle 15), per cinque quesiti referendari: 4 riguardano il mondo del lavoro e delle imprese, uno riguarda la cittadinanza agli stranieri. A Biancavilla, i cittadini chiamati alle urne sono 18.151. Gli aventi diritto al voto, più precisamente, sono 8718 maschi e 9433 femmine.
Di seguito, i testi dei quesiti che i cittadini troveranno in schede di diverso colore, su cui apporre una X sul sì o sul no.
«Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione».
«Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale».
«Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi».
«Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione».
«Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana».
AGGIORNAMENTO
(ORE 23.00) Un dato di affluenza bassissimo, al di sotto della media regionale e nazionale. Soltanto il 13,94% dei biancavillesi ha votato per i referendum: 2533 votanti su 18.151 aventi diritto. I seggi riapriranno lunedì, dalle ore 7 alle 15.
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