Cronaca
Il caso “ambulanza della morte” «Processare Garofalo e Scalisi»
Il pm Andrea Bonomo ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio per i due indagati. Contestati gli omicidi di quattro pazienti biancavillesi ed il reato di estorsione ai danni dell’agenzia funebre Arena.
di Vittorio Fiorenza
Un incredibile mix di crudeltà e orrore con l’avallo dei clan mafiosi di Adrano e Biancavilla. Pazienti terminali uccisi con un’iniezione d’aria nelle vene, nel breve tragitto dall’ospedale “Maria Santissima Addolorata” a casa, per poi accaparrarsi il loro funerale e lucrare alcune centinaia di euro all’agenzia funebre. La notizia della “ambulanza della morte”, svelata da “Le Iene”, ha fatto il giro del mondo.
Ora, la Procura di Catania, come ha appreso Biancavilla Oggi, chiede il rinvio a giudizio per due ambulanzieri, ritenuti responsabili (all’interno di mezzi privati, nulla a che vedere quindi con il servizio del 118) di almeno quattro omicidi. I testimoni chiave dell’inchiesta avevano parlato di 50 o forse 100 episodi criminali.
Il pm Andrea Bonomo, nel complicatissimo compito di reperire testimonianze dirette, avrebbe attenzionato una decina di casi. Adesso, è stata formulata la richiesta del processo per i due soggetti già individuati nella fase iniziale delle indagini. Sono due adraniti: Davide Garofalo, rinchiuso nel carcere di Bicocca, e Agatino Scalisi, a piede libero.
Contestati quattro omicidi volontari di pazienti biancavillesi: Salvatore Gagliano, Agatina Triscari e Salvatore Cadile (a carico di Garofalo, assistito dall’avv. Turi Liotta) e Maria Giardina (a carico di Scalisi, difeso dall’avv. Antonino Tomaselli).
Altra contestazione riguarda il reato di estorsione, aggravato dal metodo mafioso (in concorso con Marco Donzì, per il quale si procede separatamente), ai danni dell’impresa funebre Arena e all’utilizzo (con minacce) della loro ambulanza. Il titolare, Orazio Arena, con i figli Giuseppe e Luca, figurano tra le persone offese.
Le stesse inserite nel programma di protezione, in località segrete lontane da Biancavilla, perché testimoni di giustizia nei procedimenti scaturiti dai blitz antiracket “Onda d’urto” e “Reset”. Inchieste di cui il caso della “ambulanza della morte” è una sconvolgente appendice. L’udienza preliminare davanti al Gup Giovanni Cariolo è fissata ad ottobre.
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Cronaca
Una donna chiede aiuto alla polizia: «Io, violentata in un garage di Biancavilla»
La presunta vittima, come riportato da MeridioNews, ha presentato una denuncia: indagini in corso
Una donna sarebbe stata violentata all’interno di un garage di Biancavilla, mentre si trovava in auto con un uomo di 50 anni. La presunta vittima avrebbe già presentato querela e le indagini affidate alla polizia, sono in corso.
È quanto riporta il quotidiano online MeridioNews. Il fatto sarebbe avvenuto la notte dell’1 settembre, quando la donna avrebbe chiesto aiuto alle forze dell’ordine nei pressi di una stazione di servizio, non lontana dall’ospedale “Garibaldi” di Nesima. Proprio nella struttura sanitaria, la donna sarebbe stata visitata, riscontrando segni compatibili con una violenza sessuale. Ai poliziotti, la presunta vittima avrebbe detto che l’abuso sarebbe avvenuto in un garage di Biancavilla di proprietà dell’uomo, mentre era all’interno della vettura di quest’ultimo.
Secondo quanto riporta MerdioNews, gli agenti di polizia hanno già identificato il 50enne, effettuato i rilievi scientifici e sequestrato la sua auto. L’uomo risulta denunciato in stato di libertà, a disposizione dell’autorità giudiziaria per ulteriori approfondimenti e verifiche, nel tentativo di fare luce su questo caso.
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