Cronaca
Cane legato al camion e trascinato, una testimone: «Una scena horror»


L’animale ha riportato ferite ai cuscinetti plantari. «Una disattenzione», sostiene il camionista. Non si sarebbe accorto che il padre aveva legato l’animale al cassone ed è uscito con il mezzo per andare a lavorare.
di Vittorio Fiorenza
La scena che tanti hanno visto è stata questa: un cane legato con una catena al cassone di un camion che procedeva indisturbato lungo viale Cristoforo Colombo, a Biancavilla. La povera bestiola (un meticcio di medie dimensioni) quasi veniva strozzato. Per fortuna, alla rotatoria vicina all’ospedale, una coppia di catanesi che si trovava lì per caso, vedendo quanto stava accadendo, è intervenuta, urlando e costringendo il camionista a fermarsi.
«Quello che abbiamo visto è stata una scena horror», racconta a Biancavilla Oggi la signora, testimone e soccorritrice del cane. «Il tizio con il camion trascinava quel povero animale e lo stava praticamente ammazzando. Gli ho gridato “Fermati, cosa stai facendo?”. Non fermandosi, mio marito ha messo in moto l’auto e lo abbiamo inseguito per qualche centinaio di metri. Quando mio marito è riuscito a liberare il cane, si vedeva la sua sofferenza, era impaurito e aveva le zampe ferite».
Altre persone sono accorse, prestando i primi aiuti alla bestiola. Ma la situazione ha rischiato di degenerare. Una telefonata al 112 è stata fatta e una pattuglia della polizia municipale, casualmente di passaggio, si è fermata.
Dietro all’accaduto, tuttavia, non ci sarebbe la sadica intenzione di uccidere il cane. Secondo quanto riferito dal camionista ai vigili urbani, suo padre aveva legato l’animale al mezzo e quando lui è uscito per andare a lavorare non se ne è accorto. Una disattenzione, una imprudenza. Lo stesso proprietario non avrebbe capito le ragioni di quelle urla e perché, dopo essersi fermato, si è visto quasi accerchiato. È stato lui stesso, poi, ad avere portato il cane nell’ambulatorio veterinario del dott. Rino Marino, che ha riscontrato il suo buono stato di salute generale, seppure con escoriazioni ai cuscinetti plantari.
Il caso è seguito dalla polizia municipale e la Lav di Catania sta chiedendo delucidazioni sulle procedure adottate dai vigili urbani e sulla destinazione del cane.
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Cronaca
Amianto, casalinga morta a 55 anni: chiesto risarcimento di 500mila euro
Causa contro il Comune ma è difficile provare responsabilità, il sindaco: «Ci sono gli indennizzi»


Non era mai accaduto da quando Biancavilla sa di convivere con la minaccia del minerale-killer: la fluoroedenite di monte Calvario, simile all’amianto, fonte di un inquinamento naturale che ha determinato decine di morti per tumore alla pleura. Ma adesso, al palazzo comunale, una famiglia che ha perso una persona cara a causa del mesotelioma chiede ora un risarcimento di 500mila euro.
Sono passati 26 anni dall’evidenza dei dati epidemiologici e 21 dalla scoperta e identificazione della fibra, riconosciuta a livello internazionale come “nuovo minerale” con proprietà altamente cancerogene. In tutti questi anni, nessuno aveva tentato una causa al Comune. Eppure, di morti per questa neoplasia che non lascia scampo, Biancavilla ne conta dal 1988 ad oggi circa 70, anche se la stima è che quelli reali siano almeno il doppio.
La causa civile al Tribunale di Catania
Tra questi, una donna di 55 anni, casalinga, deceduta nel 2012. Sono stati il marito e due figli ad avviare il procedimento alla sezione civile del Tribunale di Catania, adducendo una responsabilità con culpa in omittendo. Si punta il dito sul Comune per presunte omissioni nell’obbligo di tutelare la salute pubblica, soprattutto dopo che cause ed effetti dell’incidenza eccessiva di mesotelioma a Biancavilla sono stati ampiamente documentati dalla letteratura scientifica.
Una causa legittima, ma dal verdetto non così scontato per la famiglia biancavillese. La mobilitazione istituzionale, a partire dal 1997, per affrontare la problematica, non è mai mancata. Tenendo conto, poi, del lunghissimo periodo di incubazione tipico di questa patologia tumorale, i decessi finora avvenuti sono da considerare conseguenze di un’esposizione al rischio cominciata ben prima della fine degli anni ’90, quando il paese ha preso coscienza dell’esistenza del minerale-killer. Ad ogni modo, l’esito della causa civile dovrebbe arrivare il prossimo ottobre.
Aperta la strada dell’indennizzo una tantum
Se la strada dei risarcimenti si presume dallo sbocco incerto, quella da percorrere per vittime e famigliari delle vittime riguarda gli indennizzi. Fino a pochi anni fa anche questa possibilità – riservata solo a lavoratori esposti al rischio amianto – era impensabile da applicare alla realtà di Biancavilla. Ma interventi parlamentari e ministeriali hanno riconosciuto l’unicità del caso Biancavilla. Un cambio di rotta possibile anche dopo che la fluoroedenite è stata riconosciuta cancerogena dall’International Agency for Research on Cancer, riunita a Lione con 21 esperti di 10 paesi europei.
«Si sta lavorando – conferma a Biancavilla Oggi il sindaco Antonio Bonanno – agli indennizzi ai familiari delle vittime dell’esposizione ambientale. Vittime che per la prima volta vengono equiparate a coloro che si sono ammalati per esposizione lavorativa». Per queste ragioni, «ci stiamo interfacciando con l’Animil», l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.
«È stato possibile – sottolinea il primo cittadino – aumentare i fondi nell’ultima finanziaria. Nel decreto Milleproroghe sono state facilitate, inoltre, le procedure per ottenere un indennizzo una tantum, quantificato in 15mila euro, la cui erogazione compete all’Inail».
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ROSSANA
22 Luglio 2018 at 14:41
SALVE CERTO CHE CI VUOLE CORAGGIO , ADDIRITTURA QUELLI CHE HANNO SALVATO LA BESTIOLINA SONO RISULTATI GLI ANIMALI A QUESTO PUNTO IO NON POSSO DARE CERTO UN AGGETTIVO ADATTO A LEI SIGNOR ALFREDO, LE RICORDO CHE SE ERA COME LA VUOLE RACCONTARE LEI L’AUTISTA DOVEVA SOLO RINGRAZIARE ED ESSERE GRATO PER AVERE EVITATO LA MORTE SICURA DEL CAGNOLINO. CONGRATULAZIONI PER LA SUA DI ELASTICITA’ MENTALE. L’IMPOTANTE CHE TUTTI HANNO VISTO
Federica
22 Luglio 2018 at 14:07
E’ comunque vergonoso che la gente voglia coprire la realta’ delle violenze sugli animali, non merita neanche una risposta…………..
Federica
22 Luglio 2018 at 13:45
Per quanto riguarda questo commento posso solo ribadire che in tanti hanno visto ognuno con la propria coscienza, l’autista e’ stato invitato a fermarsi, piu volte e’ scappato ed era consapevole che il cane era dietro visto che in tanti lo abbiamo detto a gridare. per l’elasticita’ mentale ognuno si tenga la propria e tu tieniti pure la tua omerta’
Alfredo
21 Luglio 2018 at 21:44
I veri animali sono quelli che hanno agredito l’autista, Perché non ci voleva tanto per capire che è stata una dimenticanza e bastava fare un cenno che si sarebbe fermato immediatamente.
E poi secondo l’oro se voleva uccidere quel cane , cosa che non avrebbe mai fatto perché conosco bene il mal capitato, lo avrebbe fatto di mattina alle 8 al centro delle paese.
Non avete elasticità mentale per capire certe cose.