Politica
Marco Cantarella è presidente ma è giallo sull’elezione della “vice”

Seduta inaugurale con votazione senza sorprese per lo scranno più alto. La minoranza aveva proposto il nome di Carmelo Mignemi. Il M5S gli ha regalato il voto. Rosanna Bonanno eletta vicepresidente. Ma i conti non tornano. E si alimenta un contorto retroscena.
di Vittorio Fiorenza
Un minuto di silenzio, tutti all’impiedi, nel ricordo dell’anniversario della strage di Via D’Amelio. Marco Cantarella, appena eletto, ha voluto inaugurare la sua presidenza del Consiglio Comunale di Biancavilla così, con l’omaggio a Paolo Borsellino e alla sua scorta assassinati da Cosa Nostra. Un’elezione senza sorprese, avvenuta nella seduta di insediamento e giuramento dell’assemblea cittadina (aperta dalla consigliera più votata, Martina Salvà, il cui intervento è stato più volte interrotto dalla commozione).
Per Cantarella, alla sua seconda consiliatura, esponente della lista “Riparti Biancavilla”, cresciuto nella destra biancavillese con l’ex sindaco Mario Cantarella come mentore politico, la maggioranza si è mostrata compatta con i suoi 11 consiglieri. La minoranza ha convogliato i propri voti su Carmelo Mignemi (in Aula in quanto candidato sindaco arrivato secondo). A lui si è accodato (regalando il proprio voto) il consigliere Dino Asero del Movimento 5 Stelle, forza che per la prima volta occupa una poltrona dell’assemblea cittadina e che in campagna elettorale si era presentata alternativa alla coalizione di Bonanno quanto agli eredi dell’esperienza Glorioso.
Valorizzazione dei lavori consiliari e delle commissioni, diminuzione dei costi della politica, trasparenza degli atti: sono alcuni dei punti sottolineati dal nuovo presidente. «I cittadini facciano da pungolo –ha detto– a questa nuova e giovane classe politica e dirigente di Biancavilla. Giovane, ma altrettanto volenterosa e decisa. Coraggio, forza, facciamo ripartire Biancavilla».
Fine di un capitolo. Se ne è aperto un altro: la vicepresidenza. La carica è stata concessa alle opposizioni, che si sono formalmente espresse con due nomi: Rosanna Bonanno (per conto delle liste Biancavilla 2.0 e SiAmo Biancavilla) e Dino Asero (Movimento 5 Stelle). Lo schieramento di governo, su intervento del consigliere Vincenzo Giardina, ha indicato la preferenza verso la prima. E l’esito dello scrutinio, in effetti, lo ha confermato: 12 voti per lei e 4 per Asero. Rosanna Bonanno eletta vicepresidente.
Tutto liscio? No: è “giallo” (con i retroscenisti messisi subito all’opera). Sulla carta, la Bonanno avrebbe dovuto avere 15 voti. Ne sono mancati 3. Da parte di esponenti della maggioranza, si dirà. Può darsi. Invece, dalla maggioranza, si giura che in maniera compatta le preferenze sono andate all’esponente della minoranza. E dunque? Le voci che subito sono circolate dentro e fuori dall’Aula hanno delineato un contorto retroscena. Bonanno sarebbe stata votata dall’intera maggioranza e da se stessa, ma non dagli altri tre colleghi del suo schieramento, i quali invece –secondo questa ricostruzione– avrebbero indirizzato le proprie preferenze verso il pentastellato Dino Asero, che infatti ha avuto 4 voti. Manovre che, comunque, sarebbero avvenute nel segreto dell’urna. E quindi passibili di smentita o conferma, a seconda della convenienza politica, da una parte o dall’altra.
Certo è che –al di là delle dichiarazioni di circostanza di ognuno– persino tra il pubblico è stata data questa lettura. E non essendoci state discussioni chiarificatrici, ogni ipotesi ha legittimità di esistere tra chi ha seguito i lavori consiliari. A margine della seduta, dentro e fuori dal palazzo comunale, Biancavilla Oggi ha raccolto dai due fronti commenti ed impressioni che avvalorano questi presunti retroscena. Incomprensibili e di scarso valore per i non addetti ai lavori. E che però –come mostra un’ampia casistica riferita ai Consigli Comunali degli ultimi 25 anni– possono preludere a diversi assetti ed equilibri tra gli schieramenti. Si vedrà.
«Adesso che il quadro istituzionale è pienamente completato, mettiamoci tutti al lavoro. Non per noi stessi ma per la nostra Biancavilla», ha detto il sindaco Antonio Bonanno, che, indossando la fascia tricolore, ha prestato giuramento nel corso della seduta.
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Politica
Il taglio dei pini dà ossigeno alla politica: attacchi da destra a sinistra
Marco Cantarella e Alfio Distefano contro le modalità dei lavori in piazza Falcone-Borsellino

Il taglio degli alberi di pino di piazza Falcone-Borsellino, a Biancavilla, dà ossigeno alla politica locale. Prese di posizione e interventi polemici contro l’amministrazione comunale arrivano da destra e sinistra.
Non passano inosservati i toni usati da Marco Cantarella, già assessore ed attuale consigliere comunale di maggioranza. Prendendo spunto dal video pubblicato da Biancavilla Oggi, Cantarella non usa mezzi termini.
In un post su Facebook scrive: «Una riqualificazione che distrugge l’identità di una piazza… anziché avviare delle opere di valorizzazione e conservazione del bello, dell’unico polmone verde di un quartiere, si pensa bene di abbattere e uccidere decine di pini adulti… Un intervento vergognoso, uno sfregio inutile e costoso che andrà a vantaggio solo di qualche fortunato vivaista. Mi dissocio da questi tipi di interventi, che appartengono ad un modus operandi post guerra».
Dal fronte opposto, interviene pure Alfio Distefano del Partito democratico. «Il Consiglio Comunale – ricorda – aveva approvato all’unanimità una mia mozione per piantare 100 nuovi alberi in città, rimpiazzando le aiuole esistenti. Decisione ignorata, ancora una volta, da un’amministrazione che procede indisturbata, calpestando il ruolo del Consiglio Comunale e il bene della città».
«Dicono che verranno piantati nuovi alberi, ma – sottolinea Distefano, riferendosi al taglio dei pini – nel frattempo si taglia un pezzo di storia e si impoverisce il nostro verde pubblico. Ancora una volta, la destra cittadina si dimostra tutto tranne che una soluzione per l’ambiente e la qualità della vita. Chi ne paga le conseguenze? Sempre e solo i cittadini».
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Politica
Battiato aderisce all’Mpa: «Delusione e amarezza, scelta che non gli fa onore»
Dura reazione del gruppo “Biancavilla in azione” nel quale il consigliere comunale era stato eletto

«La scelta del consigliere Battiato, per i suoi modi sbrigativi e irrispettosi, provoca delusione e amarezza a quanti – noi per primi – hanno lavorato per raggiungere obiettivi importanti. Nessuno di noi ha compreso le ragioni di questa decisione e, a dirla tutta, ci pare che Francesco Battiato non abbia scritto una pagina politica che gli fa onore».
Parole dure, quelle scritte in una nota dal gruppo “Biancavilla in azione“, nella cui lista era stato eletto Francesco Battiato. Lo stesso che, in aula, ha formalizzato la sua adesione al Movimento per l’Autonomia con tanto di “benvenuto” di Giuseppe Lombardo.
«Un annuncio a sorpresa che ci amareggia non poco. Il consigliere Battiato, infatti, non ha avuto la correttezza di informare preventivamente il gruppo politico che lo ha candidato e grazie al quale è stato eletto. In sostanza, siamo stati messi davanti al fatto compiuto». Lo sottolineano Placido Santanocita e Antonio Greco, primi firmatari della lista “Biancavilla in azione”, che in Consiglio rimane rappresentata da Salvo Pulvirenti.
Critiche anche al presidente del Consiglio
«Battiato – prosegue la nota – ha giustificato la propria scelta, affermando che la stessa è dettata da motivi politici e di condivisione di valori appartenenti al gruppo cui ha aderito. Tale motivazione si presta a molteplici interpretazioni, la più importante delle quali è che il gruppo “Biancavilla in azione” è ispirato a una idea di politica che mette al centro il valore del bene comune. Valore che, evidentemente, egli non condivide. Gli auguriamo buon lavoro, non prima di avergli ricordato che il tempo è galantuomo».
Il gruppo critica anche l’atteggiamento assunto dalla guida dell’assemblea cittadina, esponente autonomista: Esprimiamo, infine, stupore e amarezza per le parole di benvenuto nel proprio gruppo Mpa pronunciate dal Presidente del Consiglio Comunale, Luigi D’Asero. Dichiarazione incompatibile con il ruolo “super partes” che è chiamato a rappresentare una figura istituzionale come il Presidente dell’assise cittadina».

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