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Cronaca

Pta di Giarre, Calaciura assolto dal reato di abuso d’ufficio

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Giuseppe Calaciura, ex direttore generale dell’Asp di Catania, è stato assolto dall’accusa di abuso d’ufficio nell’ambito del processo sull’appalto per l’informatizzazione del Presidio territoriale di assistenza (Pta) di Giarre. È la decisione della seconda sezione penale della Corte d’appello di Catania. Calaciura, noto e stimato biancavillese, difeso dal prof. Angelo Pennisi e dall’avv. Carmelo Galati, è stato scagionato da ogni accusa perché «il fatto non sussiste».

Assieme a lui, assolto pure con la stessa motivazione Melchiorre Fidelbo, marito della ministra per i rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro. Fidelbo era alla guida della società Solsamb che aveva realizzato l’informatizzazione.

In primo grado, il 10 giugno del 2016, Fidelbo e Calaciura erano stati condannati a nove mesi di reclusione ciascuno, pena sospesa, e assolti «per non avere commesso il fatto» dall’accusa di truffa.

Al centro dell’inchiesta, la stipula della delibera del 2010 che autorizzava l’Asp di Catania a realizzare una convenzione con la Solsamb per il Pta di Giarre che, secondo l’accusa, sarebbe stata redatta «senza previo espletamento di una procedura ad evidenza pubblica e comunque in violazione del divieto di affidare incarichi di consulenza esterna», come prevede la normativa regionale. Adesso, la sentenza di secondo grado di assoluzione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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2 Commenti

2 Commenti

  1. Lavenia vincenzo

    19 Maggio 2018 at 2:05

    Felice per il Dott. Pippo Calaciura persona che ho sempre stimato sia professionalmente,e come concittadino.Auguri e un grande abbraccio. ?

  2. Gino

    14 Maggio 2018 at 11:29

    Sono contento il dott.Calaciura e’ stato sempre una persona seria e onesta. Auguri

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Cronaca

Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne

Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata

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La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.

Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.

Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.

Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.

Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».

La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.

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